“Odissea”
continua l’omaggio alla poesia iraniana di opposizione pubblicando testi di
autrici ed autori costretti a vivere all’estero. Termez Yaghoubi, nata in
Iran, vive in Turchia da un anno. Pittrice, ha partecipato a circa 30 mostre di
pittura internazionali e locali in California, Oman, Giappone, San Francisco,
Turchia e Iran. Scrive poesie per sé stessa. * Non sono nata già in lutto ridevo, potevo ridere ridevo quando vedevo un
bambino fasciato, un bambino con i pannolini
fissati male e troppo larghi o una donna e la sua
insicurezza per gli assorbenti l’insicurezza dei
negozianti che vendevano assorbenti alle donne gli sguardi dei clienti Ridevo quando vedevo
sorridere una donna normale quando vedevo un uomo
normale strizzare l’occhio una parola molto semplice
mi faceva ridere ridevo quando vedevo le
cose ordinarie Andavo agli appuntamenti,
in un normale bar ordinavo una normale tazza
di caffè e ricevevo un regalo
normale inaspettatamente Ridevo in presenza di un
gatto normale che mi fissava le mani e
il piatto vuoto sul tavolo alla ricerca di qualcosa
di completamente normale Non piangevo ero normale non ero niente non volevo niente E ora, se non potete darmi
di notte un sonno profondo datemene almeno uno normale. [Traduzione dal tedesco di
Antje Stehn] *
Farnaz Fatemi
Farnaz Fatemiè la
figlia di immigrati iraniani a Santa Cruz, in California. È poeta laureato
della contea di Santa Cruz e autrice di una raccolta di poesie uscita nel 2022:
Sister Tongueزبانخواهر Capelli al vento Taglio via una parte di me La tenuta stretta, una
forza da non sottovalutare Nella mia paralisi, sono
criminale come il regime Capelli al vento, filamento
di cardo. Condivido me stessa con le
mie sorelle. Fili di noi erano
separati, ci mettiamo insieme,
troviamo i nostri posti. Non c’è ritorno al singolo
filamento la folla è una treccia. Anche un capello spezzato
rimane sulla testa quando è intrecciato. [Traduzione dall’inglese
di Antje Stehn]