La
saggezza dei lettori BEATI I COSTRUTTORI DI PACE
Il 5 novembre a Roma per fermare la
guerra. Il
Cristianesimo sta tornando alle sue origini. Il Santo Padre, ogni giorno esorta
i governi, dei Paesi in guerra, a deporre le armi e costruire la Pace. Il
messaggio del Papa è raccolto da uomini instancabili come Andrea Riccardi,
fondatore della comunità di Sant’Egidio, Marco Tarquinio direttore del
quotidiano Avvenire e tante altre persone di fede e di buona volontà, che ogni
giorno lavorano incessantemente per fermare la guerra in Ucraina e non solo. Papa
Benedetto XV pregava e faceva penitenza, dormendo sul pavimento, per
scongiurare la prima guerra tra le potenze Europee del secolo scorso e
definendo la guerra, inutile strage. Nonostante ciò, non venne ascoltato.
L’Italia aggredì l’Austria che fino a pochi mesi prima era nostra amica e
nostra alleata. 650.000 morti e 450.000 mutilati. Milioni di giovani, perlopiù
contadini e artigiani, strappati ai loro pacifici lavori e all’affetto dei loro
cari, per andare ad uccidere altri giovani, proprio come loro, e a morire, per
colpa del governo, del re, e dei loro comprimari, che portarono il Paese e una
intera generazione al massacro. L’Italia, disastrata e divisa, diventò presto
preda del fascismo, che la precipitò nel ventennio più buio e vergognoso della
sua storia. Solo dopo questo trentennio tragico, (1914- 1945) l’Europa capì che
doveva costruire la Pace. Non come tregua tra una guerra e l’altra, ma come
metodo, valore e sostanza per il cammino verso un orizzonte di benessere
condiviso. La nuova Europa nacque con trattati di amicizia e collaborazione.
Dopo ottanta anni, il vento velenoso della guerra soffia ancora nella parte est
della Europa. L’aggressione ingiustificata della Russia di Putin all’Ucraina,
ci vorrebbe precipitare nella notte della ragione. I governi europei corrono al
riarmo. Aumenti abnormi della spesa militare vengono richiesti nonostante la
crisi economica che getta nella disperazione le incolpevoli popolazioni. Soldi
che servirebbero per dare sollievo ai poveri, per dare istruzione ai giovani,
per la salute di tutti i cittadini. Armi sempre più distruttive: non si ha più
nemmeno il pudore di paventare l’uso dell’arma innominabile. Per che cosa? Per
due regioni, che potrebbero scegliere di stare con la Russia o con l’Ucraina. E
invece no, si vede che come, nella nostra guerra contro l’Austria, Trento e
Trieste così come, in parte, nelle tre guerre Germania Francia, Alsazia e
Lorena, ora la guerra Russia-Ucraina per le due regioni del Donbass. Sono solo
pretesti, che vengono usati per coprire interessi ignobili e indicibili. I
nazionalisti scatenano l’odio e le guerre per insaziabile sete di potere,
fregandosene altamente dei loro popoli, trattati come carne da cannone. Altro
che terre irredente! L’Italia non ha bisogno di aumentare la spesa militare, se
dobbiamo credere che le forze armate servono solo per la difesa, come recita la
costituzione. Anzi è necessario andare verso un graduale disarmo, a cominciare
dallo spingere fuori dal nostro territorio le testate nucleari. Abbiamo
quattordici milioni di poveri, le paghe molto più basse delle altre nazioni
europee del nostro livello, tanto che i giovani meridionali che sono costretti
ad emigrare, ora vanno in Germania, non più in Italia del nord. Bene ha fatto
Giuseppe Conte a opporsi a ulteriori invii di armi senza uno straccio di
proposta per fermare la guerra. Bene ha fatto Giuseppe Conte a bloccare il
rapido aumento della spesa militare. Tredici Miliardi annui in più dal 2024 in
poi. Raccogliendo il messaggio del Santo Padre, Giuseppe Conte, Marco
Tarquinio, Andrea Riccardi e centinaia di organizzazioni pacifiste e
disarmiste, hanno promosso, per il 5 novembre a Roma, una grande manifestazione
unitaria per fermare la guerra e costruire la pace. Facciamo una proposta a
Russia e Ucraina. Le due regioni del Donbass (perimetro prima dell’invasione
Russa) scelgano con chi stare con un referendum. L’Ucraina nella UE ma non
nella Nato. Contemporaneamente togliamo le sanzioni alla Russia, anche se
dolorosa questa può essere la via per il cessate il fuoco, grande lavoro per le
diplomazie ma se non facciamo una proposta realistica la guerra non si fermerà
Col tempo calerà l’odio e tornerà la pace. Le nuove generazioni, Russe e
Ucraine, tra venti anni, giudicheranno questa guerra, inutile strage e follia
criminale. Proprio come noi europei, ora, giudichiamo le due guerre fratricide
in Europa del secolo scorso. La storia è maestra di vita, per i popoli, ma chi
decide le guerre non consulta mai il proprio popolo, sapendo che risponderebbe
No! Il 5 novembre sia solo l’inizio di manifestazioni in ogni città d’Italia
fino alla fine della guerra. Fermiamo la guerra, di cui i popoli sono stanchi e
costruiamo la pace per il popolo ucraino e quello russo mandato a uccidere e
morire dal satrapo del Cremlino. [Francesco
Saverio Lanza]