FASCISMO
di Franco Continolo
Oggi è il giorno di
Piazza Fontana, il prototipo delle stragi neofasciste. Il neofascismo, essendo
figlio della Repubblica di Salò, è un fenomeno più semplice del fascismo che,
come osserva Bruce Kuklick, autore di Fascism Comes to America, è
tante cose, fin troppe, al punto da essere diventato ormai una parola
fuorviante. Neofascismo significa innanzitutto anticomunismo, ed essendo
con la fine della guerra passato da Berlino a Washington il bastone dell’anticomunismo,
i neofascisti sono diventati la manovalanza del “deep state” americano.
Detto per inciso, cosa sia il neofascismo oggi, dopo la caduta dell’Unione
Sovietica, quanto sia atlantista e neoliberista, in particolare
quello della Meloni, dopo l’immersione nella melassa berlusconiana, resta da
chiarire. Il libro di Kuklick nasce dalla domanda: è Trump un fascista? La
risposta è no; in America c'è un problema di proto-autoritarismo, ma questo
precede Trump, e trova interpreti più fedeli all’interno di entrambi i partiti che sono
diventati la longa manus degli apparati, il “deep state”. La stessa
domanda, adattandola, potremmo porcela noi in Europa: è Orban un fascista? E la
risposta non può che essere: sono forse le Von Der Leyen, le Baerbock e i
Draghi, per citare i guerrafondai più in vista, i campioni della
democrazia? Ho omesso Scholz, perché di lui parla l’ex diplomatico indiano M K
Bhadrakumar, il quale mi fa sentire meno solo. Infatti nel suo commento
all’articolo del cancelliere su Foreign Affairs, egli parla
di revanscismo tedesco. Non è forse il revanscismo, per tornare al
tema di ieri, uno dei caratteri del nazismo delle origini?