VECCHIAIA
di
Vittorio Melandri
Una bella pagina del Corriere
della Sera di lunedì 20 u.s., ha risvegliato un commovente ricordo, che
l'avanzare dell'età rende più vicino. Amo il teatro, ma una sola volta ho avuto
il privilegio di tributare una lunga ovazione in piedi, ad un grande attore. All’unisono,
tutto il pubblico, in preda ad una commozione davvero palpabile. È successo la
sera del 10 maggio 1996, al Teatro Nuovo di Milano, al termine della
rappresentazione di una replica di, Le ultime lune, di Furio Bordon. Per
tutto il secondo atto, in scena, da solo, a dialogare con una piantina di
basilico, era: Marcello Mastroianni. Interpretava un vecchio, prossimo a vivere
in solitudine, le sue ultime lune, e Mastroianni onorò, quello che si rivelò
poi essere il suo ultimo impegno, con la maestria di sempre, ma con un’adesione
al ruolo, forse, davvero unica nella sua carriera, e sorretto, per dirla con le
sue parole, dal desiderio di: “Tornare a fare la dieta teatrale. Ogni tanto ci
vuole un po’ di pulizia”. Affrontare la vecchiaia, e la morte, di dieta e
pulizia, dell’anima e della mente, ne richiede tanta, nella nostra società;
ché, vecchiaia, morte, anima e mente, le rifiuta in blocco, oppure, preferisce
ammantarle tutte, di ipocrisia, cinismo o carità. “I vecchi dovrebbero essere
sacri perché è sacro e terribile il momento in cui un uomo cessa di vivere”.
Così scrive Bordon e recitava Mastroianni; ma il sacro ormai nel nostro mondo,
è sempre più confuso con vana (e mi si lasci dire: stupida) superstizione, e
dove dovrebbe agire il rispetto, il sacrosanto bisogno di aiuto reciproco, che
deve essere organizzato al meglio, per essere rivolto a tutti gli esemplari
della specie, giovani o vecchi che siano; si preferisce invece aspettare, e poi
ammirare e lodare, stupefatti, i miracoli. In genere opera di cialtroni, laici
o chierici, di alto, medio, o basso profilo. “Straziante è l’impazienza di quel
vecchio cui sembrano troppo pesanti da vivere persino i pochi giorni che gli
restano”. Superare lo strazio di cui ha scritto Bordon e che ha recitato
un’ultima volta Mastroianni, è forse, il solo miracolo, che anche questa estate
(scrivevo dopo la prima estate del Covid), tanti vecchi hanno compiuto; però,
restando vivi, non si sono guadagnati i titoli dei giornali. Anni or sono ho
letto Corrado Augias citare Paul Simon, e affermare: “I vecchi assomigliano
alle ultime pagine di un libro, le più dense e fruttuose, prima della
parola fine”.