Reduce da una lunga serie di presentazioni che peraltro continueranno
anche nel mese di agosto per lanciare il suo recente romanzo “Hotel Padreterno”,
lo scrittore ferrarese Roberto Pazzi ha da poco congedato per Minerva Edizioni
“Narrare ad occhi ben chiusi” (239 pagine, 18 euro), manuale di scrittura
creativa che raccoglie sollecitazioni, suggestioni, consigli, suggerimenti forniti
ad aspiranti scrittori, lui che ideò e diresse una realtà del genere per 4 anni
e che per oltre 25 ha tenuto corsi in materia. Come e cosa scrivere, quale sia
la trama più accattivante, che stile e linguaggio utilizzare, in quale epoca
inserire i propri personaggi, in che modo formulare l’incipit: sono solo alcune
delle domande a cui l’autore ferrarese, due volte finalista al Premio Strega e
altrettante vincitore del Premio Selezione Campiello, risponde con dovizia di
particolari offrendo un contributo valido per dilettanti e appassionati di
letteratura che vogliano cimentarsi con la stesura di un romanzo. Se questo è,
almeno in Italia, il genere che più a lungo ha faticato a imporsi, a differenza
della poesia o del racconto, Pazzi, che ha all’attivo opere tradotte in tutto
il mondo, dimostra come accanto a doti indubitabilmente innate e quindi non
evocabili esiste la possibilità di dominare, padroneggiare e instradare una
semplice passione arrivando a costruire una propria autonoma personalità di
scrittore. Il volume di Minerva è ricco di rimandi, citazioni e accenni ai
testi di ogni tempo (compresi quelli dello stesso ferrarese) che meglio
esemplificano la narrazione. In appendice è pubblicata una nota dedicata a
Ferrara e a Bassani che mette in luce la difficoltà di narrare in forme realistiche
della città estense dopo la vasta produzione letteraria dell’autore degli
“Occhiali d’oro”. “Scrivere – afferma Pazzi in questo suo manuale – è un
costante esame di coscienza. Ci aiuta a capire chi siamo, chi eravamo, cosa
siamo diventati; è una sorta di regolamento di conti con se stessi”.