Non
sono nessuno, ma… Non
sono nessuno, ma al posto della senatrice Liliana Segre, sopravvissuta ai campi
di sterminio nazifascisti, non sarei stato disponibile a presiedere
l’incoronazione di un post-fascista alla carica di presidente del Senato, né a
ricevere dalle mani dell’eletto un mazzo di fiori. Certamente in molti diranno
che sono un incallito e cocciuto nostalgico di stupide chiusure ideologiche, e
che è tempo di dimenticare i mazzieri, tenuto conto che con libere elezioni
anche a Sant’Anna di Stazzema la destra filofascista ha fatto il pieno di voti
e di consensi. Ma, vivaddio, come si fa, da parte di una Signora di 97 anni,
icona della Resistenza e dell’orrore dei campi di sterminio, a resistere al
puzzo nauseante di post-fascisti incalliti, che sotto mentite spoglie vengono
votati anche da una parte della sedicente opposizione venduta. Per essere
capace di non vomitare, come sarebbe certamente successo a me, povero mortale,
di fronte a tali spettacoli, c’è davvero bisogno di grande, grande coraggio,
che ancora una volta la Signora Segre ha dimostrato di avere forse in nome
dell’alta funzione istituzionale di cui è stata investita; tuttavia, per onestà
intellettuale, non posso non ribadire che dal profondo dell’anima avrei preferito
non vedere la grande Segre fare da madrina in quella farsa, sia pure in qualità
di rappresentante più anziana dell’Assemblea; forse assentandosi o rifiutandosi
con un atto di insubordinazione avrebbe potuto risparmiarsi lo strazio: a volte
penso proprio che disobbedire sia la cosa più ‘santa’ e più saggia che una
persona possa fare. Peccato che questa disobbedienza non sia avvenuta; mi
avrebbe proprio fatto un granbene non solo morale ma anche fisico, soprattutto
alla mia età! Vincenzo
Rizzuto