Lettera commento dopo la lettura
dello scritto di F. Astengo Come sempre, interessanti le osservazioni
politiche di Astengo, ma intenderei aggiungerne una, per me basilare. La
situazione nucleare, storica, nel modo più totale, in cui ci troviamo. Non è
solo un problema la “democrazia” di cui parla l’autore dell’articolo (“Odissea”
di domenica 9 aprile), c’è qualcos’altro. È democratico che possa avvenire una
guerra atomica tra uno o più Stati e che questa guerra possa riguardare tutti gli
altri Stati anche non in guerra? I democratici per auto definizione, delle 867
basi militari nel mondo non hanno nulla da dire? Non realizzano che ci
rimetterebbero anche loro perché i venti radioattivi passerebbero anche sulle
loro teste con i benefici che si conoscono? E che dire della
situazione di ogni Stato per cui “pochi” potrebbero decidere una guerra che
cancellerebbe “moltissimi”? L’intelligenza artificiale potrebbe portare qualche
contributo? Tutti artificialmente democratici? Ma il senso “umano” della vita è
questo? Non si potrebbe diventare padroni della propria vita non delegando allo
Stato le scelte di morte che potrebbe intraprendere e decidere che, come non si
uccide all’interno dello stesso e se lo fai vieni punito, non uccidi neanche all’esterno?
Il momento che stiamo vivendo dovrebbe spingerci a questo e anch’io mi rendo
conto come la maggioranza di noi, all’oggi non si ponga il problema Non si
pensa che l’eventuale “dopo” potrebbe non esserci o diventare terribilmente
terrificante, da annichilirci? E perché non
ci sentiamo “obbligati” ad agire dato che gli accadimenti climatici,
ambientali, sanitari, sociali sono ormai quasi comuni a tutti gli Stati abitati
da noi individui, maschili e femminili, con due braccia e due gambe? Un saluto a Franco Astengo da un
albenganese della provincia di Savona. Giuseppe
Bruzzone