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mercoledì 22 marzo 2023

VECCHIAIA
di Vittorio Melandri

 
Una bella pagina del Corriere della Sera di lunedì 20 u.s., ha risvegliato un commovente ricordo, che l'avanzare dell'età rende più vicino. Amo il teatro, ma una sola volta ho avuto il privilegio di tributare una lunga ovazione in piedi, ad un grande attore. All’unisono, tutto il pubblico, in preda ad una commozione davvero palpabile. È successo la sera del 10 maggio 1996, al Teatro Nuovo di Milano, al termine della rappresentazione di una replica di, Le ultime lune, di Furio Bordon. Per tutto il secondo atto, in scena, da solo, a dialogare con una piantina di basilico, era: Marcello Mastroianni. Interpretava un vecchio, prossimo a vivere in solitudine, le sue ultime lune, e Mastroianni onorò, quello che si rivelò poi essere il suo ultimo impegno, con la maestria di sempre, ma con un’adesione al ruolo, forse, davvero unica nella sua carriera, e sorretto, per dirla con le sue parole, dal desiderio di: “Tornare a fare la dieta teatrale. Ogni tanto ci vuole un po’ di pulizia”. Affrontare la vecchiaia, e la morte, di dieta e pulizia, dell’anima e della mente, ne richiede tanta, nella nostra società; ché, vecchiaia, morte, anima e mente, le rifiuta in blocco, oppure, preferisce ammantarle tutte, di ipocrisia, cinismo o carità. “I vecchi dovrebbero essere sacri perché è sacro e terribile il momento in cui un uomo cessa di vivere”. Così scrive Bordon e recitava Mastroianni; ma il sacro ormai nel nostro mondo, è sempre più confuso con vana (e mi si lasci dire: stupida) superstizione, e dove dovrebbe agire il rispetto, il sacrosanto bisogno di aiuto reciproco, che deve essere organizzato al meglio, per essere rivolto a tutti gli esemplari della specie, giovani o vecchi che siano; si preferisce invece aspettare, e poi ammirare e lodare, stupefatti, i miracoli. In genere opera di cialtroni, laici o chierici, di alto, medio, o basso profilo. “Straziante è l’impazienza di quel vecchio cui sembrano troppo pesanti da vivere persino i pochi giorni che gli restano”. Superare lo strazio di cui ha scritto Bordon e che ha recitato un’ultima volta Mastroianni, è forse, il solo miracolo, che anche questa estate (scrivevo dopo la prima estate del Covid), tanti vecchi hanno compiuto; però, restando vivi, non si sono guadagnati i titoli dei giornali. Anni or sono ho letto Corrado Augias citare Paul Simon, e affermare: “I vecchi assomigliano alle ultime pagine di un libro, le più dense e fruttuose, prima della parola fine”.