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sabato 22 aprile 2023

CALVINO
di Federico Migliorati

Bernardo Valli

L’amico sensibile nel libro di Valli.   
 
Chi sia stato Italo Calvino, il classico dei classici già in vita, l’autore che spaziò dal neorealismo alla fiaba, dal fantastico alla sperimentazione dell’Oulipo attraversando pure i territori del metaromanzo per mantenere sempre un rapporto dialettico con la contemporaneità, appare ormai assodato. Eppure c’è ancora molto da studiare e da compulsare del letterato ed è con questo obiettivo che la nuova casa editrice Ventanas, nata per intuizione di Laura Putti e già molto attiva nel primo mese di vita con lo sviluppo di tre collane, vuole celebrare al meglio il centenario della nascita dello scrittore “ligure di Sanremo”. Lo fa con “Italo. Una biografia, ricordi e sei articoli”, un agile libretto dell’ultranovantenne Bernardo Valli, testimone di molti conflitti in Estremo Oriente e a lungo firma di punta di Repubblica. In un’ottantina di pagine Valli ricostruisce i suoi incontri con Calvino, nati al caffè Flore di Parigi dove questi si era trasferito a partire dal 1967 e fino al 1980. Uomo preciso, sensibile, meticoloso, a tratti sfuggente, intellettuale di razza, acuto, dalla memoria prodigiosa, dall’ironia arguta e intelligente e ricco di immaginazione, abile attore improvvisato, l’autore de: Le città invisibili riemerge nelle pagine con curiosità, aneddoti, confronti talvolta aspri. Ne risulta un ritratto a 360° di questa figura unica nel panorama culturale del Novecento. Amava, su tutti, Conrad, su cui pure discusse la tesi di laurea in Lettere nel 1947 a Torino quando già stava muovendo i primi passi alla Einaudi (dove rimarrà fino al “divorzio” nel 1983), ma trovava interesse anche in Kafka “realista”, in Maupassant “superficiale”, in Balzac poiché “visionario”, in Dostoevskij “in quanto deforma con coerenza, furore e senza misura”. Più cauto invece il giudizio su Manzoni e segnatamente sui Promessi Sposi: solo dopo anni l’opinione inizialmente negativa si tradusse in una presa di posizione favorevole allo scrittore che “sciacquò i panni in Arno”. Don Lisander “fu il costruttore di una lingua piena d’arte e di significato - scriveva Calvino - ma che si posa come uno strato di vernice sopra le cose, limpida e sensibile quant’altre mai, ma pur sempre vernice”. Aveva intuito, negli ultimi di vita, che tra l’agilità scattante della sua scrittura e i fatti dell’esistenza, esisteva uno scarto, un divario netto e quasi incolmabile: eppure continuò senza sosta a lavorare a quelle “Lezioni americane” che rappresentano il suo testamento spirituale e letterario, ancora oggi un caposaldo più che mani attuale. 


L’amicizia giovanile, principiata tra i banchi del liceo Cassini di Sanremo, tra Calvino e Scalfari si era nel tempo corrosa, come racconta Valli riferendosi a una cena tra loro tre a fine anni Settanta. Poi accadde l’impensabile e il sanremese passando dal Corriere della Sera a Repubblica come firma di punta ritrovò quel vecchio compagno di scuola: il direttore, spesso definito invadente da molti giornalisti, si ripromise di non “disturbare” l’illustre amico. Illuminanti i sei articoli pubblicati nella seconda parte del libretto e datati tra il 1977 e il 2012 nei quali Valli descrive, analizza, interroga lo scrittore, ne desume informazioni e riflessioni offrendo uno spaccato oltre che di lui anche dello stato della letteratura del tempo. “Ventiquattrore fa sono uscito da casa Calvino con sotto il braccio le bozze di Se una notte d’inverno un viaggiatore, il romanzo o l’antologia di romanzi, o il romanzo dei romanzi”, racconta Valli sull’opera che molto apprezzò e che nel 1979 diede ulteriore fama e prestigio al sanremese assegnando per la prima volta uno spazio di grande risalto a una figura femminile, Ludmilla, personificazione dello spirito della lettura. Se un classico, per usare una delle sue espressioni più note, “è un libro che non ha mai smesso di dire quel che ha da dire”, allora anche per Calvino non terminerà qui l’opera di scavo e di analisi della sua vasta, proteiforme produzione. Valli e Ventanas, con “Italo”, vi hanno aggiunto un tassello significativo.