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giovedì 19 gennaio 2023

INSEGNARE AI GIOVANI A BATTERE LA MAFIA
 
 
Max Hamlet Sauvage
"Il boss" 2023

Montichiari (Bs). La cattura di Matteo Messina Denaro è stata l’occasione per parlare ai miei studenti di mafia. Mi sono resa conto, però, che ogni parola spendessi sarebbe servita poco a far capire cos’è veramente la mafia. Per chi, infatti, ha 13 anni, la mafia resta un qualcosa d’altro da sé, una sorta di mostro dalle mille teste che, come Scilla e Cariddi, vive lontano ed è pericoloso solo per chi si addentra nei pressi di certe isole. Che è fatta di gente che tutela i criminali per 30 anni, che li lascia vivere tranquillamente accanto alla propria porta di casa fingendo di non conoscerli, ma che il tutto è frutto di territori in cui è comprensibilmente meglio farsi i fatti propri. E invece la mafia è soprattutto un comportamento, l’affiliazione ad un modo di pensare ed agire molto diffuso, ormai, anche nei nostri paesi. Ogni volta che la tessera o la posizione di un politico conta di più delle capacità e della competenza di una persona, quella è mafia, perché la mafia ramifica proprio tra gli amici degli amici, con i favori, con una mano che aiuta l’altra. Ho detto loro che continueremo a studiare questo mostro e tutti quegli eroici combattenti che hanno tentato di decapitarlo; che bisogna gioire se un criminale venga arrestato, ma che è solo rifiutando scorciatoie, solo imparando a dire “io non ci sto”, la mafia potrà essere veramente debellata. Perché la mafia è un’area grigia tra la complicità e l’indifferenza di ogni nostro gesto.
 
Marzia Borzi, insegnante e giornalista