PER LA GIOVANE DEMOCRAZIA ITALIANA di Luigi Mazzella
La
pretesa di essere i migliori del mondo (se non quella di essere i prediletti da
un dio che essi stessi, con l’aiuto dei mediorientali, hanno creato
con un volo di fantasia) e la supponenza di godere più degli altri
di prerogative e privilegi in forza di caratteristiche in parte vere
(stili di vita, buon gusto, eleganza, creatività artistica) e altre
divenute sempre più falsamente affermate (modelli democratici e
civili di vita e rispetto dei diritti umani) rendono gli Occidentali sempre
meno amati dagli altri abitanti del Pianeta. Soprattutto
da quando la loro leadership è passata agli Statunitensi che,
in verità, non eccellendo neppure nelle prime prerogative, hanno cambiato
decisamente in peggio le seconde. In realtà, però, il problema non è dato
dagli abitanti dell’America del Nord. A partire dalla fine della Seconda guerra
mondiale, la popolazione di quella parte del Nuovo Continente è stata essa
stessa vittima degli intrighi progressivamente perpetrati, a danno delle
autorità legittimamente costituite, dal cosiddetto Deep State.
Spie, poliziotti e militari della CIA, dell’FBI e del Pentagono, sono stati
favoriti dalla molteplicità delle guerre dichiarate da
Presidenti-marionette e dalla consuetudine di affari sporchi perseguiti in
tutti Paesi del mondo occidentale. Il Deep State, d’altronde,
ha fatto, in America e in Europa un lavoro dai risultati sorprendenti: ha
esautorato del tutto la classe politica, riducendola a brandelli sia con
l’aiuto di leggi elettorali ad hoc sotterraneamente suggerite ai
Parlamenti sia con l’uso politico della magistratura, adeguatamente stimolato
(e nei Paesi calvinisti il puritanesimo ha dato la sua mano); e condannandola a
eseguire ordini “incondizionatamente”.
Tutte
le differenze che un tempo esistevano tra forze dette di Destra, di Centro e di
Sinistra sono scomparse, come per magia: chi emerge oggi nell’attività
politica, proviene da una massa di gente che, incapace di imporsi
nella cosiddetta società civile, è pronta a genuflettersi e a rinunciare a ogni
propria idea, pur di conquistare un cadreghino che la sottragga
all’anonimato. È gente che non ha nulla da perdere (non teme, quindi gli
avvisi di garanzia che preoccupano le persone per bene né si fa un
problema che a fare la selezione e la scelta siano degli “scalzacani” di
quart’ordine); né conseguentemente ha remore etiche a eseguire gli ordini
di padroni occulti. È agevole constatarlo: a parte l’Ungheria, non v’è un solo
Paese occidentale, sottomesso (in maniera sostanziale anche se non formale)
all’asse anglosassone, dove il passaggio del governo dalle mani del Centro, a
quelle della Sinistra o della Destra significhi, politicamente,
cambiamento. L’obbedienza cieca, pronta e assoluta alla volontà degli
“atlantici” e dell’Unione Europea è uguale in tutti i Paesi del vecchio
Continente. Di recente Rikka Purra, presidente del Partito dell’Ultra Destra,
si è affacciata nell’area del potere in Finlandia, ma ha subito rassicurato Joe
Biden e Jense Stoltenberg che ritiene l’avvenuto ingresso nella NATO sia
un’indispensabile sicurezza (e ciò, anche se la postazione di basi
missilistiche ai confini con la Russia non sembra essere la migliore delle
garanzie). Il caso finlandese segue, per così dire “a ruota” e con le
stesse modalità quello molto analogo svedese. Per non dire di quello
italiano, dove a parte l’entusiastico invio delle armi a Zelensky, per
l’immigrazione, sempre più massiccia è stato inventato il turismo portuale
delle imbarcazioni cosiddette “non governative”. In Italia, anche se, nei
prossimi mesi e in vista delle elezioni europee, la Schlein tenterà di rubare
voti a Conte prendendo le distanze dal bellicismo sinora dominante a Sinistra,
sarà difficile, per chi non porti la sveglia al collo, darle credito.
Saranno tanti a pensare che se premiata dal voto essa ripeta pedissequamente il
voltafaccia che a destra ha giù fatto la Meloni che, dopo aver promesso, prima
della sua campagna elettorale, posizioni indipendentiste anche estreme, le ha
abbandonate per l’ambizione di sedere sulla poltrona di Palazzo Chigi (e
poi, chissà, seguendo l’esempio di Mario Draghi, di recente eletto a suo
Maestro, su quella del Quirinale). La
situazione che si è creata e sta radicandosi in Occidente consente di
osservare, a notisti politici che non siano, per ragioni varie, di stretta
osservanza atlantista e conseguentemente con l’obbligo del prosciutto
sugli occhi che se questa è diventata, in tutto l’Occidente, la democrazia
sarebbe meglio smetterla di lanciare imprecazioni contro le autocrazie
orientali. La gente potrebbe dare a quelle alte grida lo stesso
valore del “Al lupo! Al lupo!” della favola di Esopo.