I Disarmisti Esigenti organizzano il Digiuno
di coerenza contro il decreto del Governo per l’invio di armi all’esercito
ucraino. Appello per presidii informativi in tutta Italia. Ciascun soggetto
locale può procedere con contenuti e modalità autogestiti. “Odissea” ne
appoggia in pieno l’operato e nell’aderire convintamente, per tutta la giornata
di oggi, in sostegno di questa iniziativa meritoria pubblicherà in prima pagina
questo solo importante documento.
Alfonso Navarra
Caro Angelo
Gaccione, considerato ciò di cui ti occupi nella tua testata “Odissea”, impegnata per la pace dei “liberi, eguali ed
ecologici”, dovrebbe essere di tuo/vostro interesse aderire in modo
convinto alla nostra iniziativa e pubblicizzarla.Per dirla terra terra, riempiamo un
buco politico grosso quanto una casa.È del tutto assurdo e intollerabile che, dopo la massiccia mobilitazione
del 5 novembre, resti invece senza risposta di piazza l’evento
istituzionale che concretizza il coinvolgimento bellico dell’Italia, cioè
la decisione sul quadro normativo per l’invio delle armi a Kiev, propedeutica
di vari pacchetti di aiuti militari nel 2023.(La questione è da noi affrontata non dimenticando che ad invadere l’Ucraina,
il 24 febbraio 2022, è stato l’esercito russo. Ma con la consapevolezza che
dobbiamo considerare la guerra in sé il vero “aggressore” di noi tutti,
come spieghiamo meglio nel comunicato che ti sottoponiamo).Vi sono già stati due momenti, due
dibattiti parlamentari, praticamente disertati, il 30 novembre 2022 (zero a protestare in strada su centomila del 5 novembre) e il 13
dicembre 2022 (sempre sui centomila, solo cinque “digiunatori”
organizzati dai Disarmisti esigenti per presidiare Largo Argentina).L’inazione sul fronte principale centrale
infatti agevola il cedimento di tutte le resistenze territoriali e di spazi
sociali contro la militarizzazione e di tutte le campagne e i progetti
particolari collegati al tema pace versus guerra.L’opposizione alla “Guerragrande in Ucraina” è il punto di scontro decisivo cui si
agganciano tutti gli altri terreni di conflitto; ed è paradossale che proprio
su questo punto la stessa “stampa con l’elmetto” riconosca ai “pacifisti”
una sintonia con le opinioni e i sentimenti maggioritari del popolo italiano.La domanda è: chi e perché di fatto
boicotta il dialogo tra “popolo della pace” e “popolo”
in senso lato e proprio?Il
massimalismo parolaio collegato all’opportunismo nei fatti è forse una anomalia
storica impensabile o non ha invece dei tristi precedenti?Non c'è, ad
esempio, una qualche analogia con la vigilia del 1914? Si facevano allora congressi internazionali che proclamavano pomposamente
“guerra alla guerra”, poi quando si trattò di scegliere sul serio
il ruolo da svolgere i partiti della Seconda Internazionale votarono per
finanziare lo sforzo bellico delle proprie borghesie nazionali gettando alle
ortiche l’unità, sempre invocata a parole, del proletariato mondiale. Il Partito Socialista Italiano ripiegò su un penoso “Né aderire né sabotare”. Chi oggi, in modo similare, copre una sinistra più atlantista e
guerrafondaia dei propri riferimenti geopolitici originali (gli USA, la NATO)?Siamo in grado di porre queste domande
crediamo senza vecchie zavorre ideologiche perché adottiamo il punto di vista
di organizzazioni antimilitariste nonviolente centenarie, nate proprio per
opporsi allo sterminio umano della Prima Guerra Mondiale, e portatrici di
visioni e pratiche ispirate all’alternativa nonviolenta considerata attuabile
qui ed ora.
Il 10 gennaio 2023 in Piazza della Rotonda (Pantheon) dalle
ore 15 alle 19. Il presidio è dedicato alla memoria di Antonia Sani, ex presidente WILPF Italia e appassionata antimilitarista recentemente scomparsa.
Il popolo dice No
Il 10 gennaio 2023 viene sottoposto a voto
parlamentare al Senato, il decreto del Consiglio dei Ministri n. 185 del 2
dicembre 2022* per prorogare «fino al 31 dicembre 2023» l’invio di mezzi,
materiali ed equipaggiamenti militari all’esercito ucraino al fine di
combattere l’invasione russa. * Si veda l’appendice riportata in allegato:
illustrazione del DL 185/2022 da parte del servizio studi del Senato.
Si profila nel voto del 10 gennaio, come già avvenuto
il 30 novembre, e il 13 dicembre 2022, una ampia “unità nazionale”, trasversale
rispetto agli schieramenti destra-sinistra (più precisamente: destra-centro,
centro-sinistra), perché le modalità del decreto (segretezza della lista di
armi riferita solo al COPASIR) sono le stesse del governo Draghi votate a suo
tempo anche da Fratelli d’Italia. Il decreto dovrà essere convertito entro
sessanta giorni (quindi max fine gennaio, primo febbraio 2023 si vota anche
alla Camera), e va a seguire il nodo già sciolto dell’approvazione della
legge di Bilancio, caratterizzata dall’aumento delle spese militari in
ottemperanza delle direttive NATO (raggiungere il 2% del PIL entro il 2028). I Disarmisti Esigenti, tenendo conto di questi dati
politici, promuovono un “digiuno di coerenza pacifista”, facendo seguito a un
appello portato alla manifestazione del 5 novembre, con l’invito ai
manifestanti, tramite striscione e volantino (campeggia sullo striscione
principale una citazione di Papa Francesco: “OGGI NON ESISTONO GUERRE GIUSTE”),
a riconvocarsi quando si sarebbe discusso in Parlamento l’invio delle armi all’Ucraina.
Cosa che appunto faremo al Pantheon il 10 gennaio, con presidio di
sensibilizzazione dalle ore 15 alle ore 19.
Si parla di “coerenza pacifista” perché, se ci battiamo affinché tacciano le
armi, ci sembra logico e doveroso darsi da fare per impedire che l’Italia le
passi a chi le usa per combattere in guerra. Vi sono, al momento, cinque
digiunatori promotori, Alfonso Navarra, Ennio Cabiddu, Mino Forleo, Giampiero
Monaca, e Marco Palombo. Si aggiunge un supporto a distanza con Moni Ovadia,
Turi Vaccaro, Francesco Lo Cascio, Maria Carla Biavati, Alessandro Capuzzo,
Federica Fratini, Totò Schembari. Il digiuno è dedicato alla memoria di Antonia
Sani, già presidente WILPF Italia, scomparsa il 12 novembre 2022. La WILPF
Italia aderisce allo sciopero, insieme ad altre organizzazioni partners dei
Disarmisti esigenti: la LDU, la LOC, IPRI-CCP, Per la Scuola della Repubblica,
Kronos, Europe for Peace, Marcia dei Girasoli/Comiso… Altre adesioni sono in
fase di raccolta (ad es. Fermiamo la Guerra di Firenze). Presidi informativi di
supporto sono già organizzati, ad es. a Trieste; ed altri sono in via di
preparazione in altre città. I digiunatori fanno rilevare che un movimento
pacifista indipendente che volesse fare il suo mestiere ed influire
politicamente dovrebbe in primo luogo farsi carico dei 4 punti su cui i media
all’unanimità riferiscono di un consenso popolare maggioritario tra gli
italiani: 1) no armi ai belligeranti; 2) tregua subito e poi negoziati di pace;
3) no riarmo; 4) no guerra economica (quindi sanzioni energetiche contro la
Russia). I digiunatori auspicano che, dal 10 gennaio, una pluralità di
iniziative fiorisca declinando, con i valori e le posizioni delle varie
componenti dell’arcipelago, diverse impostazioni della esigenza sopra indicata,
ciascuna libera di esprimersi con le modalità che ritiene opportune. Occorre
intraprendere una discussione su come rendere l’iniziativa di carattere
continuativo, tenendo conto del fatto bisogna far sentire, da parte del
movimento, il fiato sul collo delle istituzioni tutte le volte che si andrà a
concretizzare con pacchetti di aiuti militari la “cornice giuridica” del “metodo
Draghi” per tutto il 2023.