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domenica 9 ottobre 2022

QUALE FUTURO PER LE ZONE INTERNE?



Convegno in memoria di Mario Melino
Anzano di Puglia (FG) Auditorium comunale ore 9,30           
 
Il 15 ottobre 2022 sarà una giornata memorabile per Anzano e per il territorio dei Monti Dauni e delle province circostanti. Si ricorderà infatti la figura e il pensiero di un grande cittadino di Anzano (nato nel 1916), Mario Melino, personaggio di spicco dell’antifascismo e della politica italiana, meridionalista, oltre che intellettuale pacifista e educatore che sperimentò innovativi percorsi pedagogici. Chiamato da Riccardo Bauer alla Società Umanitaria di Milano, ne sarà Direttore generale dal 1956 al 1975. 
Il Convegno intende riscoprire ed attualizzare il pensiero e l’azione di Melino che dedicò tutta la vita all’impegno sociale e politico, a partire dalla collaborazione con l’insigne filosofo ed intellettuale meridionalista Tommaso Fiore, suo primo mentore nel periodo della giovinezza trascorso in Puglia.
Convinti che perdere il passato significa perdere il futuro, con l’evento del 15 ottobre proveremo a confrontare la tradizione di pensiero a cui appartiene Melino con le problematiche legate all’attualità delle aree interne.
Lo faremo con i relatori che prenderanno parte all’evento:
Francesco Gesualdi, fondatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo;
Nello De Padova, studioso delle economie locali;
Joseph Rickit, artista, studioso dell’ambientalismo e attivista sociale Maori.
 
Il Convegno sarà trasmesso in diretta streaming.
Per info 333-3844628
 
 
Mario Melino

Melino
 
Nasce ad Anzano degli Irpini (oggi Anzano di Puglia) il 22 settembre 1916 da Antonio, insegnante, e da Raffaella Castello. Trascorre l’infanzia con la famiglia ad Accadia, dove suo padre ottiene il primo incarico di maestro elementare, e dove frequenta le scuole inferiori. In seguito è avviato agli studi secondari prima presso il collegio di Ariano Irpino, poi a Molfetta presso il liceo locale sotto la guida di Carlo Muscetta e di Tommaso Fiore, a cui lo legherà un’amicizia destinata a durare tutta la vita. In quegli anni entra a far parte del Circolo Giovanile Cattolico della città pugliese e ne diventa giovanissimo segretario. Nel 1935, dopo la morte del padre, grazie a una borsa di studio si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica di Milano, e per mantenersi si fa assumere come precettore all’Istituto dei Ciechi. Nel 1938 è insegnante di Italiano e Storia all’Istituto Magistrale di Varese, dove inizia a frequentare gli ambienti antifascisti in cui viene introdotto da colleghi fidati. L’anno dopo si trasferisce alla scuola professionale di Busto Arsizio, e nel 1940 consegue la laurea. Nel 1941 viene chiamato alle armi ed inviato a Bari dove riprende i contatti con Tommaso Fiore con cui inizia un’intensa attività antifascista, e frequenta Canfora, Croce, Laterza e De Martino. Arrestato con Tommaso Fiore e Vittore, giovanissimo figlio del filosofo pugliese, viene in seguito scarcerato e trasferito al comando militare di Chieti. L’anno dopo è tra i fondatori del Partito d’Azione. Continua l’attività nella Resistenza del Chietino fino al ’44 quando si trasferisce a Roma e inizia a collaborare con Ugo La Malfa e Riccardo Bauer, che diventerà suo inseparabile amico e compagno di lotta per tutta la vita. È nominato capo dell’Ufficio Stampa e Propaganda della Direzione del Partito d’Azione. Poco dopo, il Ministero della Guerra ne ordina il trasferimento al Quartier Generale del Governo Militare Alleato di Chianciano, poi a quello di Firenze. Rientra a Roma e lavora all’Ufficio Partigiani della Direzione Centrale del Partito d’Azione.  



Nel 1945 chiamato da Riccardo Bauer torna a Milano per affiancare il leader azionista nella ricostruzione ed il rilancio della Società Umanitaria, e ne assumerà la direzione dal 1956 al 1975. Nell’opera di rinnovamento della prestigiosa istituzione milanese, punto di riferimento della cultura antifascista, laica e libertaria, Melino dà vita con Leone Dieni ed Enea Cerquetti ad un originale laboratorio sperimentale di educa-zione per adulti. Da questa esperienza di cultura alternativa nascerà il Centro residenziale Osimo a Villa Meina sul lago Maggiore, sede dei corsi. Nel 1975 Melino lascia definitivamente tutti gli incarichi all’Umanitaria, continuando a tenere viva la memoria del pensiero e dell’azione sociale e politica di Bauer, e del suo impegno pacifista. Nel 1984 organizza un grande convegno a lui dedicato. L’anno seguente cura due volumi in memoria del grande azionista: Riccardo Bauer, atti delle giornate di studio organizzate dalla Società Umanitaria, e l’autobiografia Quello che ho fatto. Tra le altre sue pubblicazioni, il carteggio con il suo illustre mentore Tommaso Fiore, Carissimo Mario, e l’autobiografia Un emigrante torna alle origini, con pagine commoventi dedicate all’amata Anzano, sua terra d’origine. Mario Melino muore il 23 agosto del 2000 a Zoagli (GE). Coerente ed appassionato attivista, intellettuale e educatore, la sua vita, guidata sempre dal sogno di un mondo di pace e nonviolenza, fu intera-mente dedicata alla difesa della libertà, della giustizia sociale e della democrazia.