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lunedì 27 febbraio 2023

SCASSITALIA
di Felice Besostri


Basta allo slogan la Secessione dei ricchi.
 
Lo slogan che piace agli oppositori, amanti della Costituzione o meno (tanto tempo fa tra di loro c’erano i Fratelli d’Italia) dell’Autonomia Differenziata, una definizione troppo anodina che non coglie la pericolosità costituzionale del progetto, mi ha dato fastidio, dalla prima volta che l’ho sentita da De Magistris, allora sindaco di Napoli, davanti a Montecitorio appena dopo i referendum sul tema di Veneto e Lombardia, vinti con larga maggioranza in Veneto 98,1% di Sì e 1,9% No con un’affluenza del 57,2% e in Lombardia 96,02% di Sì e il 3,98% No, ma con un’affluenza del 38,21% degli aventi diritto, decisamente bassa, ma da far invidia all’Emilia-Romagna 2014 del 37,71% . Alle elezioni regionali lombarde del 4 marzo 2018 partecipò il 73,10% e la desta vinse con il 49,75%, mentre alle elezioni regionali del Veneto 2015 partecipò il 57,16% e a quelli del 2020 il 61,14% e la destra vinse con il 76,79%.
La fiducia in De Magistris non elevatissima è caduta sotto lo zero dopo la sua partecipazione alle elezioni calabresi del 2021, non è Mélenchon, qualunque cosa creda.
Purtroppo lo slogan la secessione dei ricchi si è imposto, piace ai pauperisti di sinistra e ai meridionalisti di strapazzo, che di fronte all’occupazione piemontese sono arrivati a rimpiangere il Regno delle Due Sicilie, il pendant dei veneti delle province periferiche , che hanno dimenticato che la Serenissima Repubblica era tale solo per gli aristocratici, gli armatori e  i commercianti di spezie veneziani, che sfruttavano l’altro veneto dei contadini  e  dei boscaioli, costringendoli  all’emigrazione.


Se l’opposizione all’Autonomia Differenziata diventa Sud contro Nord hanno già vinto, grazie a reazioni sub-consce, la gaffe di Majorino in piena campagna elettorale regionale, che la Lombardia non è la Calabria, è indicativa dei pericoli, sorprendente che sui social si siano scatenati i leghisti. È stato un leghista lombardo, intelligente e simpatico, quello che approfittando del demenziale taglio dei parlamentari fortemente voluto dai 5 Stelle, ha stabilito in Costituzione che il Trentino-Alto-Adige/Südtirol con 1.029.00 abitanti abbia 6 senatori come la Calabria con 1.959.000 abitanti, un calabrese vale poco più della metà di un ‘trentino alto atesino’. Nessuna reazione del Consiglio regionale calabrese, come pure al fatto che le minoranze linguistiche calabresi, per le leggi elettorali europea e nazionale, valgano meno dei francofoni della Valle d’Aosta, dei germanofoni della Provincia di Bolzano e degli sloveni del Friuli-Venezia Giulia, pur essendo in numero superiore a molti di loro, perché vivono in una regione a Statuto ordinario.
Vogliamo ridurre la questione a meridionali contro settentrionali, terroni contro polentoni o, per quanto un po’, ma non molto meglio, poveri contro ricchi. I ricchi non sono solo quelli che dichiarano tutto al fisco, fossero solo quelli, sarebbero una minoranza, i veri ricchi sono quelli che non pagano le tasse e si godono i profitti dello sfruttamento del lavoro in nero e precario e del crimine. Questi ricchi stanno al Nord e al Sud, come al Centro, non solo in Lombardia o nel Veneto.
Il progetto del Governo non va combattuto perché favorisce il Nord ricco a danno del povero Sud, ma perché è contro la Costituzione, in particolare artt. 5 e 119, quest’ultimo non attuato e privo dei finanziamenti minimi necessari, ma anche perché mette in discussioni il godimento di diritti costituzionali fondamentali quali quelli alla salute (art.32) e all’istruzione (artt. 33 e 34).
L’autonomia delle parti costitutive della Repubblica (art. 114 Cost.) va aumentata, ma di tutte dei Comuni, delle Province, che dovevano essere abolite, si è abolita invece la democrazia nelle Province e nelle Città metropolitane, che hanno a capo Sindaci eletti solo dal Comune capoluogo, non solo delle Regioni. Le elezioni di Lombardia e Lazio, un quarto della popolazione italiana, hanno dato un segnale con il 60% di astensioni, che va aumentato delle schede bianche e nulle. L’Italia va unita intorno ai principi costituzionali e a un progetto di rinascita e di sviluppo solidale, non divisa e indebolita sullo scenario europeo e internazionale.
Chiamiamolo un progetto Scassa Italia o Spacca Italia.