Ilettori di questo giornale sanno che “Odissea” da
sempre si batte contro la politica criminale del saccheggio dell’ambiente e
della devastazione climatica. Dunque il nostro appoggio incondizionato va ai
militanti di “Ultima Generazione” e a tutti coloro che ne difendono le ragioni.
Ci siamo permessi solo un suggerimento: correggere il tiro. In quanto uomini di
cultura, artisti, scrittori, poeti, musicisti, ecc. il patrimonio artistico lo
consideriamo bene comune da tutelare e vorremmo che la vernice, di cui si
servono gli amici di Ultima Generazione per le loro azioni, imbrattasse non i
luoghi d’arte e le opere degli artisti, ma quanti a vari livelli hanno funzioni
di decisori e non muovono un dito contro quello che assieme alla guerra
rappresenta la minaccia più grave alla sopravvivenza collettiva: la catastrofe
ambientale. Sia chiaro, noi stiamo con loro contro ogni Tribunale e contro ogni
Apparato Governativo che ne vuole fermare le ragioni e le passioni. [A. G.]
Si è tenuta il 1° gennaio presso il Tribunale di Milano l’udienza
per Simone Ficicchia di Ultima Generazione. Sulla richiesta
della Sorveglianza Speciale avanzata dalla Questura di Pavia il Tribunale
si è riservato di decidere tra 30 giorni. Assistito dal legale Gilberto
Pagani, Simone ha spiegato le motivazioni alla base delle azioni
nonviolente a cui ha partecipato e ha fornito precisazioni sulle modalità delle
proteste. A fine udienza manifestazione pacifica: un gruppo di persone si
autodenuncia in questura e chiede di essere processato in solidarietà con
Simone. “Abbiamo
esposto le nostre ragioni nonviolente e abbiamo ricevuto ascolto da parte della
corte, che valuterà le nostre ragioni. Abbiamo puntato sul fatto che la crisi
climatica non è opinione ma fatto scientifico ed è fondamentale al punto da
rendere necessario porre un argine alle politiche dei governi. Spero in un
esito che dia valore alla lotta per il clima. Ringrazio le tante persone che mi
hanno sostenuto. Non sarebbe stato lo stesso se non avessi saputo che c’erano”,
ha dichiarato Simone al termine dell’udienza.“Mio figlio non ha danneggiato persone,
forse ha danneggiato delle cose ma non in modo irreparabile. Noi non siamo
d'accordo sui metodi usati perché la nostra generazione non fa questo, ma la
nostra generazione probabilmente ha preso scelte peggiori, quindi il loro
metodo non è sbagliato per forza. Tra i politici, chi ha dichiarato che questo
è un movimento oltranzista e che loro sono dei delinquenti, mi sembra che abbia
poca misura”, ha affermato la mamma di Simone all’esterno
del tribunale.Al presidio, iniziato alle 10 in
concomitanza con l’inizio dell’udienza, hanno partecipato diverse
organizzazioni e alcuni esponenti della società civile, tra cui Gad
Lerner e Marco Cappato. Ad alleggerire la tensione dell’attesa hanno
contribuito alcuni performers tra cui la Banda degli Ottoni a Scoppio, che
suona per dar voce agli indifesi in molti momenti della vita politica pubblica
per i diritti e per la pace. Si è esibita anche la musicista e
attivista Lotta, che ha detto: “Ho 20 anni, da decenni gli scienziati
chiedono alla politica di intervenire, siamo arrivati dopo decenni al punto di
lanciare una minestra su una teca per farci ascoltare. Ora ci volete degradare,
ma noi saremo vittoriosi perché non vogliamo essere l’ultima generazione”.
Michele Giuli, portavoce di Ultima Generazione, ha spiegato: “Qualcuno
vorrà fare qualcos'altro, combattiamo insieme alle altre organizzazioni per il
clima, noi blocchiamo le strade e accettiamo di essere odiati. Non ci piace
quello che facciamo ma lo facciamo perché è efficace nelle condizioni estreme.
E queste lo sono: abbiamo solo 3-4 anni per ridurre le emissioni e rispettare
gli accordi internazionali siglati”.
Michele Giuli, portavoce di Ultima Generazione, ha spiegato: “Qualcuno
vorrà fare qualcos'altro, combattiamo insieme alle altre organizzazioni per il
clima, noi blocchiamo le strade e accettiamo di essere odiati. Non ci piace
quello che facciamo ma lo facciamo perché è efficace nelle condizioni estreme.
E queste lo sono: abbiamo solo 3-4 anni per ridurre le emissioni e rispettare
gli accordi internazionali siglati”.
Al termine del sit-in un gruppo di cittadini presenti al presidio si è
recato in fila indiana e ordinata presso la Questura di Milano in via
Fatebenefratelli per esprimere la propria preoccupazione per la crisi climatica
e autodenunciarsi come “persone socialmente pericolose”, chiedendo di
essere processate come solidali con Simone Ficicchia. Un’azione ispirata
al “Jail in” dei movimenti nonviolenti di Martin Luther
King e Gandhi. Tenendo in mano copia delle denunce e dei
provvedimenti emessi dalla polizia durante azioni nonviolente, hanno precisato:
“Se Simone è un criminale, allora siamo tutti criminali. Se lo Stato decide
di reprimere un 20enne preoccupato, continuando indisturbato a condannarci a un
pianeta invivibile, allora dovrà fare lo stesso con chi lotta al suo fianco”. “Siamo qui per autodenunciarci come cittadini e attivisti. Riteniamo sia
giusto ricevere lo stesso trattamento di Simone, considerato che lottiamo per
le stesse cause per avere lo stesso futuro”, ha aggiunto una delle
partecipanti. Le richieste del movimento sono: 1. interrompere
immediatamente la riapertura delle centrali a carbone dismesse e cancellare il
progetto di nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale; 2. procedere a
un incremento di energia solare ed eolica di almeno 20GW immediatamente, e
creare migliaia di nuovi posti di lavoro nell’energia rinnovabile, aiutando gli
operai dell'industria fossile a trovare impiego in mansioni più sostenibili. Per esprimere solidarietà: stampa@ultima-generazione.it