E
ora? Durante
gli anni ’50 del secolo scorso, l’incubo dell’atomica e la guerra fredda
turbano la vita di un mondo che cerca di trovare sé stesso e uscire dalle macerie
ancora fumanti della Seconda guerra mondiale. Sono gli anni della guerra in
Corea e dell’occupazione sovietica dell’Ungheria. Il movimento internazionale
dei partigiani della pace raccoglie il NO alla guerra e promuove imponenti
campagne che coinvolgono milioni di uomini: il primo movimento di massa per la
pace nella storia. In Italia l’impegno per la pace si salda alle lotte per il
lavoro e alla non facile costruzione di una nuova democrazia fondata sulla Costituzione.
La bandiera iridata della pace simboleggia un impegno diffuso nelle più lontane
contrade. Gli scioperi “alla rovescia” - di cui tra gli epigoni ci fu Danilo
Dolci - e le lotte pacifiche per la terra caratterizzano quegli anni, ancora
segnati dal sangue dei lavoratori. Tante
le proteste e le iniziative, soprattutto dei portuali, contro l’arrivo delle
armi americane in Italia. Evento che si verifica anche attualmente. Nel
1951 la camera approva la legge per il riarmo con 325 voti. A
Livorno si tiene un convegno delle città sedi di basi militari straniere. Danilo
Dolci si trasferisce in Sicilia a Trappeto vicino a Palermo. Sono
gli anni dell’appello Russell-Einstein cui seguirà la fondazione del movimento
Pugwash. Apre un’epoca la marcia del 1958 nei pressi di Londra dove fa esordio
quello che diverrà il celebre simbolo universale del movimento pacifista ideato
da Gerard Hiltom composto dalla lettera N nucleare e dalla lettera D disarmo.
Calosso, socialista e Giordani, cattolico, unificano le loro proposte di legge
per il riconoscimento della obiezione di coscienza. Un operaio di una fabbrica
del milanese, Franco Alasia, si rifiuta di lavorare per realizzare strumenti
bellici e viene licenziato. In quegli anni, il tribunale di Milano condanna i
due giornalisti Renzi e Aristarco per la sceneggiatura del film L’armata s’agapò sull’occupazione della
Grecia. In quel periodo, sono 11 milioni le firme in Italia sull’appello di
Vienna contro la guerra nucleare. E in seguito la Nato decide l’installazione
di nuovi missili in Europa. Tante le proteste e tra esse un forte appello delle
donne di Vicenza. Il premio Nobel per la pace Noel- Baker proclama: “La guerra
è una dannata, sporca cosa. La guerra ha distrutto una civiltà dopo l’altra. Devolverò
l’ammontare del premio assegnatomi ad azioni che promuovono il disarmo
internazionale”. Quando
nel nostro paese dominava il fascismo, gli studenti erano pieni del desiderio
di dedicare tutta la loro attività alle opere della scienza e della pace. Il
fascismo già parlava di guerra, già preparava gli italiani alla guerra. Per
la difesa della cultura, della centralità della pace e per la conquista della
libertà, gli studenti sono riusciti a trovare gli operai delle fabbriche di Napoli,
ad esempio, e con loro hanno lottato sino da allora per la pace. Il
comitato per la difesa della pace dell’Ansaldo di Genova dichiara a nome dei
lavoratori “che nei due stabilimenti non si costruiranno mai più materiali
bellici di qualunque genere” e ripete, con i portuali, le parole d’ordine da
loro lanciate: “niente armi. Niente guerra, ma lavoro e pace per i popoli”.