Siamo un Paese di eredi. Siamo un Paese di eredi. Ci
siamo appena liberati dagli eredi di Stalin (gli ex comunisti confluiti nel Partito
Democratico, per servire un nuovo padrone non più di oltre-Cortina ma di oltre-Atlantico)
ed ecco arrivare alla ribalta patria gli eredi di Mussolini (Ignazio La Russa)
e della Santa Inquisizione Cattolica (Lorenzo Fontana). È un destino cui
non potremo mai sottrarci: siamo figli di una mentalità diffusa e generalizzata
che preferisce “credere” anzi che “pensare”. Gli
Italiani credono a ciò che hanno raccontato loro i monoteisti
mediorientali sulla religione, e credono a ciò che hanno detto, nel secolo breve,
gli idealisti tedeschi sul fascismo e sul comunismo. L’Italia è un Paese in cui persino i liberali non
hanno un pensiero sgombero dai condizionamenti di Hegel (Gentile e Croce docent). Qualcuno ha cominciato a chiedersi se sia utile, con
un tale panorama - che esaurisce tutte le possibilità di scelta - continuare
ancora a votare. Si può scegliere di affidare il proprio futuro di
Nazione a chi ha rinunciato a pensare… per credere? Si può
consentire che, credendo, si continuino a giustificare tutti i misfatti
compiuti nel corso della Storia dai “fideisti” e dai “fanatici” dell’ideologia
e a permettere, per di più, che, non pensando, s’insista nel gioco “a
mosca cieca” sulla nostra pelle? Franco Mazzella