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giovedì 15 dicembre 2022

SPIGOLATURE
di Angelo Gaccione 



La Biblioteca Chiesa Rossa.
 
Se non ci fosse, arrivare a Piazzale Abbiategrasso non provocherebbe particolare entusiasmo, come avviene con tutte le periferie, del resto. Soprattutto d’inverno, quando le nebbie salgono dai campi, dalle rogge e dai canali, e coprono tutto come un grigio sudario e l’umido ti entra nelle ossa. E questo nonostante ora vi arrivi la Metropolitana. Ma per fortuna c’è, la Biblioteca Chiesa Rossa, collocata nel parco che da essa prende il nome in questa periferia a Sud della città. C’è con i suoi bei mattoni rossi e la sua struttura intatta da vecchia cascina per fortuna recuperata allorché il Comune decise di dare un riassetto al quartiere di quella che un tempo si chiamava Zona 15 ed oggi Municipio 5. 


Ma lo si deve alle tante mobilitazioni popolari, se il complesso agricolo fu recuperato; lo si deve a quei cittadini che organizzati nel Comitato per il recupero della Cascina Chiesa Rossa per porre rimedio al costante degrado, si attivarono con manifestazioni, striscioni, feste, mostre e incontro con i rappresentanti delle autorità cittadine, nel decennio 1988-1998, ottenendo la ripresa dei lavori in via definitiva, che è avvenuta dal 1999 al 2003, comprendendo anche la ristrutturazione del portico e la risistemazione dell’area a verde. La biblioteca è entrata in funzione nel 2004.
Ma lasciamo parlare il saggista Giuseppe Deiana che della Biblioteca sa tutto: “Essa svolge le funzioni tipiche di una biblioteca pubblica, ma è al centro di iniziative culturali frutto di un’intensa collaborazione con le numerose associazioni della zona, tra cui l’Associazione Centro Comunitario Puecher (legata all’omonimo centro scolastico di via Dini, la prima struttura scolastica onnicomprensiva d’Italia, nata nel 1973) che svolge una programmazione stabile denominata “I giovedì del Puecher”. L’attività della biblioteca civica si inserisce in un contesto culturale particolarmente significativo in relazione, ad esempio, alla presenza di ben tre teatri: Pacta Teatri (ex CRT di via Dini), Atir Ringhiera (via Boifava) e Pim Off (via Selvanesco). C’è inoltre il monumento ai caduti della lotta di liberazione nel quartiere Stadera abitato da operai (oggi quartiere multietnico): uno dei quartieri a più alta intensità di lapidi partigiane in tutta Milano, capitale della Resistenza. Si tratta di partigiani uccisi a Milano, in montagna e nei campi di concentramento. Erano operai delle fabbriche circostanti, persone comuni accanto alle quali hanno dato un contributo importante alla lotta di liberazione anche non poche donne, che in alcuni casi hanno lasciato memoria scritta secondo un progetto che sta prendendo piede nell’ambito delle attività culturali dell’Associazione Puecher nella Biblioteca Chiesa Rossa. Una biblioteca pubblica che è luogo di studio per gli studenti, ma anche di proposta e realizzazione di progetti particolarmente significativi su temi come le disabilità, la lettura, i Giusti, ecc.”. 


L'interno della Biblioteca

Da un po’ di anni io ne sono diventato un fruitore, come si dice, invitato sia per parlare dei miei libri, sia per parlare di quelli degli altri, e ci torno sempre molto volentieri perché le periferie possono essere riscattate solo a condizione che si rendano vivibili, ricche di strutture aggreganti, di eventi di richiamo, di cura dei suoi spazi. Quella che invece i più chiamano impropriamente Chiesa Rossa, in realtà è la chiesa di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa e si affaccia sulla via Neera al numero 24. Una chiesa realizzata tra la fine degli anni Venti e gli inizi degli anni Trenta e dove da anni vado a sentire concerti d’organo. 


Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa

In realtà quello che rimane dell’antica Chiesa Rossa, da cui il quartiere ha preso il nome, si trova lungo il Naviglio Pavese, all’altezza della cosiddetta Conca Fallata. È conosciuta anche col nome di Santa Maria alla Fonte, e benché siano passati diversi secoli ci ha lasciato tracce di sé e dei suoi bei mattoni rossi. Come sono quelli della Biblioteca che ci è tanto cara. 

 

Santa Maria alla Fonte prima del restauro


Dopo il restauro