SOLO 90 SECONDI DALLA FINE
di
Alessandro Pascolini*
Un momento di pericolo senza precedenti.
Padova. Quest'anno, il Comitato
per la Scienza e la Sicurezza del Bulletin of the Atomic Scientists ha spostato
in avanti le lancette dell'Orologio del Giorno del Giudizio (il Doomsday
Clock), soprattutto (anche se non esclusivamente) a causa dei crescenti
pericoli posti dalla guerra in Ucraina. L'orologio è ora a soli 90 secondi
dalla mezzanotte, il momento più vicino alla catastrofe globale che sia mai
stato. Il Doomsday Clock ci ricorda quanto sia delicato e incerto l’equilibrio
che permette la sopravvivenza dell’umanità in presenza delle armi nucleari e di
nuove destabilizzanti tecnologie nell'attuale fase dei cambiamenti climatici
che condizionano la vita sul nostro pianeta: ogni anno dal 1947 segna quanto
tempo rimane prima della mezzanotte antecedente al giorno del giudizio. La
prima indicazione all’inizio della guerra fredda (1947) fu di mezzanotte meno
sette minuti; con l’acquisizione delle armi nucleari da parte dell’URSS (1949)
le lancette vennero portate a 3 minuti da mezzanotte; un ulteriore aggravamento
(e siamo a meno due minuti) si ha con lo sviluppo delle armi termonucleari
(1953). Nel corso degli anni, a fronte dell’evoluzione del confronto nucleare fra
le superpotenze e la proliferazione in altri paesi, l’orologio si è allontanato
e avvicinato alla mezzanotte; il momento più sicuro si è avuto nel 1991 alla
fine della guerra fredda (17 minuti da mezzanotte) per poi via via aggravarsi
negli anni successivi per l’incapacità del mondo politico internazionale di
superare il confronto nucleare e di affrontare le problematiche legate al
cambiamento climatico globale, fino a raggiungere lo scorso anno la distanza
estremamente pericolosa di 100 secondi, ulteriormente aggravata quest'anno. Il
documento presentato oggi (https://thebulletin.org/doomsday-clock/current-time/) risente pesantemente della guerra in Ucraina, con una
precisa presa di posizione contro l'invasione russa. I temi affrontati sono,
oltre alle problematiche della guerra, il rischio degli armamenti nucleari, gli
effetti dei cambiamenti climatici, le minacce biologiche e delle tecnologie
destabilizzanti. Di seguito i contenuti principali del documento.
I rischi dovuti alla guerra in Ucraina
La guerra in Ucraina
potrebbe entrare in un secondo terribile anno, ponendo in gioco la sovranità
dell'Ucraina e i più ampi accordi di sicurezza europei che hanno ampiamente
retto dalla fine della Seconda guerra mondiale. Inoltre, la guerra della Russia
contro l'Ucraina ha sollevato profondi interrogativi sulle modalità di
interazione tra gli Stati, erodendo le norme di condotta internazionali. In
particolare, la Russia ha violato gli accordi di Budapest del 1994 a garanzia
dell'integrità territoriale dell'Ucraina a seguito della sua rinuncia alle armi
nucleari e l'adesione al trattato di non-proliferazione (NPT). Le poco velate
minacce della Russia di usare le armi nucleari ricordano al mondo che
l'escalation del conflitto, per incidente, intenzione o errore di calcolo, è un
rischio terribile. La possibilità che il conflitto sfugga al controllo rimane
alta. Ulteriore pericolo nucleare segue dal coinvolgimento russo nella guerra
degli impianti nucleari di Chernobyl e Zaporizhzhia, violando i protocolli
internazionali e rischiando un rilascio diffuso di materiali radioattivi. Gli
effetti della guerra minano anche gli sforzi globali per combattere il
cambiamento climatico: i paesi che dipendono dal petrolio e dal gas russo hanno
cercato di diversificare le loro forniture, portando a un aumento degli
investimenti nel gas naturale proprio quando questi avrebbero dovuto ridursi.
L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha aumentato il rischio di
utilizzo di armi nucleari, ha sollevato lo spettro dell'uso di armi biologiche
e chimiche, ha ostacolato la risposta del mondo al cambiamento climatico e ha
ostacolato gli sforzi internazionali per affrontare altri problemi globali.
L'invasione e l'annessione del territorio ucraino hanno violato le norme
internazionali e potrebbero incoraggiare altri a intraprendere azioni che
minacciano la stabilità. Non esiste un percorso chiaro per forgiare una pace
giusta che scoraggi future aggressioni all'ombra delle armi nucleari. Esiste
comunque una moltitudine di canali di dialogo che dovrebbero essere esplorati.
Trovare una strada per seri negoziati di pace potrebbe contribuire a ridurre il
rischio di escalation. In questo momento di pericolo globale senza precedenti,
è necessaria un'azione concertata e ogni secondo è importante.
Una situazione nucleare estremamente pericolosa
Le minacce russe di usare armi nucleari nella guerra in
Ucraina costituiscono il peggior sviluppo nucleare del 2022, ma sono solo uno
dei molteplici aggravamenti del confronto nucleare mondiale. Gli Stati Uniti,
la Russia e la Cina stanno perseguendo programmi di modernizzazione delle armi
nucleari, preparando il terreno per una nuova e pericolosa "terza
era" di competizione nucleare. Le forze nucleari statunitensi e russe sono
ancora vincolate dal New START, ma non c'è certezza che il trattato venga
esteso oltre il 2026. Non vi sono prospettive concrete di ulteriori negoziati a
rafforzare la sicurezza nucleare. La considerevole espansione delle capacità
nucleari della Cina è particolarmente preoccupante, dato il suo costante
rifiuto di prendere in considerazione misure per migliorare la trasparenza e la
prevedibilità. Qualora giungesse a capacità nucleari equivalenti a quelle di
Stati Uniti e Russia, vi sarebbero conseguenze imprevedibili per la stabilità
globale. Vi sono stati scarsi progressi nei negoziati con la Corea del Nord e
l'Iran sui loro programmi nucleari. La Corea del Nord ha intensificato
notevolmente i test missilistici sia a corto raggio che di gittata intermedia
e, a fine marzo, ha lanciato con successo un missile balistico
intercontinentale per la prima volta dal 2017. L'Iran continua ad aumentare la
sua capacità di arricchimento dell'uranio, al di fuori dei limiti del Joint
Comprehensive Plan of Action (JCPoA) che un tempo lo limitava. Ora l'Iran è più
vicino alla capacità di dotarsi di armi nucleari, qualora decidesse di varcare
quella soglia. Il ritorno all'accordo nucleare ridurrebbe i rischi,ma
l'instabilità in Iran e il sostegno di Teheran alla guerra della Russia contro
l'Ucraina complicano il progresso dei negoziati per impedire all'Iran di
dotarsi di armi nucleari. L'India continua a modernizzare il suo arsenale
nucleare, che conta circa 160 testate, con nuovi sistemi di lancio in fase di
sviluppo per integrare o sostituire gli attuali aerei a capacità nucleare, i
sistemi di lancio terrestri e quelli marittimi. Il Pakistan ha un arsenale di
dimensioni simili e continua a espandere il suo arsenale, i sistemi di lancio e
la produzione di materiale fissile. Le preoccupazioni sulla corsa agli armamenti
in Asia meridionale e sulla corsa agli armamenti missilistici in Asia
nordorientale completano un quadro desolante che deve essere affrontato. In via
prioritaria, tutti e cinque i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza
delle Nazioni Unite dovrebbero impegnarsi a fronteggiare i pericoli nucleari
attraverso sforzi di controllo degli armamenti e accordi di stabilità
strategica. Al momento opportuno, sarà necessaria un'importante azione di
diplomazia nucleare multilaterale proprio a causa della terribile realtà che la
crisi ucraina sottolinea: la minaccia esistenziale rappresentata dalle armi
nucleari persiste anche quando le circostanze politiche cambiano.
Dinamiche contrastanti: affrontare il cambiamento
climatico durante l'invasione dell'Ucraina
Affrontare il cambiamento climatico richiede fiducia nelle
istituzioni di governo multilaterale. La spaccatura geopolitica aperta
dall'invasione dell'Ucraina ha indebolito la volontà globale di cooperare,
minando la fiducia nella durata, o addirittura nella fattibilità, di un'ampia
collaborazione multilaterale. L'invasione dell'Ucraina ha innescato una corsa
all'indipendenza dalle forniture energetiche russe, soprattutto nell'Unione
Europea. Dal punto di vista del cambiamento climatico, ciò ha contribuito a due
dinamiche contrastanti. In primo luogo, i prezzi elevati dell'energia hanno
stimolato gli investimenti nelle energie rinnovabili e motivato i paesi ad
attuare politiche di sostegno al loro sviluppo. Grazie a questo aumento,
l'Agenzia Internazionale per l'Energia prevede che l'energia eolica e solare
insieme si avvicineranno al 20% della produzione globale di energia tra cinque
anni, con la Cina che installerà quasi la metà della nuova capacità di energia
rinnovabile. Nello stesso tempo, i prezzi hanno spinto a sviluppare nuove
forniture di gas, stimolando gli investimenti nella produzione di gas naturale
e nelle infrastrutture di esportazione, finanziati in gran parte dalle
principali transnazionali del petrolio e del gas e dalle società di investimento.
Questo capitale privato continua a confluire nello sviluppo di nuove risorse di
combustibili fossili. Tutti i paesi del G7 si sono impegnati a porre fine ai
finanziamenti pubblici dei progetti internazionali sui combustibili fossili
entro quest'anno e la Beyond Oil and Gas Alliance, un gruppo di otto paesi, si
è formalmente impegnata a porre fine a nuove concessioni, licenze o leasing per
la produzione e l'esplorazione di petrolio e gas e a stabilire un calendario
per la cessazione della produzione che sia coerente con gli impegni assunti
nell'ambito dell'Accordo di Parigi. Di conseguenza, le emissioni globali di
anidride carbonica derivanti dalla combustione di combustibili fossili, dopo
essere risalite dal declino economico dovuto al COVID a un massimo storico nel
2021, hanno continuato ad aumentare nel 2022, raggiungendo un nuovo record. Il
calo delle emissioni cinesi è stato oscurato da un aumento negli Stati Uniti,
in India e altrove. L'aumento delle emissioni nel 2022 ha accelerato il
continuo aumento della concentrazione di gas serra nell'atmosfera, che
continuerà fino a quando continueranno le emissioni di anidride carbonica. I
fenomeni meteorologici estremi non solo hanno continuato a colpire diverse
parti del mondo, ma sono stati attribuiti in modo più evidente al cambiamento
climatico. I paesi dell'Africa occidentale hanno subito inondazioni tra le più
letali della loro storia; le temperature estreme registrate la scorsa estate in
Europa centrale, Nord America, Cina e altre regioni dell'emisfero settentrionale
hanno portato a carenze idriche e a condizioni di siccità del suolo, che a loro
volta hanno provocato raccolti scarsi, minando ulteriormente la sicurezza
alimentare in un momento in cui il conflitto in Ucraina ha già provocato un
aumento dei prezzi dei prodotti alimentari. È stato il Pakistan ad aver
affrontato la manifestazione più drammatica dell'anno della crescente
volatilità del clima terrestre con intense inondazioni su un terzo del paese,
colpendo direttamente 33 milioni di persone e scatenando effetti a cascata, tra
cui gravi perdite dei raccolti, un'epidemia di malattie trasmesse dall'acqua
inquinata e la distruzione di infrastrutture, case, bestiame e mezzi di
sussistenza. Sullo sfondo delle tragedie legate al clima di quest'anno, le parti
alla conferenza sul clima delle Nazioni Unite a Sharm el Sheikh hanno raggiunto
un promettente passo avanti con l'accordo di compromesso per la creazione di
un fondo per sostenere i paesi poveri e vulnerabili nell'affrontare il
crescente impatto dei cambiamenti climatici. Tuttavia, i paesi non sono stati
in grado di adottare una decisione formale per concordare l'eliminazione
graduale dei combustibili fossili e, cosa ancora più deludente, non hanno fatto
sostanzialmente nulla per assicurare che i precedenti impegni di raggiungere
emissioni nette di gas serra pari a zero venissero rispettati.
Una serie scoraggiante di minacce biologiche
L'attuale panorama delle minacce biologiche rende evidente che
la comunità internazionale deve migliorare la propria capacità di prevenire le
epidemie, di individuarle rapidamente quando si verificano e di rispondere
efficacemente per limitarne la portata. Eventi devastanti come la pandemia
COVID-19 non possono più essere considerati eventi rari. Il numero totale e la
diversità dei focolai di malattie infettive sono aumentati in modo
significativo dal 1980, e più della metà sono causati da malattie che hanno
origine negli animali e vengono trasmesse all'uomo. Esiste un'immensa varietà e
diversità di virus, batteri e altri microbi noti per infettare l'uomo. La
capacità di prevedere quali di questi virus e microbi abbiano maggiori
probabilità di causare malattie umane è tristemente inadeguata. Continuano a
verificarsi frequentemente incidenti di laboratorio. Le possibilità di errore
umano, la comprensione limitata delle caratteristiche delle nuove malattie, la
scarsa conoscenza da parte delle amministrazioni locali delle ricerche che si
svolgono nei laboratori delle loro giurisdizioni e la confusione sui requisiti
di sicurezza mettono a dura prova gli attuali programmi di biosicurezza dei
laboratori. Viviamo in un'epoca di progressi rivoluzionari nelle scienze della
vita e nelle tecnologie associate. I ricercatori possono ingegnerizzare gli
esseri viventi (soprattutto virus) per acquisire nuove caratteristiche con
sempre maggiore facilità e affidabilità. Ma i regimi di sorveglianza, le
strategie per la valutazione e la mitigazione del rischio e la definizione di
norme concordate rimangono arretrati, mentre la scienza e la tecnologia
biologiche avanzano sempre più velocemente. L'informazione biologica è sempre
più un'arma a doppio taglio. I leader di tutto il mondo devono affrontare la
possibilità di rischi biologici catastrofici globali che mettono alla prova o
superano la capacità collettiva di controllo dei governi nazionali e
internazionali e del settore privato. Vi sono sospetti che alcuni paesi
mantengano programmi biologici militari o sviluppino attività duali, in
violazione della convenzione delle armi biologiche. Il rischio che la Russia
intraprenda una guerra biologica aumenta man mano che le condizioni in Ucraina
diventano più caotiche, indebolendo le norme umanitarie in guerra. L'escalation
bellica in Ucraina pone molte minacce potenzialmente esistenziali all'umanità e
una di queste è quella biologica. Indipendentemente dalla fonte potenziale –
naturale, accidentale o intenzionale – ci sono misure che i leader nazionali
possono adottare per ridurre i rischi biologici catastrofici. Ogni paese deve
investire maggiormente nella salute pubblica. Ogni paese dovrebbe eliminare le
armi biologiche e smantellare i programmi che le producono. Tutti i paesi
possono migliorare notevolmente la capacità di identificare i focolai prima che
diventino epidemie e pandemie se investono nei sistemi di sorveglianza delle
malattie, se condividono dati, analisi e informazioni sugli eventi biologici e
se sviluppano la capacità di identificare rapidamente gli eventi biologici. Gli
agenti patogeni non sono fermati dai confini nazionali. Malattie debilitanti,
morti diffuse e disastri indotti dalle malattie possono essere evitati se i
paesi di tutto il mondo cooperano su strategie sanitarie globali e investono in
scienza, tecnologia, ricerca e sviluppo nel settore della biosicurezza.
Tecnologie dirompenti: un ambiente variegato di
minacce
L'anno scorso, gli sviluppi relativi alle potenziali minacce
provenienti dalle tecnologie dirompenti raccontano una storia contrastante. Sul
fronte della disinformazione, ci sono state alcune buone notizie: l'elettorato
americano ha respinto i negazionisti alle elezioni del 2022 e in Francia il
presidente Emmanuel Macron ha superato la storica sfida della candidata di
estrema destra Marine Le Pen. Nel frattempo, l'amministrazione Biden ha
continuato a impegnarsi per aumentare il ruolo degli scienziati nell'informare
le politiche pubbliche. D'altro canto, la disinformazione informatica continua
senza sosta. Negli Stati Uniti, l'opposizione politica al "Consiglio per
la governance della disinformazione" proposto dal Dipartimento per la
sicurezza interna è riuscita a far ritirare al dipartimento la sua proposta.
Questo tipo di attacchi non è certo nuovo, ma è emblematico della corruzione
nell'ambiente dell'informazione. In Russia il controllo governativo dell'ecosistema
informativo ha bloccato la diffusione di informazioni veritiere sulla guerra in
Ucraina. L'uso cinese delle tecnologie di sorveglianza è continuato a ritmo
sostenuto nello Xinjiang. Come affermato l'anno scorso, l'uso estensivo delle
tecnologie di sorveglianza ha implicazioni inquietanti per i diritti umani e
rappresenta una chiara minaccia per la società civile. Per quanto riguarda il
conflitto cibernetico, anche in questo caso la storia è un mix di cattive e
buone notizie. Il mondo continua a soffrire di attacchi informatici diffusi, ma
i cyberattacchi russi contro gli Stati Uniti e l'Unione Europea come ritorsione
per le sanzioni legate all'invasione dell'Ucraina non hanno avuto successo e
quelli contro l'Ucraina si sono rivelati inefficaci come strumento coercitivo.
L'intelligence open-source abilitata dalla tecnologia ha avuto un impatto
profondo sulla guerra in Ucraina, fornendo immagini che documentano i crimini
di guerra russi e forniscono una preziosa conoscenza della situazione per le
forze ucraine. Le immagini commerciali provenienti dallo spazio sono state
ampiamente condivise, raccontando la preparazione russa all'invasione e
fornendo ai decisori militari ucraini ulteriori input. Il sistema SpaceX di
Starlink è riuscito a mantenere il servizio internet in tutta l'Ucraina e a
rispondere in modo rapido ed efficace ai cyberattacchi russi. Starlink ha anche
dimostrato la potenziale resilienza di grandi costellazioni di piccoli
satelliti in orbita terrestre bassa. Tali costellazioni di satelliti sarebbero
altamente resistenti agli attacchi anti-satellite e dovrebbero quindi
contribuire alla stabilità. Gli Stati Uniti si sono impegnati unilateralmente
ad astenersi da test di armi antisatellite distruttive e hanno invitato altre
nazioni ad aderire a questa moratoria. I piani spaziali statunitensi prevedono
il dispiegamento di una serie di sensori satellitari per tracciare i lanciatori
di missili e altri obiettivi mobili, consentendo così attacchi preventivi.
Sebbene destinati a contrastare la Corea del Nord, questi gruppi di sensori
susciteranno indubbiamente preoccupazione in Russia e in Cina, minacciando
potenzialmente la stabilità strategica. Infine, la guerra in Ucraina ha
dimostrato il valore delle armi ad alta tecnologia contro piattaforme convenzionali
come aerei e carri armati. Droni armati e munizioni guidate con precisione sono
importanti per entrambe le parti in conflitto. Sebbene queste tecnologie non
siano nuove, il loro potenziale dirompente contro le tradizionali forze
terrestri è stato dimostrato ancora una volta.
[*Università di Padova]