La notizia del giorno è che, in seguito agli attacchi alla base di Sebastopoli, la Russia esce dall'accordo sul grano. La
notizia era, come si suol dire, nell’aria dopo che Putin aveva minacciato
il passo se fosse arrivata conferma del sospetto che l’esplosivo usato per far
saltare il ponte di Crimea era uscito da Odessa su una nave carica di grano.
Alla decisione russa deve aver contribuito anche il giudizio, più
volte espresso dal presidente, che l’accordo era stato tradito perché solo
il 2 - 3% del grano andava ai paesi poveri. La conferma ufficiale sulla
provenienza dell’esplosivo usato per il ponte non pare ancora esserci; in
compenso il comunicato di ieri del ministero della Difesa russo accusa la Gran
Bretagna di essere direttamente responsabile sia dell’attacco a
Sebastopoli, sia dell’attentato al gasdotto Nord Stream. Dopo la serie di
telefonate che nello scorso fine settimana hanno visto il ministro della Difesa
russo impegnato ad ammonire i colleghi occidentali dal giocare la carta della
bomba sporca, tipico prodotto da pataccari, la Gran Bretagna, il regno dei
pataccari, appare sempre più nel mirino dei russi. La Russia ha portato la
questione della bomba sporca anche al Consiglio Sicurezza delle Nazioni
Unite, con il risultato che l’IAEA, l’agenzia atomica, secondo quanto riferisce
l’ambasciatore Nebenzia, si è detta pronta a vigilare. La garanzia di
Grossi non è il massimo, ma non ha alternative. L’escalation per adesso si
limita agli avvertimenti, alle parole; è tuttavia evidente che l’allargamento
della guerra è in atto. Alla brutta sensazione dell'escalation, questa volta
direttamente verso la guerra nucleare, contribuisce lo sdoganamento dell’arma
atomica nella strategia americana. Con il documento appena varato dal
Pentagono, che viene illustrato da Emma Claire Foley, la bomba esce infatti dal
limbo della deterrenza per diventare protagonista del campo di battaglia.
L’effetto immediato della nuova strategia, nota la Foley, non è solo di
assicurare per il futuro ricchi bilanci all’apparato industrial-militare, ma di
compromettere ogni ipotesi di accordo internazionale sul controllo e la
riduzione delle armi nucleari. All’escalation contribuiscono infine i
commentatori “mainstream” che parlano ormai correntemente di terza guerra
mondiale. Caitlin Johnstone riporta esempi da Foreign Affairs, WP,
Foreign Policy, New Yorker, ecc. I tratti comuni a tutti sembrano due: che
la guerra sia inevitabile – in altre parole, che gli Stati Uniti non abbiano
responsabilità per il suo accadere; e che tutti abbiano fatto proprio il motto
mussoliniano “molti nemici, molto onore”. Il riferimento è ovviamente a
Russia e Cina che vanno affrontate insieme per la maggior gloria dell’industria
militare.