A ricordo di Sirio Politi* Disteso e quieto era il mare, e aste
di luce erano gli alberi
delle imbarcazioni, tutti
in festa i capannoni del porto.
Primavera invadeva le strade
quasi Pasqua già fosse
alle porte: Qualcuno dunque
aveva volutamente
dispiegato un simile cielo
per questo tuo atteso viaggio
verso la punta sul mare. Andavi come sempre avanti il corteo ora portato a spalle dai compagni, dai fratelli preti-operai: rottami del sontuoso mondo che sappiamo, i testimoni più emarginati per la volontà di credere ancora. Amico che di una stella portavi il nome, – la stella più radiosa della notte – così rimarrai per l’umile gente, i molti poveri accorsi a salutarti dall’ultimo capannone, tua scelta chiesa per i canti che amavi: prima di vederti “passare all’altra riva: poiché scesa ormai era la sera…”. David Maria Turoldo *Questa
poesia inedita di Turoldo regalata ad Antonio Prattella è dedicata alla memoria di Sirio Politi, fra i primi
preti operai italiani. Nato a Capezzano Pianore (Lucca) il 1° febbraio del
1920, il padre Angelo era manovale. Molto attivo nel Movimento nonviolento e
pacifista, si impegnò nelle campagne in favore dell’obiezione di coscienza e per
l’obiezione fiscale alle spese militari. Lo conobbi a casa dello scrittore
Carlo Cassola, a Donoratico, quando iniziammo l’impegno per la costruzione
della Lega per il Disarmo Unilaterale. Ci incontrammo anche a Viareggio dove
tenemmo un Congresso della Lega, e dove lui svolgeva il ruolo di prete operaio lavorando
alla Darsena. Nella sua modesta casa mi aveva anche ospitato. Subì, come molti
in quegli anni, anche un processo e una condanna dal tribunale di Firenze per
essersi opposto alla costruzione della centrale nucleare di Montalto di Castro.
È morto a Viareggio il 19 febbraio del 1988. [Angelo Gaccione]