Io sto con Francesco! E sto con le ragazze e i
ragazzi come lui che sono preoccupati per il futuro del mondo e, generosamente,
si stanno sacrificando in prima persona per smuovere le coscienze e la politica
che sembra aver completamente dimenticato la questione ambientale e l’urgenza
di combattere il cambiamento climatico in atto. Francesco ha solo 16 anni, poco
più dei miei figli, ed ha un nome che, ad Assisi, la mia Città, che ho l’onore
e la responsabilità di amministrare, riecheggia nelle orecchie e nella
coscienza. San Francesco e papa Francesco ci insegnano, ogni giorno ed in modo
sempre attuale, che più che le parole, parla l’esempio di vita, e contano i
gesti. E
invece di essere noi, gli adulti, a passare dal dire al fare, sono ragazze e
ragazzi giovanissimi a ricordarci, con il loro sacrificio personale, che il
cambiamento climatico è in atto con una velocità che stupisce drammaticamente
anche gli scienziati e con una gravità che ci sta facendo vivere l’anno più
caldo di sempre. Se non ci fermiamo ora, davanti a un ragazzo che può essere
nostro figlio e che, poiché è inascoltato, si impegna in una azione di
disobbedienza civile nonviolenta con un suo sacrificio fisico di privazione del
cibo, che generazione siamo? Che politici siamo? E
ricordiamoci che il cambiamento climatico ha una origine certa: il consumo di
combustibili fossili. Ed anche conseguenze altrettanto certe, che non si
limitano al “ferragosto a settembre”, ma che stanno all’origine del dramma dei
profughi e delle guerre. Francesco, con il suo esempio, dà uno schiaffo alle
nostre coscienze, come Loujin e come gli altri bimbi siriani morti di sete e di
stenti in questi giorni, nei nostri mari. Francesco combatte la sua buona
battaglia in modo nonviolento, anche per salvare le vite di altri giovani, di
altri bambini come Loujin, che sono nati nella guerra, nei campi profughi,
nelle carestie, sotto le bombe, mentre si continuano a vendere armi e ad usare
i combustibili fossili, la loro estrazione, il loro passaggio, come strumenti
di guerra.
La Basilica
Francesco combatte la sua battaglia anche per salvare chi di
cambiamento climatico può morire alle nostre latitudini, per una frana, per un
sottopassaggio allagato, sotto una bomba d’acqua o per un evento meteorologico
imprevedibile e sempre più frequente in maniera anomala nei nostri paesi. Se
non lo capiremo subito, davvero non avremo più nessuna dignità come generazione
politica. La politica si occupi immediatamente e senza esitazione della lotta al
cambiamento climatico, scelga le fonti rinnovabili e il disinvestimento dalle
fonti fossili, aiuti (famiglie, imprese, enti pubblici e chi vuole investire
risorse ed energie nelle fonti rinnovabili e nel risparmio energetico):
basterebbe un po’ di sburocratizzazione, unita al controllo, per fare cambiare
i numeri dei nostri consumi energetici e ridurli drasticamente, basterebbe
favorire la ricerca e le startup dei nostri giovani, che hanno idee e
formazione, per trovare soluzioni innovative in grado di combattere il
cambiamento climatico, risparmiare energia e difendere le nostre famiglie e le
nostre imprese dalla povertà energetica ed economica inevitabile se
proseguiremo su questa strada scellerata, come se nulla fosse. La politica deve
occuparsi della questione ecologica in termini di ecologia integrale. Il mondo
può ancora cambiare, il mondo si può cambiare. Ce lo ha dimostrato San
Francesco, che da solo e spogliandosi di tutto, è diventato un gigante della
religione, del pensiero, della spiritualità, che parla ancora oggi anche da
patrono degli ecologisti. Io sto con Francesco! *Sindaco
di Assisi