Pagine

giovedì 21 luglio 2022

PRESERVARE IL QUARTIERE HARAR

 
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano c.a. Ufficio Vincoli 

mbac-sabap-mi@mailcert.beniculturali.it


Segretariato regionale del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo per la Lombardia 


Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Ministero della cultura Servizio III - Tutela del patrimonio storico, artistico e architettonico mbac-dg-abap.servizio3@mailcert.beniculturali.it Servizio V - Tutela del paesaggio 

mbac-dgabap.servizio5@mailcert. beniculturali.it


Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della cultura Servizio III - Architettura contemporanea 

mbac-dg-cc.servizio3@mailcert. beniculturali.it


Milano, 20 luglio 2022 


OGGETTO: 

Richiesta di tutela dell’unità residenziale al Quartiere Harar, situata in via Harar 7, 7c a Milano, ai sensi dell’articolo 10 comma 3 lettera d) del D.Lgs. 42/2004. Richiesta di tutela paesaggistica del Quartiere Harar, ai sensi degli articoli 136 comma 1 lettere c) e d) e 138 comma 3 del D.Lgs. 42/2004.


Gentili signori, apprendiamo con preoccupazione la notizia di una proposta di rifacimento delle facciate dell’unità residenziale (1952-1955) degli architetti Luigi Figini e Gino Pollini al Quartiere Harar a Milano. Il Quartiere Harar (1950-1955) è uno dei più significativi esempi milanesi di edilizia popolare, realizzato in base a un piano urbanistico degli stessi Figini e Pollini in collaborazione con Gio Ponti, ed è uno degli esiti più alti del Piano INA Casa, che ha svolto un ruolo fondamentale nella cultura architettonica italiana del secondo dopoguerra. La varietà delle tipologie edilizie, la disposizione attorno ad ampie aree verdi e la dotazione di servizi conferiscono al quartiere una buona vivibilità, insieme alla presenza di soluzioni abitative sperimentali. L’edificio di Figini e Pollini si caratterizza per l’inconsueta lunghezza (145,22 metri), la distribuzione a ballatoio e la sovrapposizione di tre livelli di alloggi duplex con soggiorni a doppia altezza. Un altro carattere essenziale è il tema tipicamente razionalista del reticolo strutturale, che caratterizza il fronte sud e le testate. È evidente l’influenza di Le Corbusier, in particolare della celebre Unité d’Habitation (1947-1952) a Marsiglia. La proposta di rifacimento, motivata dall’applicazione del Superbonus 110%, prevede consistenti modifiche dell’architettura delle facciate, pervenute quasi integralmente nello stato originario. Si prospettano l’apposizione di cappotti termici sulle testate e sul fronte sud, e forse anche la demolizione e ricostruzione dei corpi delle cantine per adeguamento alla normativa antisismica. Analoghi progetti già realizzati hanno causato danni ad altri edifici del quartiere, in particolare quelli progettati da Paolo Antonio Chessa e Vito Latis, e da Piero Bottoni, Mario Morini e Carlo Villa. L’importanza del Quartiere Harar e dell’edificio di Figini e Pollini è dimostrata da numerose pubblicazioni e dalle schede del Censimento nazionale delle architetture italiane del secondo Novecento, consultabili ai seguenti link: https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture900/schede/p4010-00247/ https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture900/schede/RL560-00033/ Il quartiere Harar è inoltre inserito nella selezione ristretta dello stesso Censimento, denominata “Atlante Architettura Contemporanea”, promossa sempre dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura: https://www.atlantearchitetture.beniculturali.it/cristalli-di-architettura/
Chiediamo: l’avvio di un procedimento di dichiarazione dell’interesse culturale ai sensi degli articoli 10, comma 3, lettera d) del D.Lgs. 42/2004 sull’unità residenziale sita in via Harar n. 7, opera degli architetti Luigi Figini e Gino Pollini; chiediamo altresì l’avvio di un procedimento di dichiarazione dell’interesse pubblico ai sensi degli articoli 136, comma 1, lettere c) e d), e 138 comma 3 del D.Lgs. 42/2004 sull’intero Quartiere Harar.


[Seguono 231 firme fra intellettuali, accademici, uomini e donne di cultura]