I PRÌNCIPI DELLA POSTEGGIA NAPOLETANA Federico Migliorati
Claudio e Diana
Grazie a determinazione,
impegno e costanza e alla capacità di puntare verso un obiettivo con tutte le
proprie forze Claudio De Bartolomeis e Diana Ronca, più semplicemente Claudio e
Diana, hanno molto da insegnare. La loro è una coppia come tante, ma che ha
saputo trovare nell’unità e nella musica la cornice e il contenuto principale
di professione e di vita. Ce lo ricordano con il librino autobiografico Storia
di chi si è svegliato per realizzare il suo sogno apparso lo scorso maggio,
presentato anche alla Camera dei Deputati e vincitore del Premio Internazionale
d’Eccellenza a Roma, che reca la prefazione di un nome illustre quale Catena
Fiorello: in esso i due artisti campani ripercorrono a volo d’uccello il
cammino sin qui compiuto, non tralasciando dettagli, aneddoti, curiosità e
sfatando la vulgata comune che vuole il mondo delle sette note e delle arti in
generale come un riempitivo dell’esistenza, un hobby e mai un lavoro. Con la
semplicità che è loro propria i due, insieme da 39 anni e da 35 musicisti
professionisti, si svelano al mondo, con sincerità ed estrema umiltà fornendo anche
qualche trucco e segreto alle altre coppie per durare nel tempo. Ciò che
maggiormente colpisce in questo binomio sentimentale e professionale è la
volontà di porsi e superare sempre nuove sfide, fin da giovanissimi, memori dell’aforisma
di Tom Fitzgerald per il quale “se puoi sognarlo, puoi farlo”.
Entrambi
salernitani, Claudio (chitarrista, percussionista e corista), classe 1964, è
figlio di un autista e una casalinga e fin da piccolo ha mostrato interesse per
lo sport (tennis tavolo e calcio in particolare), la musica, le attività in
oratorio e più tardi le nuove tecnologie, mentre Diana (cantante, pianista e tastierista),
più giovane di due anni, proviene da una famiglia che si è sempre saputa
rimboccare le maniche prima gestendo una forneria e quindi un bar e ha dedicato
la sua giovinezza a mille impegni e passioni raggiungendo l’agognato traguardo
del diploma di pianoforte. L’incontro fra di loro è un colpo di fulmine: stessa
grinta, stessa caparbietà e, si scopre presto, anche stessi obiettivi “perché -
scrive la donna - noi siamo come un binario costituito da due unità”. Il
passato si fa così presente in un vicendevole scambio di ricordi vividi, di
immagini, icone, luoghi, scene, in una parola “vita”: il primo “cachet” a
sorpresa, le notti passate a montare e smontare gli strumenti, i problemi di
salute poi superati, la ricerca della prima casa, la speranza sprigionata dalla
musica durante la pandemia, l’amore sempre più forte che tuttavia non significa
annullarsi nell’altro, ma soprattutto le tante soddisfazioni via via inanellate.
Una coppia di artisti di grido che ha portato la Posteggia napoletana (questa la
loro specialità, antica e nobile) in tutta Italia e all’estero, facendola
apprezzare come un vero e proprio genere, e tanto da essere riconosciuti come
ambasciatori nel mondo.
Col tempo Claudio e Diana hanno acquisito fama e
notorietà, anche perché tra i pochi a mantenere in vita la tradizione delle
serenate: ai matrimoni, alle feste, nei teatri, nelle piazze e soprattutto in
televisione dove fanno spesso comparsate in importanti trasmissioni sulle reti
Rai e Mediaset sino a tentare, come racconta la stessa cantante, di essere
ricevuti a corte persino dalla Regina Elisabetta. Tantissime inoltre le collaborazioni professionali con artisti
apprezzati a livello mondiale tra i quali Tony Esposito, Joe Amoruso, Rino Zurzolo, Aldo Vigorito senza dimenticare
il regista Duccio Forzano e altrettanto significative le tematiche per
le quali hanno fatto da testimonial al fine di sensibilizzare i cittadini, si
pensi al dramma della Terra dei Fuochi, ai femminicidi, alla pace, ma anche
alla promozione della cultura o di simboli dell’Italia come la pizza e
soprattutto la Bella Napoli. Nel librino, scritto in uno stile agile e
colloquiale e che avrà un ruolo d’onore il prossimo febbraio a Casa Sanremo
durante il Festival, i due si raccontano passandosi il testimone l’uno con
l’altra, come in un dialogo appassionato e spumeggiante. E c’è pure una dedica
“a chi il suo sogno non ha potuto realizzarlo”, ma che non si è stancato di
continuare a lanciare il cuore oltre l’ostacolo e a mettersi in gioco. Proprio
come hanno dimostrato Claudio e Diana, i “principi” dal grande cuore della
Posteggia napoletana i cui occhi “sono sempre rivolti verso l’alto”.