Pagine

domenica 8 gennaio 2023

DIGIUNO CONTRO LA GUERRA IN UCRAINA

 


I Disarmisti Esigenti organizzano il Digiuno di coerenza contro il decreto del Governo per l’invio di armi all’esercito ucraino. Appello per presidii informativi in tutta Italia. Ciascun soggetto locale può procedere con contenuti e modalità autogestiti. “Odissea” ne appoggia in pieno l’operato e nell’aderire convintamente, per tutta la giornata di oggi, in sostegno di questa iniziativa meritoria pubblicherà in prima pagina questo solo importante documento.

Alfonso Navarra

Caro Angelo Gaccione, considerato ciò di cui ti occupi nella tua testata Odissea, impegnata per la pace dei liberi, eguali ed ecologici, dovrebbe essere di tuo/vostro interesse aderire in modo convinto alla nostra iniziativa e pubblicizzarla. Per dirla terra terra, riempiamo un buco politico grosso quanto una casa. È del tutto assurdo e intollerabile che, dopo la massiccia mobilitazione del 5 novembre, resti invece senza risposta di piazza l’evento istituzionale che concretizza il coinvolgimento bellico dell’Italia, cioè la decisione sul quadro normativo per l’invio delle armi a Kiev, propedeutica di vari pacchetti di aiuti militari nel 2023. (La questione è da noi affrontata non dimenticando che ad invadere l’Ucraina, il 24 febbraio 2022, è stato l’esercito russo. Ma con la consapevolezza che dobbiamo considerare la guerra in sé il vero “aggressore” di noi tutti, come spieghiamo meglio nel comunicato che ti sottoponiamo). Vi sono già stati due momenti, due dibattiti parlamentari, praticamente disertati, il 30 novembre 2022 (zero a protestare in strada su centomila del 5 novembre) e il 13 dicembre 2022 (sempre sui centomila, solo cinque digiunatori organizzati dai Disarmisti esigenti per presidiare Largo Argentina). L’inazione sul fronte principale centrale infatti agevola il cedimento di tutte le resistenze territoriali e di spazi sociali contro la militarizzazione e di tutte le campagne e i progetti particolari collegati al tema pace versus guerra. L’opposizione alla “Guerra grande in Ucraina” è il punto di scontro decisivo cui si agganciano tutti gli altri terreni di conflitto; ed è paradossale che proprio su questo punto la stessa “stampa con l’elmetto” riconosca ai “pacifisti” una sintonia con le opinioni e i sentimenti maggioritari del popolo italiano. La domanda è: chi e perché di fatto boicotta il dialogo tra popolo della pace e popolo in senso lato e proprio? Il massimalismo parolaio collegato all’opportunismo nei fatti è forse una anomalia storica impensabile o non ha invece dei tristi precedenti? Non c'è, ad esempio, una qualche analogia con la vigilia del 1914Si facevano allora congressi internazionali che proclamavano pomposamente guerra alla guerra, poi quando si trattò di scegliere sul serio il ruolo da svolgere i partiti della Seconda Internazionale votarono per finanziare lo sforzo bellico delle proprie borghesie nazionali gettando alle ortiche l’unità, sempre invocata a parole, del proletariato mondiale. Il Partito Socialista Italiano ripiegò su un penoso Né aderire né sabotareChi oggi, in modo similare, copre una sinistra più atlantista e guerrafondaia dei propri riferimenti geopolitici originali (gli USA, la NATO)? Siamo in grado di porre queste domande crediamo senza vecchie zavorre ideologiche perché adottiamo il punto di vista di organizzazioni antimilitariste nonviolente centenarie, nate proprio per opporsi allo sterminio umano della Prima Guerra Mondiale, e portatrici di visioni e pratiche ispirate all’alternativa nonviolenta considerata attuabile qui ed ora.


 
Il 10 gennaio 2023 in Piazza della Rotonda (Pantheon) dalle ore 15 alle 19. Il presidio è dedicato alla memoria di Antonia Sani, ex presidente WILPF Italia e appassionata antimilitarista recentemente scomparsa.


 
Il popolo dice No

Il 10 gennaio 2023 viene sottoposto a voto parlamentare al Senato, il decreto del Consiglio dei Ministri n. 185 del 2 dicembre 2022per prorogare «fino al 31 dicembre 2023» l’invio di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’esercito ucraino al fine di combattere l’invasione russa.
* Si veda l’appendice riportata in allegato: illustrazione del DL 185/2022 da parte del servizio studi del Senato.

 
Si profila nel voto del 10 gennaio, come già avvenuto il 30 novembre, e il 13 dicembre 2022, una ampia “unità nazionale”, trasversale rispetto agli schieramenti destra-sinistra (più precisamente: destra-centro, centro-sinistra), perché le modalità del decreto (segretezza della lista di armi riferita solo al COPASIR) sono le stesse del governo Draghi votate a suo tempo anche da Fratelli d’Italia. Il decreto dovrà essere convertito entro sessanta giorni (quindi max fine gennaio, primo febbraio 2023 si vota anche alla Camera), e va a seguire il nodo già sciolto dell’approvazione della legge di Bilancio, caratterizzata dall’aumento delle spese militari in ottemperanza delle direttive NATO (raggiungere il 2% del PIL entro il 2028).
I Disarmisti Esigenti, tenendo conto di questi dati politici, promuovono un “digiuno di coerenza pacifista”, facendo seguito a un appello portato alla manifestazione del 5 novembre, con l’invito ai manifestanti, tramite striscione e volantino (campeggia sullo striscione principale una citazione di Papa Francesco: “OGGI NON ESISTONO GUERRE GIUSTE”), a riconvocarsi quando si sarebbe discusso in Parlamento l’invio delle armi all’Ucraina. Cosa che appunto faremo al Pantheon il 10 gennaio, con presidio di sensibilizzazione dalle ore 15 alle ore 19.
Si parla di “coerenza pacifista” perché, se ci battiamo affinché tacciano le armi, ci sembra logico e doveroso darsi da fare per impedire che l’Italia le passi a chi le usa per combattere in guerra. Vi sono, al momento, cinque digiunatori promotori, Alfonso Navarra, Ennio Cabiddu, Mino Forleo, Giampiero Monaca, e Marco Palombo. Si aggiunge un supporto a distanza con Moni Ovadia, Turi Vaccaro, Francesco Lo Cascio, Maria Carla Biavati, Alessandro Capuzzo, Federica Fratini, Totò Schembari. Il digiuno è dedicato alla memoria di Antonia Sani, già presidente WILPF Italia, scomparsa il 12 novembre 2022. La WILPF Italia aderisce allo sciopero, insieme ad altre organizzazioni partners dei Disarmisti esigenti: la LDU, la LOC, IPRI-CCP, Per la Scuola della Repubblica, Kronos, Europe for Peace, Marcia dei Girasoli/Comiso… Altre adesioni sono in fase di raccolta (ad es. Fermiamo la Guerra di Firenze). Presidi informativi di supporto sono già organizzati, ad es. a Trieste; ed altri sono in via di preparazione in altre città. I digiunatori fanno rilevare che un movimento pacifista indipendente che volesse fare il suo mestiere ed influire politicamente dovrebbe in primo luogo farsi carico dei 4 punti su cui i media all’unanimità riferiscono di un consenso popolare maggioritario tra gli italiani: 1) no armi ai belligeranti; 2) tregua subito e poi negoziati di pace; 3) no riarmo; 4) no guerra economica (quindi sanzioni energetiche contro la Russia). I digiunatori auspicano che, dal 10 gennaio, una pluralità di iniziative fiorisca declinando, con i valori e le posizioni delle varie componenti dell’arcipelago, diverse impostazioni della esigenza sopra indicata, ciascuna libera di esprimersi con le modalità che ritiene opportune. Occorre intraprendere una discussione su come rendere l’iniziativa di carattere continuativo, tenendo conto del fatto bisogna far sentire, da parte del movimento, il fiato sul collo delle istituzioni tutte le volte che si andrà a concretizzare con pacchetti di aiuti militari la “cornice giuridica” del “metodo Draghi” per tutto il 2023.
 


Testo completo nel file allegato e al link:
http://www.disarmistiesigenti.org/2023/01/04/digiunopercoerenzapacifista2023/
 
 
Incontro preparatorio su Zoom 
Argomento: 10 gennaio presidi contro la guerra.


Entra nella riunione in Zoom
https://us06web.zoom.us/j/87270274749?pwd=dzByaE45c1lldHlvblJzZVJUenBxQT09


ID riunione: 872 7027 4749
Passcode: 036279