La
lapide vuota di via Dante. Sono decenni che una lapide vuota
fa bella mostra di sé su un palazzo di via Dante a Milano. Via Dante è una via
importante, centralissima, unisce Piazza del Duomo al Castello Sforzesco. Da
Piazza Mercanti con le sue belle Logge Medievali (ora memoriale della
Resistenza), il Palazzo della Ragione, e proseguendo il Cordusio con il
monumento al poeta Giuseppe Parini, fino al Castello con il monumento a Garibaldi,
e la “torta nuziale”, la fontana tanto preziosa ora con i quaranta gradi che ci
opprimono. Non dimentichiamo però che ad un angolo di via Dante c’è lo storico
Piccolo Teatro di cui molto vi potrei raccontare. Insomma, lungo questa ricca
direttiva c’è un via vai continuo, ma tutte le volte che ho provato a
controllare se qualcuno dei passanti alzasse gli occhi verso quella curiosa
lapide priva di scritte e di qual si voglia altra indicazione, non mi è mai
capitato di vedere una testa staccare lo sguardo dalle vetrine per levare gli
occhi in alto. Potenza delle merci e del consumismo. Ora che i miei poveri
occhi fanno sempre più fatica, è difficile anche per me scrutare. Scrutare è il
verbo adatto. Uno scrittore innamorato di Milano come me che la racconta da
anni ed anni, che la spia fin dentro i suoi angoli più riposti e remoti, che la
va a cercare, che le entra fin nelle viscere, come ho scritto in un racconto
ora inserito nel volume di recente pubblicazione dal titolo Sonata in due
movimenti, sa che i suoi occhi sono preziosi quanto le gambe che lo portano
in giro: non può farne a meno. Negli ultimi tempi però mi hanno tradito e le
immagini sono diventate doppie; diplopia definiscono i medici questa patologia.
Mi sono tornate alla mente le parole di Leopardi in un passo dello Zibaldone
in cui scrive che per l’uomo immaginoso il mondo e gli oggetti sono in un certo
modo doppi, possono diventare non uno, ma due, tre, e così via. In effetti non
posso dire di non essere “immaginoso” e così giorni fa trovandomi a passare per
via Dante la mia fantasia ha immaginato una scritta di riempimento della lapide
vuota. Il giorno (…) luglio del 2022 cadeva il governo guerrafondaio
di Draghi. Era stato definito “dei migliori”. L’aggettivo non gli portò
fortuna. I pacifisti milanesi posero.È impressionante cosa
può fare l’immaginazione: mancava solo la data.