Pagine

lunedì 18 luglio 2022

SULLA VISITA DI BIDEN AI PAESI DEL GOLFO  


Il muro della vergogna del governo
israeliano in Palestina
 
Ho seguito la parte pubblica della riunione dei paesi arabi del Golfo più Egitto, Giordania e Iraq, con Biden in Arabia Saudita. Non c'è stato un solo tiranno petrolifero, re, principe o dittatore presidente arabo che non abbia sottolineato la centralità della causa palestinese e della necessità di un accordo di pace basato sul ritiro d'Israele dai territori occupati nel 1967, il ritorno ai confini del 1967 e la nascita ed il riconoscimento di uno stato palestinese con capitale Gerusalemme Est. Biden ha dovuto ascoltare tutti e ribadire la stessa posizione: tutti questi despoti, tiranni e dittatori arabi hanno dichiarato che è possibile rinunciare al 72% della terra della Palestina in cambio di uno Stato palestinese nei territori occupati nel 1967 con capitale Gerusalemme Est. Nessuno ha detto che Israele ha costruito insediamenti in questi territori e che non resta ormai ai palestinesi che il 10% della Palestina storica dove costruire il loro Statino. Nessuno ha ricordato i profughi palestinesi che sono stati espulsi dalle loro terre nel 1948, nel 1967 e che continuano a vivere in campi profughi nei paesi arabi limitrofi e nella stessa Palestina occupata nel 1967. Nessuno ha parlato di smantellamento degli insediamenti di coloni sionisti costruiti sul 50% dei territori occupati nel 1967 dai quali Israele dovrebbe ritirarsi secondo il loro piano di pace e secondo le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU e del diritto internazionale. Nessuno ha menzionato l'esistenza di uno stato razzista e d'occupazione, nessuno ha ricordato i palestinesi che vivono all'interno di questo stato d'apartheid israeliano (secondo Amnesty International) e del razzismo che soffrono e dovranno soffrire in futuro all'interno di questo stato d'apartheid ebraico di coloni bianchi europei costruito come base militare del colonialismo bianco occidentale in Palestina nel 1948. Questa è la versione pubblica di un evento in cui tiranni e dittatori arabi sembrano aver capito che siamo entrati in una nuova era, che l'era del dopo guerra fredda è finita, che ora c'è l'opzione russa e possono chiedere al loro signore Biden qualcosa in più di quanto finora offerto loro. Ma sono sicuro che dietro il sipario si siano espressi diversamente.
 
Fares Ghassan [giornalista arabo residente in Italia]