Pagine

sabato 28 gennaio 2023

GUERRA E IMPOTENZA



Caro Lorenzo Mullon,
 
sono spinto a rispondere a questa lettera di rispettabile smarrimento, che è di tanti ed è il preciso obiettivo dei poteri in atto. Poteri criminali che non sono solo quelli che sorreggono Putin. E già dicendolo verrò accusato di essere filoputiniano. Fino a quando non ci rendiamo conto di essere sotto il dominio di un sistema imperialistico mondiale a più teste, di cui nessuna è portatrice di bene, verità, democrazia e giustizia sociale, il risultato sarà quello di essere ridotti a sedere su spalti di tifoserie, o di passività e indifferenza, storicamente denunciate da Gramsci e tutte le menti schierate dalla parte delle vittime di sempre, che sono i senzapotere di ogni popolo… se è pronunciabile questa parola senza essere accusati di populismo.
Purtroppo queste diverse derive, umane e culturali, producono atteggiamenti che favoriscono le posizioni prevalenti guerrafondaie, nelle classi dirigenti nazionali e internazionali, Che applaudono e mostrano come senza alternative l’interminabile richiesta di invio di armi di Zelensky, che dal palcoscenico dell’Onu a quello del Festival di Sanremo, ci prospetta solo e soltanto lo sbocco trionfale in atto della Terza guerra mondiale.
Se la disperazione in questa situazione è inevitabile, altrettanto doveroso è, in chi ritiene di vestire qualche residuo straccio di intellettualità, di cercare una visione altra, fuori dalle logiche di questa o quella testa imperialistica, per ripensare i destini umani che possono essere immaginati solo cominciando a dare voce a quell’oltre 50% di popolo (non solo italiano) che è contro questa cieca escalation di guerra, assecondata dal Parlamento e dall’orchestra guerrafondaia di gran parte dei mass-media.
Che fare? Vecchio eterno dilemma umano, cui però non può essere data risposta ritirandosi in uno smarrito privato. L’unica possibilità è quella di uscire dai nostri gusci personali, che da soli possono solo disperarsi e piangere. Per cercare ricostruzioni di una collettività disgregata occorre ricercare tutti i possibili contatti con iniziative e condivisioni, con chi sente ferita la propria dignità, condizione entro una prospettiva di autodistruzione. Difficile? Solo un imbecille può negarlo, considerato il grado di disgregazione sociale raggiunto, non per mano di una casualità inspiegabile o per volontà di un qualche dio, ma per scelte di coloro che dominano questa fase della storia, che hanno progettato e gestiscono derive, che appaiono chiuse e senza alternative, grazie al suicidio e alla omologazione di una sinistra inadeguata. Se si è coscienti che il problema è prima di tutto culturale, cominciamo a riaffermare possibilità oggi non contemplate, opposte a quelle definite irreversibili da chi declama ormai da decenni, come la iena ridens Margaret Thatcher: “La società non esiste, esistono solo gli individui”.
Il risultato, per chi vuol vedere, è quello che abbiamo sotto gli occhi: individui ridotti a spettatori e non più cittadini, che temono ma non sanno come invertire la china verso la Terza Grande Ignominia, rimanendo in uno stato supino di fatalismo paralizzato, che sintetizzo in questi quattro versi: 
 
In questa china immemore
parlano di guerra come fosse
un torneo di calcio. E noi come
spettatori ad aspettare chi vincerà”.
 
Adam Vaccaro - critico e poeta -
27 gennaio 2023