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mercoledì 15 febbraio 2023

ELEZIONI E DISGUSTO
di Vittorio Melandri

 
Sono un cittadino di sinistra, quindi dovrei essere solo dispiaciuto per i risultati alle regionali in Lombardia e Lazio. Il dispiacere però è sovrastato dal disgusto... il disgusto per i sorrisini (vedi Mentana per tutti) con cui i giornalisti commentano come la partecipazione al voto sia sprofondata. Per quei sorrisini, una partecipazione al voto di poco superiore al 40%, è una questione del tutto indifferente. Ma non è vero che votare non serve a niente, è il "voto" del cittadino che non vale niente. Da decenni la classe politica ha sequestrato il "voto" del cittadino, lo usa per legittimare le elezioni (votare serve eccome), e fa e disfa a suo piacimento. La grande depressione nasce dall'evidenza di questo "fare". E chi è chiamato ad aiutare a capire, non aiuta. Vale per "L'Amaca" di Serra di ieri, e ancor più per il commento del politologo Piero Ignazi che dalla prima pagina di “Domani”, sotto occhiello e titolo “L'assalto fallito al PD. Questa volta ci sono buone notizie anche nella sconfitta”, si compiace che i quattro elettori che sono andati a votare, non hanno imitato il Fabrizio Maramaldo e non avrebbero ucciso, come fece invece il Maramaldo con Francesco Ferrucci, un "partito morto". (Vedi Il canto degli italiani). Da ormai irrecuperabile depresso, un caro saluto, provare un sentimento di amicizia, per quanto labile, è l'unico balsamo rimasto, nella attesa di morire.