A proposito del confronto fra i poeti Mullon e Vaccaro. Premesso che le logiche degli Stati e
delle Relazioni internazionali, per loro complessità, non sono assimilabili
alle logiche individuali - se tuttavia volessimo ridurle alla nostra portata
individuale avremmo almeno due posizioni inconciliabili, l’una delle quali è
quella che spesso viene veicolata mainstream sotto l’etichetta “diritto
alla difesa”: se uno ti aggredisse, tu cosa faresti? Non ti difenderesti? L’altra,
che però curiosamente non circola, è la seguente: se in strada scoppiasse la
rissa, qualunque fosse l’aggressore e l’aggredito, non ci si affretterebbe a
dividere i contendenti? E anche questo è semplice buon senso. Potrebbe chiamarsi
“difesa della specie”. Oggi il vero scenario divisivo non è quello che si
vorrebbe far credere tra opposte fazioni - filoucraini e filoputiniani - ma tra
chi si schiera dalla parte della zuffa e chi vorrebbe dividere i contendenti.
Se questa guerra va avanti a colpi di escalation, è perché, sia sul
piano individuale, sia su quello internazionale, non si sta facendo alcunché
per dividere i contendenti e ripristinare un equilibrio pacifico. Forse
bisognerebbe alzare lo sguardo e auspicare un nuovo vertice mondiale che
definisca un nuovo ordine globale, se non per spirito di giustizia super
partes, almeno per spirito di Realpolitik di fronte alla minaccia nucleare.