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giovedì 27 ottobre 2022

NON CE N’ERAVAMO ACCORTI   
di Vincenzo Rizzuto


 


Cosenza. Perbacco, non ci eravamo accorti che la Meloni era un’antifascista convinta, impegnata, nel combattere con eroico furore ogni rigurgito del triste Ventennio, molto di più dei nostri cari ‘compagni’ della rovinosa sinistra degli ultimi venti trent’anni della politica italiana! Per renderci conto dell’abbaglio è stato necessario portare la medesima Meloni allo scranno di Palazzo Chigi, e l’altro antifascista sfegatato Larussa al comando di Palazzo Madama, luoghi dove finalmente i due, con la iattanza dell’accento romanesco più stridente, hanno dichiarato alla nazione la loro fede politica più adamantina: ‘Noi con il fascismo non abbiamo nulla in comune, ai tempi del Duce non eravamo ancora nati, basta con le mistificazioni! Noi vogliamo solo chiudere i porti; smontare definitivamente l’unità europea in nome dell’autarchia; continuare a non invocare la pace come unico rimedio contro la guerra; abolire il reddito di cittadinanza; proibire di essere poveri, non far pagare ai ricchi alcuna tassa con la flat tax; non disturbare i no-vax;  non rendere obbligatorio l’uso della mascherina, tagliare le spese inutili come quelle della Scuola pubblica come già aveva fatto il cavaliere con la ministra Gelmini; presenziare, perché no, le manifestazioni antifasciste insieme a quelle della repubblica di Salò; continuare a non dare peso alle fandonie dei conflitti d’interesse e ignorare la grande evasione fiscale, da convinti assertori dell’idea che i grandi profitti privati non debbano essere disturbati dalle esigenze dello Stato sociale. Ecco, queste grandi linee della politica della nuova destra ‘antifascista’ sicuramente faranno della nuova maggioranza governativa una esperienza davvero ‘storica’.
A volte affidare le pecore al lupo risolve definitivamente il problema della guardiania; un po’ come succede, mi si passi l’esagerazione, con le ville al mare, abbandonate nei periodi invernali, quando, per salvarle dagli atti vandalici, le si affida alla medesima delinquenza organizzata: quale migliore garanzia?