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giovedì 25 maggio 2023

AL VOSTRO FIANCO
di Angelo Gaccione
 


Care compagne e cari compagni,
malgrado i dolori all’inguine e il parere contrario del medico, sabato 27 sarò con voi in piazza Cairoli in questo magnifico giorno di mobilitazione contro la guerra. Sarò costretto a stare poco tempo perché non posso esagerare e fare l’intero percorso del corteo non mi è possibile. Ho aspettato più di un mese prima di riuscire a prenotare una visita. Sappiamo che il Servizio Sanitario Nazionale è stato volutamente sfasciato da politiche criminali di amministratori, ministri, uomini di governo in questo trentennio, senza che ci sia stata una risposta adeguata, per porvi rimedio. Anzi, si continua a sperperare la ricchezza prodotta dalle classi lavoratrici e dalle tasse degli italiani, in spesa militare, cioè di morte e di sterminio. E non viene emesso nessun mandato di cattura nei loro confronti. È questo l’esempio di giustizia e di comportamento civico che diamo alle giovani generazioni. Sarete in piazza anche per questo. E farò lo stesso anch’io, anche se la volontà è costretta ad arrendersi davanti al cedimento del corpo. Mi auguro che le bandiere del disarmo e della pace sventoleranno numerose lungo il corteo. Dobbiamo far sentire forte la voce delle nostre coscienze e quella della stragrande maggioranza dei cittadini contrari ad alimentare un conflitto rovinoso con l’invio di nuove armi. Chi acquista armi e vota in Parlamento perché si mandino per alimentare il massacro, è responsabile diretto della carneficina. Nessuno ha eletto parlamentari e governanti per portarci in guerra, nessuno gli ha conferito una delega così mostruosa. Devono saperlo tutti: governo, capo dello Stato, parlamentari, dirigenti di partiti. Noi questa delega non gliel’abbiamo data. Noi vogliamo trattative di pace, noi vogliamo che il nostro Paese prenda l’iniziativa e lavori in tal senso assieme a quanti, sul piano internazionale, vorranno percorrere una strada diversa da quella della guerra costi quel che costi. L’era nucleare in cui ci troviamo a vivere, non può renderci ciechi fino al rischio di annientamento collettivo. Saremo in piazza per ribadire un’altra concezione di mondo. Nella nostra visione di società non c’è posto per eserciti, fabbricanti d’armi, ordigni di morte, ministeri della Difesa e della Guerra. Non c’è posto per nessun capo supremo delle forze armate, per nessuna alleanza militare. C’è posto invece per un ministero della Pace, della nonviolenza e della concordia tra i popoli che lavori affinché fin dagli asili nido i nostri bimbi imparino non il conflitto, ma la collaborazione. Non circolerà una sola arma nella società che abbiamo in mente. I “realisti”, cioè i fautori dell’attuale disordine mondiale, considerano queste idee di buon senso come utopistiche, e vi si oppongono perché ne hanno paura. Sono ciechi - e anche stupidi - perché il loro realismo ha una sola via d’uscita possibile: la catastrofe. Lo scrittore Oscar Wilde ha scritto che tutte le cose belle appartengono alla stessa epoca; aggiungo a questa splendida riflessione che tutte le buone idee di umanità, di solidarietà, di pace sono sempre giovani e necessarie in ogni tempo, come sono giovani i cuori e la passione degli uomini e delle donne che le tengono vive, che si battono contro il pregiudizio ed il conformismo per attuarle. I realisti, qualunque età abbiano, sono già cadaveri.