In
un Paese in cui la dipendenza dagli Stati Uniti d’America, padroni del sistema
mass-mediatico e della finanza occidentali, rende difficile l’individuazione di
partiti politici veramente liberi, è quasi impossibile distinguere il grano dal
loglio nelle prese di posizione pubblicamente assunte. C’è
chi ha avanzato il dubbio che il Movimento 5Stelle apparentemente contrario al
PD, destinatario di “Vaffa” clamorosi di Beppe Grillo, fosse sostenuto
proprio dai nuovi “padroni” dei Democratici italiani (id est gli
Statunitensi) per sopperire alla debàcle dei post-comunisti… ritenuti
non più duri e puri e neppure capaci di reggere all’urto di forze contrarie.Questa
osservazione è utile per metterci sull’avviso che l’anti-bellicismo del Movimento
5Stelle potrebbe essere strumentale rispetto al fine di raccogliere in un
“ambito” sicuro la protesta anti-americana.Quest’ultima, però, non può
essere taciuta o contenuta con il “warning”: attenti a Conte! Ciò
che dev’essere detto non può essere coperto dal silenzio, anche se non vi è
alcun ’altra forza politica che abbia il coraggio (o che non possa per altre
meno commendevoli e palesabili ragioni) di rappresentare la contrarietà
degli Italiani alla guerra (e ai connessi sacrifici economici) per Zelensky
potrà avere solo l’effetto di aumentare a dismisura il numero degli
astensionisti. Veniamo, allora, al “dunque”.La frase del Ministro
della Difesa Italiana, il cuneese Guido Crosetto, secondo cui “con i tank russi
a Kiev scoppierebbe la terza guerra mondiale” pronunciata in connessione
con l’annuncio dell’invio di altre armi da parte dell’Italia a Zelensky,
d’intesa con la Francia (che invece ha smentito ogni accordo) può essere
interpretata, per la sua ambiguità, o come una previsione o come
una minaccia.Essa costituisce, comunque, per il quisque
de populo, un segnale di “attenzione”, oltre che equivoco. potenzialmente irritante
per il suo (ancora) inattuale catastrofismo.
Il russo
Medvedev lo ha interpretato nel suo secondo significato e ha rivolto al nostro
Ministro l’epiteto ingiurioso di “sciocco”, insolito nel linguaggio diplomatico
(anche se Biden ha fatto di peggio con Putin, chiamando “macellaio” il capo di
uno Stato estero europeo, con grazia tipicamente yankee.C’è
chi ha rilevato che si è trattato, comunque, di un segnale “fuori posto”
nella bocca di un Ministro che, comunque, in base alle norme italiane
vigenti, non è tenuto a sovrintendere al coordinamento delle forze
armate italiane per la guerra tout court o per l’uso di ordigni
bellici quali che siano le circostanze che ne possano giustificare l’impiego,
ma soltanto per l’apprestamento dei mezzi necessari alla “difesa” del
territorio nazionale. A
essere pignoli, Crosetto potrebbe rivendicare le competenze del suo collega Piantedosi, ministro dell’Interno, per potere schierare le
forze militari a difesa dei confini marittimi della Penisola, ma non quelle di
utilizzare, come i suoi predecessori Ministri della Guerra, le italiche truppe
per la distruzione di chicchessia che non aggredisca e invada il nostro
territorio.Il dispiegamento delle sue armate a Lampedusa
impedirebbe, oltretutto, alle nostre donne, se e quando giungeranno
all’esasperazione per l’inettitudine dei governi europei e la malafede di chi
ci vuole in brache di tela, di fare ciò che facevano in anni lontani del
passato le loro antenate con l’olio bollente versato dalle finestre di casa su
turchi e saraceni.Forse è anche utile ricordare che l’ultimo
Ministro della Guerra italiano è stato Benito Mussolini (sia pure solo ad
interim) e che persino il Duce del Fascismo, rendendosi conto che non
poteva istituire a Salò un Ministero della Guerra (persa) aveva creato, per la
Repubblica Sociale Italiana, un Ministero della Difesa nazionale.Ora
è pur vero che con l’adesione alla Nato, alleanza tra i Paesi dell’Europa e dell’America
del Nord (firmatari del patto), l’Italia si è impegnata a contribuire alla
“sicurezza” dell’area nord-atlantica, anche con operazioni multinazionali di
gestione delle crisi, ma quel patto ha, in pratica, solo esteso il
concetto di “difesa” territoriale degli Stati membri (e, di certo, non terzi).Stante,
però, la frenetica attività del nostro Ministro, in vista di una temuta Terza
guerra mondiale, non si può escludere che l’uomo politico cuneese si proponga
di richiedere il cambiamento di nome del suo dicastero, ponendosi sulla linea
dei suoi predecessori a Palazzo Baracchini.Né che, il medesimo solleciti un’iniziativa del Governo Meloni (di cui fa parte) per
promuovere una modifica dell’articolo 11 della Costituzione.Questa
norma parla di “ripudio” della guerra come mezzo di risoluzione delle
controversie internazionali e di possibile adesione dell’Italia a
organizzazioni internazionali rivolte a raggiungere lo scopo di assicurare la
pace e la giustizia tra le Nazioni.Ora, essendo il “ripudio”
della guerra incompatibile con l’invio di armi e altri congegni
di distruzione di vite umane, come missili, carri armati e aerei da
bombardamento, ed essendo, altresì, la giustizia, concetto che
potrebbe diventare evanescente se applicato non da “giudici in toga super
partes” ma da militari con multiformi mostrine, la sua iniziativa avrebbe il
meritorio effetto di eliminare, dalla Carta Fondamentale, una colossale “ipocrisia”,
contribuendo a dare a ogni cosa il suo nome vero.