Pagine

domenica 4 settembre 2022

IL PREMIO CRUCOLI RIVALUTA IL DIALETTO
di Giacinta Smurra

Una suggestiva immagine
di Crucoli

L’amore per le proprie radici ha portato autori da tutte le regioni d’Italia e dall’estero a partecipare ai premi dedicati al professore Giuseppe Barberio e all’imprenditrice Lucrezia Paletta istituiti con l’intento di promuovere “Il valore del dialetto come elemento identitario di una comunità”. I premi, che nelle prossime edizioni coinvolgeranno anche le scuole, sono stati ideati e fortemente voluti dal prof. Cataldo Russo, presidente dell’associazione di Milano La nave di Ulisse, in collaborazione con le altre associazioni di Crucoli, patrocinati dal comune e dalla regione. La giuria composta dal sindaco Cataldo Librandi, dal vicesindaco Giuseppe Liotti, dal prof. Giuseppe Virardi, dalla dott.ssa Marianna Barberio, dai giornalisti Giuseppe Pipita, Giacinta Smurra e Annunziato Esposito, dal saggista Gaetano Lamanna, dopo aver valutato oltre 200 lavori ha decretato i vincitori, tra i quali autori di varie nazionalità come Arjan Kallco dell’Albania, Falikou Kourouma del Mali, Connie Guzzo MacParland del Canada e Adriana Tursi dell’Argentina. Riconoscimenti e premi sono stati consegnati nella sala consiliare dell’antico palazzo municipale, oltre che dai membri della giuria, da David Frati direttore di Mangialibri, dagli assessori comunali Francesco e Gianfranco Gagliardi e Donato Mingrone.



Per il premio Barberio e la sezione poesia singola si è aggiudicata il primo premio la poesia in lingua arbëreshë (l’arbërisht), parlata dalla minoranza etno-linguistica albanese in Italia, Kative të bàrda di Giovanni Troiano di Trebisacce dedicata alle “vedove bianche” che sfioriscono nell’attesa di “ricomporre famiglie disgregate dall’emigrazione”. Secondi classificati ex equo Franco Artese e Cataldo Scalise, originari di Crucoli, rispettivamente con la lirica Ccù ‘r’a Madonna chi t’accumpagna, che ricorda “l’augurio di genitori, parenti e amici rivolto a chi parte, affidato alla Madonna perché lo protegga, e I shetti da gghiazza “bozzetto di vita di paese con i vecchi seduti sulle panchine della piazza che condividono ricordi e notizie con i pochi giovani rimasti”. Terza classificata Manfredi Maria Dell’Aversana, di Caserta, con Comm’è scuro cà ssotto che commuove ricordando le traversate e le stragi dei migranti. Menzioni d’onore per Angelo Canino di Acri e Andrea Palopoli originario di Crucoli, con ‘A giacca e patrima, nella quale il poeta “evoca la presenza del padre attraverso l’immagine della giacca dell’anziano genitore rimasta piegata sulla spalliera della sedia”, e ‘A speranza “silente e benefica compagna di vita senza la quale c’è solo disperazione e morte”. Si è aggiudicato il premio per il libro edito di poesie, pubblicato dopo il 2015,  Lingua Mater di Angelo Gaccione di Milano, sostenendo l’importanza dei dialetti calabresi “che scavando nell’animo del lettore per trasmettere emozioni pregne di vita, di passione e di carnalità”, insieme alla silloge ‘U ricrju ru me coru di Rocco Nassi di Bagnara Calabra che parla di “riscatto dalla decadenza di un territorio, che è bello e magico” e degli stereotipi e pregiudizi legati alla nostra regione. Terza classificata la silloge Simina ri mmernu di Patrizia Sardisco di Monreale, che evidenzia, come di semina in semina, “si perpetua il meraviglioso gioco della vita con una presenza dell’uomo nella natura non sempre benefica”. Menzione d’onore anche per la silloge ad Angelo Canino di Acri per Profumi ‘i cosi antichi che propone un viaggio attraverso i profumi di cose del passato per richiamare i tempi andati. Altra menzione d’onore a ‘U respiru du paisu di Cinzia Pitangora, di Castelbuono, per le atmosfere semplici e nello stesso tempo magiche che ricrea. Per i racconti editi pubblicati dopo il 2015 primo premio alle Novelle Valdagnesi di Claudio Angelo Lora di Valdagno e Sicilitudine di Cristiano Parafioriti residente a Luino. Eroi della quotidianità nelle novelle “in cui prevalgono i valori della solidarietà e della fratellanza” così come la sicilitudine di Parafioriti “immerge il lettore in luoghi apparentemente remoti, ma palpitanti di vita richiamando in mente grandi autori quali Verga, Pirandello, Sciascia, Camilleri”.



Secondo classificato Oreste Toma di Nociglia con i Racconti salentini che propone “i racconti della nonna uniti fra loro dalla magia e dal prodigio”. Terzo Classificato ex equo Passi in libertà dell’albanese Arjan Kallco di Korce e Pietre, storie di provincia, di Vincenzo Elviretti. Nel primo libro di racconti “si coglie tutta la sofferenza dell’autore che ha conosciuto i cambiamenti e le lacerazioni degli anni Novanta, quando barconi stracarichi di albanesi sbarcavano sulle coste italiane”, mentre nel secondo libro i racconti brevi parlano della provincia “come di una madre che accoglie sempre i suoi figli e di una vita paragonata alle pietre, immobili, mai stanche della loro monotonia”. Menzione d’onore ai 20 Racconti fiabeschi, di Lorenzo D’Apolito di Manfredonia, uno per ogni regione d’Italia per raccontare le tradizioni popolari calate in un’atmosfera fantastica.
Per il premio Paletta si è aggiudicato il primo premio Terra di lacrime del poeta Falikou Kourouma che risiede a Valeggio sul Mincio. Poesia di impegno civile in cui l’autore, “che ha vissuto il dramma di lasciare la sua terra e porta sul corpo e nell’anima i segni della traversata in mare, è sopravvissuto con la consapevolezza di dover trovare la forza di continuare a vivere adattandosi al nuovo, senza mai recidere le radici convinto che gli basterebbe un po’di polvere rossa della sua Faraba da disperdere nella nuova terra di accoglienza, per continuare il suo cammino”. Seconda classificata Suspira di Simone Scapolaro di Paternò lirica in cui “il sospiro sa trasmutarsi in mille cose e tradurre mille sentimenti” per continuare il proprio percorso di vita, nonostante il mondo sia “troppo grande” e il suo cuore di poeta non sia più grande di “una noce”. Terza classificata Amore per te, terra mia di Rosanna Sanna di Torpè, poetessa “migrante” che trova la salvezza nel rinsaldare il legame con la propria terra. Menzione d’onore a Cissà ‘ndo finissi el mar di Cicola Cordioli di Valeggio sul Mincio che guardando il tramonto si commuove per il fratello più sfortunato. Altra menzione d’onore per Andate di Vincenzo Ursini di Catanzaro che osserva con tristezza la sua terra spopolarsi. Per la sezione Libro di racconti sull’emigrazione edito dopo il 2018, prima classificata l’opera Oltre il confine (Prospero editore- Novate Milanese) AA.VV. Hanno partecipato alla stesura di questa raccolta di racconti 28 autori italiani e qualche straniero sul tema dell’emigrazione e del ritorno. “Ne è venuto fuori un libro corale, ben scritto, con una propria omogeneità e identità”.



Secondo classificato Le donne di Saturno (Rubbettino editore) di Connie Guzzo McParland Canada “romanzo che racconta la storia di 3 donne italo-canadesi che vivono come sospese fra una Montreal moderna e dinamica e una Calabria ferma agli anni ’50”. Terzo classificato Radici Lucane di Patrizia Bianco. Un libro in cui “scorre la vita di tre generazioni, occasione per l’autrice di parlare di una famiglia il cui stile di vita è imperniato sui valori patriarcali, a partire dagli anni ’30”. Menzione d’onore per Su quella collina amena di Domenica Milena Arcuri Rossi di Lestizza. “Racconto lungo che si incentra sulle vicende del giovane protagonista che, nonostante la sua determinazione a voler restare nella propria terra, viene risucchiato in luoghi lontani, posti che percepisce come estranei alla sua formazione e indole”. Menzione d’onore per il libro Samos di Michelangelo Bortolo di Roma sull’esperienza di un giovane medico nei campi profughi dell’isola di Samos che, “da meta turistica si è trasformata in campo per migranti, che fuggono dalla guerra, e dove il lavoro della Comunità di Sant'Egidio e la presenza di molte realtà di volontariato suppliscono, per quanto possono, alla mancanza dei più elementari servizi e diritti”.  


Lo scrittore Cataldo Russo
ideatore del Premio

Menzione d’onore anche per Lo que se dice di Adriana Veronica Tursi di Buenos Aires. Racconto breve in cui domina la struggente nostalgia dell’Italia e delle proprie radici. Per la sezione Saggio breve, essendo pervenute solo due opere, si è attribuito a Lorenzo Spurio di Jesi il secondo premio per il saggio Il migrante che analizza l’opera di scrittori stranieri (il senegalese Pap Khuoma, il pakistano Mueed Ali, il brasiliano Julio Monteiro Martins) pervasa di sentimenti, stati d’animo e emozioni di un’umanità “straniata”. Terzo classificato il saggio Da Sud a Nord, da Est a Ovest di Ruggiero Di Bitonto di Barletta che parla del mondo attuale che “è il risultato di imponenti migrazioni, attraverso i secoli. Un’odissea di uomini e donne sempre in movimento verso l’incognito alla ricerca di una vita migliore, ma anche un desiderio di ritorno, la speranza di ritrovare le proprie radici”.