Quando
nel 1985 l'uscita del libro La prevalenza del cretino di Fruttero & Lucentini
certificò un dato noto da tempo, la "Rete" era quella dei pescatori,
cominciava appena a circolare un computer familiare, il Commodore Amiga, e
venivano assegnati i primi "domini Internet", it. per l'Italia. Gli
"umani da tastiera" erano ancora identificati solo come intelligenti,
vedi per tutti Montanelli seduto con sulle ginocchia una Olivetti Lettera 22, e
la maggioranza manco usava i primi PC. Oggi grazie alla diffusione di PC in Rete,
di qualsiasi forma siano, compresi ovviamente gli smart, la categoria degli
"umani da tastiera" ha assorbito la spietata diagnosi di Fruttero &
Lucentini, " la prevalenza del cretino" che una volta si manifestava
nei "discorsi da bar", esonda in terra in cielo ed in mare, e
soprattutto è diventata comodissimo capro espiatorio di tutti i mali del mondo.
Al netto della satira intelligente, vedi il Napalm 51 di Crozza, non c'è ormai
autorevole opinionista che non risolva appunto la propria analisi di tutti i
mali del mondo, scaricandoli su leoni da tastiera; vigliacchi da tastiera; anonimi
da tastiera, e si potrebbe continuare, la lista è aperta, senza limite alcuno. In
morte di Maurizio Costanzo, il buonissimo e gentilissimo Massimo Gramellini ne
individua una nuova specie. I puritani da tastiera. E cosa li caratterizza nell'occasione?
aver osato ricordare che “un signore che ha
accompagnato la vita quotidiana di tre generazioni di italiani; che ha
inventato le telefonate della gente comune alla radio e i talk-show in tivù;
che è stato tra i primi a parlare di mafia al grande pubblico, rischiando di
lasciarci la pelle, e che per primo ha portato agli onori delle telecamere il
mondo dei fragili e dei diversi. È
stato iscritto alla P2. Non si fa, ci si rivela per quello che si è, avvoltoi. Costanzo
si era pure scusato per lo scivolone, e questi avvoltoi, puritani da tastiera
che fanno? “davanti a un abito di buon
taglio, si fissano a guardare la macchiolina d'unto”. L'esimio dott.
Gramellini, sulla prima pagina del quotidiano salvato dalle grinfie della P2
per merito di Alberto Cavallari, sostenuto nell'impresa da Sandro Pertini,
chiude definitivamente una travagliata stagione cominciata la mattina del 17
marzo 1981 a Castiglion Fibocchi, svelando, alla faccia di indagini ed altro,
compreso il lavoro di Tina Anselmi, cosa mai sia stata questa P2. Una
macchiolina d’unto su un abito di buon taglio. Vittorio
Melandri