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domenica 13 novembre 2022

MINIMA IMMORALIA
di Angelo Gaccione

Acri. Chiesa di San Nicola al Castello
sec. XI
 
Affittasi
 
Un proverbio cinese recita: “Tutti i gatti sono buoni purché prendano i topi”. A quali gatti ci riferiamo? A quelli che dovrebbero arrivare ad Acri, centro del Cosentino desertificato da anni da una diaspora migratoria criminale, come tutto il Sud, del resto, senza che quella pletora di farabutti eletti nelle regioni del Mezzogiorno e che hanno rivestito e rivestono cariche istituzionali a vari livelli se ne siano mai preoccupati. Con qualche rarissima eccezione. Piccole e grandi clientele ogni tanto, ma nient’altro. Le intelligenze più capaci e le forze più valide, perché giovani e istruite, sono costrette ad andarsene. Ho visto la mia città morire a poco a poco in questi decenni, ed ovunque non si leggono che cartelli con la scritta: Affittasi. Una scritta illusoria e destinata a rimanere tale. Come saranno costretti a morire soli e senza il conforto e l’aiuto dei figli i nostri genitori. Non lo ritenete anche questo un genocidio?


Acri. Veduta della città

Ma torniamo ai gatti. Da un video mandatomi da una acrese, anche lei emigrata, (vive tra Milano e Nizza) ho potuto ascoltare le risposte di acresi d’ambo sesso e di età fra le più diverse questo ritornello: “Qui non succede nulla, se questa pornostar che verrà ad Acri a presentare la sua biografia porterà qualche beneficio sarà una buona cosa. Tutto ciò che si fa è sempre utile”. Premetto che non ho nulla contro le pornostar, ognuno vende il culo a chi vuole e come vuole; e del resto ciascuno di noi conosce uomini e donne d’ogni ceto e luogo che la dignità, oltre al culo, la vendono ogni giorno senza provarne vergogna e senza che la società se ne scandalizzi. Ora io non so se Malena (è questo il nome della pornostar che sarà ad Acri in veste di scrittrice) sarà una buona gatta e i commercianti che ancora non hanno messo sulla serranda il cartello con la scritta affittasi prenderanno qualche topo. Mi auguro di sì, e che possano vendere migliaia di tazzine di caffè e tonnellate di canestri di panini il giorno della presentazione, anche se non occupandomi di cronaca rosa, ignoro di quante centinaia di persone sarà composto l’entourage della scrittrice pubblicata da Mondadori. Del resto la nostra è la società della merce e il libro è una merce come un’altra; e la Mondadori è parte della grande industria culturale e vende merci di ogni tipo, come qualunque altra impresa, spazzatura compresa.

Acri. Palazzo San Severino

Tuttavia, il patrocinio dato dall’Amministrazione Comunale di Acri a questo incontro letterario, ha suscitato anche reazioni negative, le cui ragioni non sto qui a chiosare perché questa deve essere una nota breve. C’è chi si è spinto a proporre un appello di protesta da mandare al Sindaco e far pubblicare sui due giornali in Rete della città: Acrinrete e Acrinews. Per quanto mi riguarda, nel gennaio di quest’anno ho scritto un racconto dal titolo L’imitatore di Cria, ora incluso nel volume Sonata in due movimenti, chiaramente ambientato ad Acri ed uscito questa estate. Potrebbe essere una lettura istruttiva, ma contrariamente al libro di Malena non lo troverete nelle due librerie di Acri. Come non avete trovato Lingua mater in lingua acrese con traduzione italiana a fronte o la raccolta di fiabe L’Orologio di mastro Hanus. Poiché anche da una amica acrese che vive da anni a Roma, e che come me ama profondamente la nostra città, mi è arrivata la sollecitazione a dire qualcosa sulla vicenda, quello che posso dire è molto semplice. Non è la biografia di Malena ad essere oscena: è la biografia della quasi totalità della nazione italiana ad esserlo diventata. Una nazione in cui istituzioni e cittadini non sono più in grado di discernere ciò che ha valore e ciò che non ne ha; che mescola con disinvoltura ignoranza e mediocrità; che stimola il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità, come scrive il linguista libertario americano Noam Chomsky, e che da tempo sta andando inesorabilmente a puttane.