Caro
Lorenzo Mullon, sono
spinto a rispondere a questa lettera di rispettabile smarrimento, che è di
tanti ed è il preciso obiettivo dei poteri in atto. Poteri criminali che non
sono solo quelli che sorreggono Putin. E già dicendolo verrò accusato di essere
filoputiniano. Fino a quando non ci rendiamo conto di essere sotto il dominio
di un sistema imperialistico mondiale a più teste, di cui nessuna è portatrice
di bene, verità, democrazia e giustizia sociale, il risultato sarà quello di
essere ridotti a sedere su spalti di tifoserie, o di passività e indifferenza,
storicamente denunciate da Gramsci e tutte le menti schierate dalla parte delle
vittime di sempre, che sono i senzapotere di ogni popolo… se è pronunciabile
questa parola senza essere accusati di populismo. Purtroppo
queste diverse derive, umane e culturali, producono atteggiamenti che
favoriscono le posizioni prevalenti guerrafondaie, nelle classi dirigenti
nazionali e internazionali, Che applaudono e mostrano come senza alternative
l’interminabile richiesta di invio di armi di Zelensky, che dal palcoscenico
dell’Onu a quello del Festival di Sanremo, ci prospetta solo e soltanto lo
sbocco trionfale in atto della Terza guerra mondiale. Se
la disperazione in questa situazione è inevitabile, altrettanto doveroso è, in
chi ritiene di vestire qualche residuo straccio di intellettualità, di cercare
una visione altra, fuori dalle logiche di questa o quella testa imperialistica,
per ripensare i destini umani che possono essere immaginati solo cominciando a
dare voce a quell’oltre 50% di popolo (non solo italiano) che è contro questa
cieca escalation di guerra, assecondata dal Parlamento e dall’orchestra
guerrafondaia di gran parte dei mass-media. Che
fare? Vecchio eterno dilemma umano, cui però non può essere data risposta
ritirandosi in uno smarrito privato. L’unica possibilità è quella di uscire dai
nostri gusci personali, che da soli possono solo disperarsi e piangere. Per
cercare ricostruzioni di una collettività disgregata occorre
ricercare tutti i possibili contatti con iniziative e condivisioni, con chi
sente ferita la propria dignità, condizione entro una prospettiva di autodistruzione.
Difficile? Solo un imbecille può negarlo, considerato il grado di disgregazione
sociale raggiunto, non per mano di una casualità inspiegabile o per volontà di
un qualche dio, ma per scelte di coloro che dominano questa fase della storia,
che hanno progettato e gestiscono derive, che appaiono chiuse e senza alternative,
grazie al suicidio e alla omologazione di una sinistra inadeguata. Se si è
coscienti che il problema è prima di tutto culturale, cominciamo a riaffermare
possibilità oggi non contemplate, opposte a quelle definite irreversibili da
chi declama ormai da decenni, come la iena ridens Margaret Thatcher: “La
società non esiste, esistono solo gli individui”. Il
risultato, per chi vuol vedere, è quello che abbiamo sotto gli occhi: individui
ridotti a spettatori e non più cittadini, che temono ma non sanno come invertire
la china verso la Terza Grande Ignominia, rimanendo in uno stato supino di
fatalismo paralizzato, che sintetizzo in questi quattro versi: “In
questa china immemore parlano
di guerra come fosse un
torneo di calcio. E noi come spettatori
ad aspettare chi vincerà”. Adam
Vaccaro - critico e poeta - 27
gennaio 2023