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venerdì 16 dicembre 2022

LA MORTE DI GIAN CARLO FERRETTI
di Angelo Gaccione
 

Ferretti nella sua casa
fotografato da Gaccione
18 settembre 2021

Lo studioso dell’editoria e il critico acuto ci ha lasciati venerdì 9 dicembre.
 
L’ultima telefonata a Gian Carlo Ferretti gliela avevo fatta per avvisarlo della morte del suo amico Fulvio Papi. Avevano la stessa età, erano entrambi del 1930, Ferretti era nato in giugno, Papi in agosto. Gli dissi che “Odissea” avrebbe pubblicato una serie di scritti per ricordarlo, ma lui non stava bene e la sua voce era affaticata e si sentiva che non era più la stessa. A casa sua, in via Teuliè, c’ero stato l’ultima volta mercoledì 1 giugno a ritirare il suo ultimo libro pubblicato anche questo da Interlinea: Pasolini personaggio. Un grande autore fra scandalo persecuzione e successo, a cui dedicai una pagina intera sull’inserto culturale del Quotidiano che uscì domenica 21 agosto. Di questo libro mi aveva parlato in un precedente incontro in cui facemmo una lunghissima conversazione e durante la quale gli avevo scattato anche delle foto. Quella conversazione fu pubblicata sul Quotidiano di domenica 9 gennaio e sabato 15, nel tardo pomeriggio, ero andato a trovarlo per portargli una copia del giornale.



In quella ed altre occasioni si era lamentato del fatto che nessuno si era occupato della minuziosa ricerca che aveva fatto sul Politecnico di Vittorini ricavandone un libro di grande interesse. Si tratta del volume L’altra Italia del Politecnico di Vittorini attraverso la posta dei lettori. Gli dissi che avrei rimediato io a quella mancanza e a quella disattenzione, e infatti ne scrissi su L’Indice dei Libri che pubblicò il pezzo nel numero di aprile del 2022, il numero 4, anno XXXIX. Ferretti ne fu contentissimo e mi telefonò per esprimermi il solito affetto. Ho conservato diverse sue email e bisognerà che le stampi, in questa di mercoledì 31 agosto ci sono già le avvisaglie sulla sua salute: “Caro Angelo, mi senso molto debole, ma voglio ringraziarti affettuosamente di tutto. Gian Carlo”. Mi era arrivata esattamente alle ore 11,25. Da quella data le cose cominciarono a peggiorare: io continuavo a mandargli alcuni scritti selezionati fra quelli che ogni giorno si pubblicano su “Odissea” e puntuali arrivavano i suoi giudizi e i suoi saluti. 


Ferretti e Gaccione. Giugno del 2022

 

Cercavo di non affaticarlo e sapevo quanto fosse impegnato a finire i suoi lavori perché di sicuro la sua era una cosa contro il tempo. La catalogazione dei libri e delle sue carte procedeva regolarmente, e del fitto e ricco carteggio gli avevo chiesto più volte. “Andrà tutto alla Fondazione Mondadori” mi ripeteva. Potrei raccontare di Ferretti per ore ed ore, ma non sono dell’umore giusto. Quel che so è che è una perdita grave, che davanti casa sua passerò ogni qual volta andrò a piedi sul Naviglio e come sempre penserò a lui, alla sua casa piena di libri, al suo bel terrazzo che mi mostrava con orgoglio, alle pagine storiche de l’Unità che teneva incorniciate, alla quantità di libri che ogni volta mi regalava. “Scegli quello che vuoi” mi diceva, ed io ogni volta tornavo carico a casa e contento di aver passato con lui delle ore liete e piene di affetto.