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lunedì 13 marzo 2023

IN BUONE MANI
di Federico Migliorati


 

Non conosciamo mai la nostra altezza
finché non siamo chiamati ad alzarci.
E se siamo fedeli al nostro compito
arriva al cielo la nostra statura.
(Emily Dickinson)
  
C’è la buona letteratura, che nasce da una fantasia più o meno sviluppata capace di stimolare riflessioni e di accompagnare il lettore in un cammino attraverso i grandi temi dell’esistenza e del mondo, e quella decisamente meno buona, che purtroppo troneggia spesso dalle vetrine delle librerie, prodotta dall’ultimo partecipante al Grande Fratello o frutto di un raffazzonato lavorìo del politico di turno alla ricerca di nuovi consensi. C’è poi la realtà viva, con cui donne e uomini devono talvolta fare i conti, carne viva che viene ferita, “contenitore” di dolori e sofferenze che si mischiano a speranza e volontà: se tutto ciò viene narrato in forma delicata e sincera poiché esperimentato sulla propria pelle ecco che il tempo speso tra le pagine è un tempo utile, proficuo, necessario. Ci consegna un prodotto editoriale valido e denso di significato Michele Greco con il suo In buone mani (135 pagg. 14,50 euro), romanzo autobiografico uscito recentemente per Scalpendi Editore, nel quale è racchiuso il travaglio vissuto dal figlioletto (Matteo nel libro), colpito a pochi giorni dalla nascita da emorragia cerebrale e costretto a subire ben tre interventi chirurgici in due mesi per rimuovere il liquor ed evitare danni irreparabili all’encefalo. Con una prosa delicata e toccante e un lessico accurato e ricercato Greco, palermitano d’origine, si trova a vivere la doppia esperienza di uno scoramento: se da una parte è richiesto al capezzale della giovane creatura da poco nata, insieme alla moglie Francesca e al primogenito Giovanni, con i tempi scanditi da esami, visite, controlli, consulti medici e sempre meno spazio per una quotidianità serena, dall’altra deve registrare la separazione definitiva con il padre (musicista mancato, bancario di professione) in fin di vita per una grave forma di demenza e lontano anche fisicamente. Saranno questi due mondi, come l’alba e il tramonto, a contrassegnare il periodo narrato, in un andirivieni di sentimenti senza soluzione di continuità tra un esserino che si offre alla luce già ferito e un anziano che lo stesso mondo abbandona uscendo mestamente di scena. Nel mezzo la strenua battaglia ingaggiata dalla sorella del protagonista, Rossana, affetta dalla sindrome di Down, la cui giovane e breve esistenza di piccola artista (la copertina del libro è opera sua) rappresenta una meteora di lieto candore, una spontaneità destinata purtroppo a chiudersi anzitempo. In buone mani entra con delicatezza e sensibilità nell’intimo di una coppia e del loro figli, tra le corsie della terapia sub-intensiva del “Bambino Gesù” di Roma prima del “Santa Lucia” poi, luoghi che pulsano di professionalità e di grande umanità e dove le diverse patologie dei piccoli degenti trovano un unico comune denominatore: la fratellanza, la condivisione, la com-passione dei genitori, uniti da una comune sventura e allo stesso tempo da un’invincibile, fondamentale speranza di tornare “a riveder le stelle”. Greco ricorre alla tecnica del flash-back tra un presente “continuo” contrassegnato da ansie e preoccupazioni per la sorte del figlio, da padre amorevole per il quale “perdere un respiro delle sue giornate appare un errore imperdonabile”, a un passato in cui egli ritorna bambino tra le braccia del genitore. Nell’incipit del romanzo è il “succo di tutta la storia”, per dirla con Manzoni: “Non c’è legame che non comporti rischio e l’amore non è un premio se non porta con sé la possibilità della perdita”. È racchiuso qui l’universo dell’autore e della sua famiglia, uguale a quello di molti padri e madri costretti ad affrontare una situazione “innaturale”, ma che si risolverà con un lieto fine. Una tappa decisiva e indimenticabile che può essere di esempio di forza e di coraggio per quanti si trovano nella medesima vicenda.
I diritti d’autore derivanti dalle vendite di In buone mani saranno devoluti alla Fondazione Bambino Gesù e all’Ospedale di neuroriabilitazione e istituto di ricerca in neuroscienze Fondazione Santa Lucia Irccs.