LA SINISTRA: LA PACE TRA NATO ED EUROPA di
Franco Astengo
Organizzato
dall'Associazione "Il rosso non è il Nero" e dal gruppo dei
"Partigiani per la Pace" si è svolto a Savona il 13 dicembre un
incontro sul tema "La Sinistra e la pace" nel corso del quale si è
sviluppato un ampio dibattito dove, tra i diversi elementi oggetto d'analisi, è
stata affrontata anche la questione del tentativo in atto di far coincidere
NATO e UE all'interno del quadro determinato dal conflitto in corso a causa
dell'aggressione russa all'Ucraina: una coincidenza quella tra NATO e UE che si
propone anche in un quadro più vasto afferente il rideterminarsi della logica
dei blocchi, sia pure in forma e dimensione diversa da una sorta di ritorno al
bipolarismo d'antan ("Limes" nel numero di Dicembre scrive di
"Triangolo della Guerra Grande"). Il
governo italiano sta usando il sillogismo NATO = UE per giustificare il proprio
riferimento atlantico e nello stesso tempo la propria vicinanza ai regimi
dell'Europa dell'Est con l'allineamento al gruppo di Visegrad in funzione della
propria vocazione verso le cosiddette "democrature" o
"democrazie illiberali" e nel frattempo il proprio allineamento agli
USA (elemento quest'ultimo molto discusso all'interno della destra italiana, in
settori della quale collegamenti con le democrazie illiberali vanno oltre il
confine dell'Oder-Neisse").
A quale NATO allora si sta allineando il governo italiano? Per rispondere è
necessario partire dal vertice dell'Organizzazione Atlantica svoltosi a Madrid
nel giugno di quest'anno, nel corso del quale è stato stabilito un nuovo
concetto strategico. Concetto strategico che tiene conto della complessità
delle dinamiche in atto: si riscopre la Russia come nemico principale, si
considera ancora in gioco la sfida del terrorismo internazionale, sono ritenuti
fragili gli equilibri in Africa e nel Medio Oriente e valutate le minacce che
derivano dal dominio cibernetico e - ancora le ambizioni cinesi di maggiore
influenza a livello globale. La strada tracciata sembra quella di mettere da
parte l'Europa e di tornare alla guerra fredda. In questo quadro si inserisce
l'obiettivo di realizzare un legame imprescindibile tra NATO e Unione Europea
facendo in modo che entrambi gli attori riconoscano l'importanza di una
coincidenza di obiettivi nel rafforzamento reciproco considerando ormai come il
presente la guerra multi-dominio (non solo terra-mare-cielo ma spazio e fibre
ottiche).
Questa
ultima considerazione è quella che affida a una piena battaglia politica per la
pace la necessità di non considerare Nato e UE come la stessa coincidente
struttura politico-militare (ne accennava qualche giorno fa Sergio Romano
scrivendo di esercito europeo sul "Corriere della Sera"). La
distinzione NATO/UE e la necessità da parte della Sinistra di considerare
l'Europa come spazio politico di riferimento appaiono come le priorità del
momento nella nostra riflessione politica. Va impedito che si consideri la
situazione come inevitabilmente destinata a una fase di guerra fredda nel corso
della quale si prepari il conflitto globale. Debbono essere avanzate da subito
alcune proposte di politica estera sulla base delle quali portare avanti la
mobilitazione pacifista dopo il buon successo dell'iniziativa del 5 novembre
scorso. Per rompere il quadro disegnato a Madrid servono proposte di
smilitarizzazione e denuclearizzazione poste in zone neutre al centro del
Vecchio Continente, serve soprattutto la internazionalizzazione
dei movimenti pacifisti: un obiettivo da porre ai socialisti europei (viene
sempre in mente l'esempio delle conferenze di Zimmerwald e Kienthal svolte dai
socialisti pacifisti durante la Prima guerra mondiale).