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giovedì 12 gennaio 2023

ULTIMA GENERAZIONE
 

Simone Ficicchia

I lettori di questo giornale sanno che “Odissea” da sempre si batte contro la politica criminale del saccheggio dell’ambiente e della devastazione climatica. Dunque il nostro appoggio incondizionato va ai militanti di “Ultima Generazione” e a tutti coloro che ne difendono le ragioni. Ci siamo permessi solo un suggerimento: correggere il tiro. In quanto uomini di cultura, artisti, scrittori, poeti, musicisti, ecc. il patrimonio artistico lo consideriamo bene comune da tutelare e vorremmo che la vernice, di cui si servono gli amici di Ultima Generazione per le loro azioni, imbrattasse non i luoghi d’arte e le opere degli artisti, ma quanti a vari livelli hanno funzioni di decisori e non muovono un dito contro quello che assieme alla guerra rappresenta la minaccia più grave alla sopravvivenza collettiva: la catastrofe ambientale. Sia chiaro, noi stiamo con loro contro ogni Tribunale e contro ogni Apparato Governativo che ne vuole fermare le ragioni e le passioni. [A. G.]


 
 
Si è tenuta il 1° gennaio presso il Tribunale di Milano l’udienza per Simone Ficicchia di Ultima Generazione. Sulla richiesta della Sorveglianza Speciale avanzata dalla Questura di Pavia il Tribunale si è riservato di decidere tra 30 giorni. Assistito dal legale Gilberto Pagani, Simone ha spiegato le motivazioni alla base delle azioni nonviolente a cui ha partecipato e ha fornito precisazioni sulle modalità delle proteste. A fine udienza manifestazione pacifica: un gruppo di persone si autodenuncia in questura e chiede di essere processato in solidarietà con Simone. 
Abbiamo esposto le nostre ragioni nonviolente e abbiamo ricevuto ascolto da parte della corte, che valuterà le nostre ragioni. Abbiamo puntato sul fatto che la crisi climatica non è opinione ma fatto scientifico ed è fondamentale al punto da rendere necessario porre un argine alle politiche dei governi. Spero in un esito che dia valore alla lotta per il clima. Ringrazio le tante persone che mi hanno sostenuto. Non sarebbe stato lo stesso se non avessi saputo che c’erano”, ha dichiarato Simone al termine dell’udienza. “Mio figlio non ha danneggiato persone, forse ha danneggiato delle cose ma non in modo irreparabile. Noi non siamo d'accordo sui metodi usati perché la nostra generazione non fa questo, ma la nostra generazione probabilmente ha preso scelte peggiori, quindi il loro metodo non è sbagliato per forza. Tra i politici, chi ha dichiarato che questo è un movimento oltranzista e che loro sono dei delinquenti, mi sembra che abbia poca misura”, ha affermato la mamma di Simone all’esterno del tribunale. Al presidio, iniziato alle 10 in concomitanza con l’inizio dell’udienza, hanno partecipato diverse organizzazioni e alcuni esponenti della società civile, tra cui Gad Lerner e Marco Cappato. Ad alleggerire la tensione dell’attesa hanno contribuito alcuni performers tra cui la Banda degli Ottoni a Scoppio, che suona per dar voce agli indifesi in molti momenti della vita politica pubblica per i diritti e per la pace. Si è esibita anche la musicista e attivista Lotta, che ha detto: “Ho 20 anni, da decenni gli scienziati chiedono alla politica di intervenire, siamo arrivati dopo decenni al punto di lanciare una minestra su una teca per farci ascoltare. Ora ci volete degradare, ma noi saremo vittoriosi perché non vogliamo essere l’ultima generazione”.



Michele Giuli, portavoce di Ultima Generazione, ha spiegato: “Qualcuno vorrà fare qualcos'altro, combattiamo insieme alle altre organizzazioni per il clima, noi blocchiamo le strade e accettiamo di essere odiati. Non ci piace quello che facciamo ma lo facciamo perché è efficace nelle condizioni estreme. E queste lo sono: abbiamo solo 3-4 anni per ridurre le emissioni e rispettare gli accordi internazionali siglati”.
Michele Giuli, portavoce di Ultima Generazione, ha spiegato: “Qualcuno vorrà fare qualcos'altro, combattiamo insieme alle altre organizzazioni per il clima, noi blocchiamo le strade e accettiamo di essere odiati. Non ci piace quello che facciamo ma lo facciamo perché è efficace nelle condizioni estreme. E queste lo sono: abbiamo solo 3-4 anni per ridurre le emissioni e rispettare gli accordi internazionali siglati”.



Al termine del sit-in un gruppo di cittadini presenti al presidio si è recato in fila indiana e ordinata presso la Questura di Milano in via Fatebenefratelli per esprimere la propria preoccupazione per la crisi climatica e autodenunciarsi come “persone socialmente pericolose”, chiedendo di essere processate come solidali con Simone Ficicchia. Un’azione ispirata al “Jail in” dei movimenti nonviolenti di Martin Luther King e Gandhi. Tenendo in mano copia delle denunce e dei provvedimenti emessi dalla polizia durante azioni nonviolente, hanno precisato: “Se Simone è un criminale, allora siamo tutti criminali. Se lo Stato decide di reprimere un 20enne preoccupato, continuando indisturbato a condannarci a un pianeta invivibile, allora dovrà fare lo stesso con chi lotta al suo fianco”.
Siamo qui per autodenunciarci come cittadini e attivisti. Riteniamo sia giusto ricevere lo stesso trattamento di Simone, considerato che lottiamo per le stesse cause per avere lo stesso futuro”, ha aggiunto una delle partecipanti. 
 
Le richieste del movimento sono:
1. interrompere immediatamente la riapertura delle centrali a carbone dismesse e cancellare il progetto di nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale;
2. procedere a un incremento di energia solare ed eolica di almeno 20GW immediatamente, e creare migliaia di nuovi posti di lavoro nell’energia rinnovabile, aiutando gli operai dell'industria fossile a trovare impiego in mansioni più sostenibili.
 
Per esprimere solidarietà:
stampa@ultima-generazione.it