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martedì 14 marzo 2023

IL PLATANO DI PIAZZA BUOZZI
di Angelo Gaccione



Il platano centenario di Piazza Buozzi qui in Porta Romana a Milano ha i giorni contati. Problemi di stabilità e di salute ne obbligano il taglio. Era un gigante cresciuto in altezza più di un palazzo di dieci piani. Per chi come me si affaccia sul Corso Lodi più volte al giorno, o vi passeggia, la sua era una presenza familiare. Lo era per tutti coloro che ogni giorno si mettono in fila davanti al bancone del chiosco di Giannasi per comprare i prodotti della sua rosticceria, e lo era per quanti si siedono nel giardinetto accanto, sebbene il fluire del traffico resti sempre molto elevato e rumoroso. In passato, al tempo del riassetto del Corso e della piazza, lo avevo difeso: volevano già allora eliminarlo perché era divenuto un ostacolo ingombrante per il marciapiedi. Ma allora era in salute e si era potuto trovare un compromesso, ed io non passai completamente per pazzo agli occhi degli operai, perché avevo potuto esibire un tesserino di giornalista, ed ero pur sempre uno scrittore che questo quartiere lo aveva raccontato dedicandogli anche qualche buona poesia. 



Il cartellone con la lettera di addio di Dorando Giannasi (il proprietario del chiosco che il platano sovrasta), legato al fusto del morituro e dove il Comune di Milano ha affisso la lettera di informazione ai cittadini, ha attirato molti curiosi contrariati, passanti che hanno fotografato il platanus acerifoglia e la mano di un temerario che vi ha scritto sopra: stronzi. Seppure non ci siano responsabili diretti (la colpa sta nel nostro modello di vita, nel modo in cui abbiamo strutturato le città, cementato e soffocato lo spazio, avvelenato l’atmosfera), io apprezzo l’indignazione perché vuol dire che ci sono ancora uomini e donne in grado si sentire, avere empatia per l’umano. E uso il termine umano non a caso. Presto lungo il suo perimetro si farà il vuoto e un altro vuoto si farà dentro di me. Se è vero che siamo tutto ciò che il tempo ha sedimentato in noi come visioni e come ricordi, ciò che ci viene tolto o viene a mancare, influisce in maniera profonda sul nostro equilibrio, su ciò che ci rassicura, sul nostro benessere spirituale e, dunque, sulla nostra stessa salute. Ha fatto il suo dovere il platano di piazza Buozzi, per un tempo molto più lungo di quello concesso agli esseri umani. E per tutto questo tempo è stato più utile di molti uomini e di molte donne: ha assorbito veleni e ha restituito ossigeno, ha regalato vita senza chiedere nulla. Di quanti esseri umani si può dire ciò?