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lunedì 10 ottobre 2022

BALLE E SERVI
di Franco Continolo
 


Diceva, mi pare, Hitler che la balla più è grossa, più ha probabilità di essere creduta dalle masse; non immaginava il dittatore nazista che gli americani sarebbero andati oltre, e che la loro propaganda sarebbe stata capace di allineare anche assemblee di eletti in regime di democrazia, come il Parlamento europeo e il Consiglio europeo. Può darsi che Draghi, uno dei partecipanti a queste riunioni di scemi del villaggio, esageri quando dice – più precisamente, ripete come un ritornello – che c’è stata grande unità; resta il fatto piuttosto sorprendente che mentre sulle questioni economiche vige un disaccordo permanente, sulla questione della guerra e della pace, che pure ha rilevanti conseguenze economiche, delle decisioni vengano prese senza troppe discussioni, e che il cosiddetto alto rappresentante per la politica estera possa esibire una linea guerrafondaia perfettamente coerente con i dettati della propaganda americana e della NATO, primo dei quali è che l’attacco russo è stato “unprovoked”. Ma adesso l’impareggiabile Borrell vuol salvare almeno la faccia, e si fa portavoce di un’istanza molto sentita, quella dell’ordine europeo. Tutti immaginano una nuova Helsinki e invece siamo sempre al capitolo dell’allargamento (anti-russo) – un allargamento che ha più evidenti i caratteri della zona di influenza, e che prende il nome di Comunità Politica Europea. L’iniziativa, spiega l’alto rappresentante, è del solito Macron, la cui fantasia riesce a combinare l’autonomia strategica con l’ulteriore annacquamento dell’UE. Ciò che tiene insieme l’inconsistenza macroniana è l’avversione alla Russia, quindi un’idea di caos, in linea con la politica americana. L’ultimo esempio di questo allineamento lo racconta Maria Zakharova: a presiedere il Consiglio di Sicurezza, convocato su richiesta della Russia per procedere ad un’indagine internazionale sul sabotaggio dei gasdotti, era il rappresentante francese, il quale prima ha ritardato la riunione, poi ha promosso la richiesta (americana) di escludere la Russia, il danneggiato, dall’indagine. Si ripete, osserva la Zakharova la stessa procedura adottata per l’abbattimento del volo della Malaysia Airlines nei cieli dell’Ucraina: anche allora il principale danneggiato, la Malesia, venne escluso dalla commissione di indagine (venne poi integrato qualche mese dopo per l’insostenibilità della decisione), perché non ritenuto sufficientemente manovrabile, come sono invece gli olandesi. Va ricordato in proposito che Amsterdam è il partner minore della City nel riciclaggio, e L’Aia è la capitale dell’ingiustizia internazionale. La scontatissima sentenza del tribunale olandese è attesa per il prossimo 17 novembre, e John Helmer raccontava nel luglio scorso le ultime fasi del processo-farsa.