Non si sa cosa fare, caro Angelo. Ieri (mercoledì 25 marzo)
sono stato in una libreria, e il libraio mi ha mostrato un libro, Guerra
alla guerra, di una nuova casa editrice. Un libro pieno di immagini
orribili, dei conflitti di ogni epoca. Serve a qualcosa dichiarare guerra alla
guerra? Serve a qualcosa mostrare la pornografia della guerra? Quelle immagini
mi hanno provocato disgusto, e sono scappato da chi me le aveva proposte, e
dalla libreria. Non so, non ho ricette. E temo che molti di quelli che hanno
delle ricette, le abbiano perché spinti dalla paura. Cattivissima consigliera.
E le ammantino di ragionamenti per farle sembrare valide, le ricette. Di
ragionamenti e di teorie impeccabili. Che non funzionano, però. Ci vorrebbe un
atto di umiltà: non riusciamo ad esorcizzare il lato oscuro. Bisogna farsene
una ragione. Nemmeno i surrealisti ce l’hanno fatta. Impotenti, sono scappati
fuori dall’Europa. Mi viene in mente il film Fitzcarraldo, con Klaus
Kinski e Claudia Cardinale, quello dove gli indigeni, dopo un decesso,
osservano il feretro che viene trasportato via dalla corrente del fiume, come
se fosse un sogno. Ecco, forse bisogna considerare questo mondo un sogno: ciò
che non è eterno, non è reale. Tutto questo disastro potrebbe servire forse a
indirizzarci verso qualcosa di eterno dentro di noi - o vagamente eterno, o
solo in odore di eternità. Ripetendo in continuazione: questo mondo non esiste,
questo mondo non esiste, esiste solo la grande Luce che sale lungo la schiena e
ti avvolge, fino a far svanire il mondo. O si è fedeli a questa Luce o si è
fedeli al mondo. La natura è orribile, Angelo. Molto peggio della società
umana. Ho vissuto un anno e mezzo nella natura, durante il periodo del Covid, e
ti posso assicurare che è orribile. Gli animali vivono in uno stato di continuo
terrore, non si rilassano mai. Altro che bella, la natura... Noi siamo un
pelino sopra la povera comunità degli animali, forse. Magari riusciremo a
elevarci al di sopra della nostra stessa natura, egoistica e bestiale. Forse
l'Arte e la Poesia sono dei segnali per questa possibile elevazione. Baudelaire,
il cosiddetto “poeta maledetto”, scriveva nella poesia “Elevazione”: «Anima
mia, purificati nell’aria superiore, e bevi come puro liquore divino la chiara
luce che riempie gli spazi cristallini». Baudelaire, il cosiddetto “poeta
maledetto...”. Bisogna credere nella Poesia. Probabilmente abbiamo
tutti un difetto di fede nella Poesia, come Via di Liberazione. La consideriamo
qualcosa di estetico. O ne abusiamo, per dire: “io sono uno scrittore, io
sono un poeta, io sono migliore di voi”. Una palestra, un’arena per competere. Questo
è il nostro inferno, non credere che la Poesia sia una Via di Liberazione. O
pensiamo che Dante, Attar, William Blake abbiano fatto solo delle opere di
fantasia? Lorenzo Mullon - poeta-