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sabato 18 febbraio 2023

GUERRA
Il buon senso diffuso.


Caro Angelo,
siamo ormai quasi a un anno dalla data di inizio di questa guerra e ancora non si vedono spiragli di pace. Tutti fanno ipotesi di pace senza fare i conti su ciò che frulla nei pensieri dei due contendenti. Si sono scritti fiumi di parole; si sono aperti spiragli, che, poi, si sono subito richiusi; si sono decise sanzioni, che si sono ritorte contro; si sono inviate armi e ancora si ha intenzione di mandarne; si sta tirando troppo la corda; si fanno appelli; si fanno manifestazioni di piazza. Non si potrebbe dire ai contendenti di mettersi a un tavolo e scoprire le carte? Nel frattempo i morti aumentano e quei morti pesano da una parte e dall’altra, alimentando l’odio. Più passa il tempo e più le distanze aumentano. Non è mai troppo tardi parlare di pace e ringrazio i pacifisti del loro utile contributo. Forse dico una sciocchezza e sarò accusato di qualunquismo, sebbene può essere pensata dal cittadino comune. Non si potrebbe organizzare un corteo formato da tutti i popoli europei e presentarsi al fronte di guerra con le bandiere bianche - non in segno di resa, bensì di pensiero positivo - mischiate a quelle arcobaleno e dire: basta? In questi cortei inserirei i Russi e gli Ucraini che vivono in Europa e nel mondo per far presente che a loro di questa guerra non importi nulla. In fondo i due popoli, il russo e l’ucraino, hanno elementi che li uniscono.
Il vero problema a questo punto è l’orgoglio. I Russi non digerirebbero mai una sconfitta militare a opera di un popolo numericamente più piccolo, come quello ucraino e, poi, penserebbero alla brutta figura che farebbero col mondo intero: una delle più grandi potenze militari subire una sonora sconfitta! Gli Ucraini, dal canto loro in caso di resa, farebbero la brutta figura di non essersi difesi fino all’ultimo sangue. Ed ecco, presentarsi due nuovi soggetti: il Papa e il Patriarca a fare da pacieri, chiamando a raccolta i rispettivi fedeli e mandarli dai loro capi di Governo per invitarli a fermarsi in tempo prima che sia troppo tardi. Lo strappo c’è stato e sicuramente si può ancora mettere una toppa; naturalmente, per salvare la faccia, ognuno dei due contendenti dovrà fare delle concessioni. Si penserebbe che i due popoli approverebbero in cambio di un grande regalo: la pace! Un ultimo tentativo sarebbe quello di fare sfilare le mamme dei due popoli in guerra che hanno perduto un figlio nei combattimenti e dire ai rispettivi comandanti di mettersi nei loro panni per capire il dolore che si prova a perdere un figlio ancora giovane e con tante speranze. Buona vita.
Carmine Scavello