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lunedì 31 ottobre 2022

IL COMMENTO
di Franco Continolo


La notizia del giorno è che, in seguito agli attacchi alla base di Sebastopoli, la Russia esce dall'accordo sul grano. La notizia era, come si suol dire, nell’aria dopo che Putin aveva minacciato il passo se fosse arrivata conferma del sospetto che l’esplosivo usato per far saltare il ponte di Crimea era uscito da Odessa su una nave carica di grano. Alla decisione russa deve aver contribuito anche il giudizio, più volte espresso dal presidente, che l’accordo era stato tradito perché solo il 2 - 3% del grano andava ai paesi poveri. La conferma ufficiale sulla provenienza dell’esplosivo usato per il ponte non pare ancora esserci; in compenso il comunicato di ieri del ministero della Difesa russo accusa la Gran Bretagna di essere direttamente responsabile sia dell’attacco a Sebastopoli, sia dell’attentato al gasdotto Nord Stream. Dopo la serie di telefonate che nello scorso fine settimana hanno visto il ministro della Difesa russo impegnato ad ammonire i colleghi occidentali dal giocare la carta della bomba sporca, tipico prodotto da pataccari, la Gran Bretagna, il regno dei pataccari, appare sempre più nel mirino dei russi. La Russia ha portato la questione della bomba sporca anche al Consiglio Sicurezza delle Nazioni Unite, con il risultato che l’IAEA, l’agenzia atomica, secondo quanto riferisce l’ambasciatore Nebenzia, si è detta pronta a vigilare. La garanzia di Grossi non è il massimo, ma non ha alternative. L’escalation per adesso si limita agli avvertimenti, alle parole; è tuttavia evidente che l’allargamento della guerra è in atto. Alla brutta sensazione dell'escalation, questa volta direttamente verso la guerra nucleare, contribuisce lo sdoganamento dell’arma atomica nella strategia americana. Con il documento appena varato dal Pentagono, che viene illustrato da Emma Claire Foley, la bomba esce infatti dal limbo della deterrenza per diventare protagonista del campo di battaglia. L’effetto immediato della nuova strategia, nota la Foley, non è solo di assicurare per il futuro ricchi bilanci all’apparato industrial-militare, ma di compromettere ogni ipotesi di accordo internazionale sul controllo e la riduzione delle armi nucleari. All’escalation contribuiscono infine i commentatori “mainstream” che parlano ormai correntemente di terza guerra mondiale. Caitlin Johnstone riporta esempi da Foreign Affairs, WP, Foreign Policy, New Yorker, ecc. I tratti comuni a tutti sembrano due: che la guerra sia inevitabile – in altre parole, che gli Stati Uniti non abbiano responsabilità per il suo accadere; e che tutti abbiano fatto proprio il motto mussoliniano “molti nemici, molto onore”. Il riferimento è ovviamente a Russia e Cina che vanno affrontate insieme per la maggior gloria dell’industria militare.