Pagine

giovedì 12 gennaio 2023

Libri
LE UMANE DEBOLEZZE
di Stefania Vignetti
 


La posta in gioco, di Pierangela Micozzi scava nell’animo umano.
 
La posta in gioco, pubblicato da Punto D’Incontro Edizioni e vincitore del Premio Spoleto 2019, è un romanzo breve con cui Pierangela Micozzi dà prova di lodevole vena narrativa. La vicenda, ambientata in terra sarda, vede il protagonista, Carlo Puddu, diligente impiegato, subire innumerevoli angherie ad opera del suo direttore, Luigi Deidda, e del figlio di quest’ultimo, Paolo, anch’egli assunto presso lo stesso ufficio postale di Olbia. Carlo è forestiero in questo paese, si è da poco trasferito da Orosei con la moglie Mafalda, ansioso di dar prova dell’attenzione e della meticolosità che sa spendere nel suo lavoro. Al contrario, Luigi Deidda considera il suo impiego non come un servizio da offrire alla comunità, ma come una “cosa propria”. Non si fa scrupoli nel commettere atti illeciti come aprire la corrispondenza per sottrarre denaro ed imbrogliare gli analfabeti a proprio vantaggio.
Ma il problema maggiore è rappresentato dalla condotta di Paolo, il figlio del direttore. Giovane scapestrato ed ozioso, lavora pochissimo e si assenta di frequente, sentendosi protetto dalla posizione del genitore e approfittando dello spirito di abnegazione con cui Carlo si risolve a svolgere il lavoro non condotto a termine dall’incorreggibile fannullone. Come se non bastasse, non di rado si verificano degli ammanchi dalla cassa dell’ufficio, come dire, “i conti non quadrano” e il direttore invita l’incolpevole Carlo a rimettere la cifra che forse volutamente o involontariamente ha fatto mancare. Luigi Deidda giustifica con presunti errori del povero impiegato quelle che in verità sono delle vere e proprie sottrazioni che vengono perpetrate per finanziare gli innumerevoli vizi e capricci di Paolo. Il malcapitato protagonista, dotato di animo di buon cristiano, per nulla propenso a giudicare il prossimo, meno che mai a condannare, accetta con remissione la pesante croce che si ritrova sulle spalle, attendendo fiduciosamente un domani migliore. Carlo non reagisce nemmeno agli appellativi offensivi come “impiastro” o “carogna” con cui i due disonesti prendono ad apostrofarlo per attribuire alla sua presunta inettitudine o malafede i frequenti ammanchi. Il povero impiegato finisce anzi per iniziare a nutrire dubbi sulle proprie capacità, l’“incubo dello sbaglio” incombe ormai sulle sue lunghe e faticose giornate di lavoro. La vicenda subisce una decisiva svolta nel momento in cui si verifica un ammanco considerevole. A questo punto Carlo non ha più dubbi in merito alla condotta sleale del direttore e del figlio, abbandona l’atteggiamento remissivo e, in preda ad uno sdoppiamento della personalità, reagisce con inaudita violenza.
Ma sarà l’imprevista reazione dell’uomo a dare un nuovo corso agli eventi? Soprattutto il protagonista riuscirà a riscattarsi dall’ingiustizia subita ed a ritrovare la fiducia nelle proprie capacità? Lasciamo che sia il lettore a scoprirlo cimentandosi con un testo caratterizzato da una prosa fluida e ricca di aggettivazione in cui risaltano soprattutto le suggestive descrizioni paesaggistiche e l’impietosa “biopsia” delle umane debolezze.