Firmare questo Appello. Milano. Sono ad ora 101 i
medici e gli operatori sociosanitari che hanno sottoscritto l'appello Salvare
laLombardia è possibile. Salviamo il Servizio Sanitario lombardo. “Abbiamo
sottoscritto questo appello - ha dichiarato Marco Caldiroli, Presidente
nazionale di Medicina Democratica - per lo stato drammatico in cui versa il
Servizio Sanitario Pubblico lombardo, sempre più in balia della
privatizzazione, con la conseguente fuga degli operatori dalle strutture
pubbliche. Pesanti disservizi, liste d’attesa infinite, gravi disagi per i
pazienti sono sotto gli occhi di tutti. Bisogna uscire da questo tunnel anche e
soprattutto per salvare la Lombardia: all'appuntamento delle imminenti elezioni
regionali ci andiamo con proposte concrete e realizzabili per salvare il
Servizio Sanitario Pubblico e la Lombardia e con una personalità indiscussa
come Vittorio Agnoletto, le cui competenze, esperienza e impegno sono
ampiamente conosciuti. Ora lo poniamo all'attenzione delle forze sociali e
politiche regionali”. L’appello richiede un cambiamento alla radice del
servizio sanitario regionale facendo leva sulle iniziative e le proposte che
associazioni e comitati hanno organizzato ed elaborato in particolare negli
ultimi due anni, durante la grave crisi pandemica. L’appello è aperto a tutte
le cittadine e cittadini della Lombardia: nella mail di adesione è necessario
indicare nome, cognome, professione e località di residenza.
L’Appello è disponibile al link:https://www.medicinademocratica.org/wp/?p=13524 e le adesioni possono essere inviate
all'indirizzo: sanitalombardiasos@gmail.com Salvare la Lombardia è possibile. Salviamo il Servizio
Sanitario lombardo. Siamo operatrici e operatori sanitari e sociosanitari,
professionisti, professioniste, lavoratrici e lavoratori della sanità lombarda.
Abbiamo vissuto, nei nostri luoghi di lavoro gli ultimi due anni con gli oltre
40.000 morti per Covid; abbiamo sperimentato sulla nostra pelle i limiti e
anche i fallimenti della cosiddetta “eccellenza” sanitaria della Lombardia: i
piani pandemici inesistenti; i medici di medicina generale abbandonati a sé
stessi; la scarsità di reagenti e di tamponi in tutta la prima fase del 2020;
le USCA presenti quasi solo sulla carta; la mancanza di personale nelle
strutture ospedaliere e nei servizi territoriali; la drammatica condizione
delle RSA, fino alla sciagurata delibera dell’8 marzo 2020 che autorizzava il
trasferimento in queste strutture di persone positive provenienti dagli
ospedali; la mancata dichiarazione della zona rossa nel bergamasco. Non
possiamo e non vogliamo dimenticare. Siamo convinti che la “missione” del
Servizio Sanitario Regionale sia la tutela e la promozione della salute
pubblica e non i profitti da realizzare attraverso le prestazioni sanitarie. In
Lombardia, quando si parla di sanità le persone sono considerate “clienti”,
anziché portatrici di diritti. Con il paravento della “parità” ed ora della
“equivalenza” tra pubblico e privato, la maggioranza che governa la nostra
regione ha distribuito le risorse in modo sempre più sbilanciato verso il privato
senza attuare i principi previsti dalla riforma sanitaria del 1978 di un
Servizio Sanitario Nazionale universale. Le ultime iniziative legislative della
giunta lombarda, anche attraverso l’utilizzo dei fondi del PNRR, proseguono
nella medesima direzione. L’attuale maggioranza, qualora riuscisse a governare
per altri cinque anni, porterà al disfacimento completo della sanità pubblica,
aumentando le disuguaglianze nell’accesso ai servizi: l’allungamento delle
liste d’attesa ne è uno dei sintomi. Accade anche che la popolazione esasperata
riversi il proprio scontento verso di noi, operatori del servizio sanitario
pubblico, anziché nei confronti dei decisori politici. Per una Lombardia in
salute è indispensabile cambiare alla radice il servizio sanitario regionale.
In questi ultimi due anni molte associazioni, comitati e vari partiti
dell’opposizione hanno organizzato diverse iniziative per proporre una netta
inversione di tendenza. Siamo convinti che vi sono forze sufficienti per farlo.
Le sollecitiamo ad unire le proprie energie, a mettere al centro del programma
elettorale la difesa e la ricostruzione della sanità pubblica. Senza
dimenticarsi che la spesa sanitaria costituisce circa il 75% del bilancio
regionale e che la tutela della salute dipende non solo dal buon funzionamento
del Servizio sanitario pubblico, ma anche, ad esempio, dalle condizioni di
lavoro, ad iniziare da interventi finalizzati ad abbattere l’alto numero di
infortuni e di morti sul lavoro e da politiche rispettose dell’ambiente, in
grado di tutelare l’habitat naturale e di ridurre la presenza di agenti
inquinanti, nocivi e cancerogeni.
In questi anni è stato per noi estremamente importante il lavoro condotto con
continuità e passione dal nostro collega Vittorio Agnoletto, attraverso l’inesauribile
attività di informazione e denuncia svolta sia dai microfoni di “37e2”, la
trasmissione sulla salute di Radio Popolare, sia con le quotidiane iniziative
dell’ “Osservatorio Coronavirus”. Vittorio non ha esitato a denunciare
pubblicamente i centri del potere sanitario che hanno cercato di trarre
vantaggi dalla tragedia dell’epidemia, si è schierato al fianco delle molte
donne e uomini che vedono calpestato il loro diritto alla cura e
all’assistenza, ha supportato le operatrici e gli operatori sanitari e
sociosanitari in prima linea ed insieme a tante associazioni, ha avanzato
proposte precise per rafforzare il ruolo della sanità pubblica nella nostra
regione. È
una persona competente, conosce bene le problematiche del sistema sanitario
lombardo e da anni svolge un fondamentale ruolo di denuncia e proposta. È stato
un riferimento per moltissime e moltissimi di noi. Per questi motivi, chiediamo a Vittorio di
rappresentare le nostre ragioni e le nostre speranze, anche impegnandosi nella
sfida regionale per costruire un’alternativa concreta a chi sta distruggendo il
servizio sanitario pubblico. Nel possibile percorso, recentemente proposto da
esponenti dell’opposizione per costruire un fronte unitario, vincente e
alternativo al centrodestra (letteralmente un “comitato per la salute
pubblica”), riteniamo che i temi della salute e della sanità, come emergono
dalla nostra quotidiana esperienza e dalle numerose vertenze popolari locali,
debbano avere un ruolo centrale; riteniamo che Vittorio possa rappresentarli
nel migliore dei modi.
Uniamo tutte le nostre forze, le nostre risorse e le nostre competenze:
vincere, questa volta, è possibile.
Un’altra Lombardia è urgentemente necessaria.
L’APPELLO È APERTO A TUTTE LE CITTADINE E CITTADINI.
SI RICHIEDE CHE NELLA MAIL DI ADESIONE SI INDICHI NOME, COGNOME, PROFESSIONE E
ZONA DELLA LOMBARDIA DA CUI SI SCRIVE. (A cura di Laura Tussi)