CALENDIMAGGIO E PIANO DELLA PRECARIETÀ di
Franco Astengo
Primo
Maggio 2023: la prima volta che si ricorda la festa del Lavoro avendo in
carica, in Italia, un governo dichiaratamente di destra che oggi presenterà ai
sindacati (esclusa l'USB e inclusa l'UGL oltre a CGIL-CISL-UIL) un "Piano
del Lavoro" che può ben essere definito "Piano della Precarietà"
e che può essere così riassunto: "Più voucher e contratti a termine.Il governo rilancia i mini jobs e
l'occupazione flessibile.Il governo risponde così alle richieste
delle aziende, un tempo determinato può durare 36 mesi senza causale. E per la
stagione estiva largo ai tagliandi da 10 euro lordi all’ora, 7 euro e mezzo
netti.Si tratta, è bene
ricordarlo, di un passaggio - questo della destra - che viene da lontano: dalla
precarizzazione voluta dal Governo Renzi con il Job Act, dall'abolizione
dell'articolo 18 e da tante altre storie.Nella sinistra, nel sindacato, nel mondo del lavoro se si
vuole ripartire non si può cancellare l'analisi del passato e soprattutto
bisogna tornare ai "fondamentali". Andando per ordine:
“L’Italia
è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al
popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Tutti
conoscono il dettato dell’articolo 1 della nostra Costituzione, che ho
riportato qui sopra soltanto allo scopo di far seguire un brevissimo
ragionamento circa il significato di queste frasi e trarne alcune
considerazioni d’attualità. La Repubblica democratica è la
forma di governo scelta dalle elettrici e dagli elettori il 2 giugno 1946
contrapponendola alla monarchia. La
Repubblica democratica si caratterizza per la partecipazione del popolo al
governo dello Stato, mediante l’elezione degli organi del potere legislativo da
parte di tutti i cittadini. Sotto quest’aspetto attraverso il dettato
costituzionale si rende operante il principio della sovranità popolare e si
compie una scelta ben precisa: quella della prevalenza della forma di
“Democrazia Rappresentativa” attuata con l’elezione da parte delle elettrici e
degli elettori dei loro rappresentanti al Parlamento e ai Consigli degli Enti
territoriali. Una scelta rafforzata dalla necessità del voto di fiducia al
Governo da parte delle Camere e dall’elezione in forma indiretta del Presidente
della Repubblica. Esistono
nella previsione costituzionale anche forme di democrazia diretta, ma ben
delimitate e circoscritte in due ambiti ben precisi: quello del referendum
abrogativo (il referendum confermativo per atti di modifica della Costituzione
è, invece, eventuale conseguenza dell’esito di una votazione parlamentare) e
quello della potestà di presentazione di progetti di legge a iniziativa
popolare. Democrazia diretta che si trova in una condizione evidente di
minorità rispetto alla Democrazia rappresentativa. L’altro elemento da
rimarcare, in quest’occasione, riguarda il tema del Lavoro, così come questo è
configurato nel dettato dell’articolo1. Il
Lavoro è considerato dalla Costituzione il valore fondamentale che qualifica la
forma dello Stato: s’impone così il perseguimento di una politica di difesa
sociale, tesa a eliminare le diseguaglianze e i privilegi economici attraverso
la promozione e la tutela privilegiata di ogni attività lavorativa. Nella
sostanza, con il dettato del suo articolo 1 la Costituzione Repubblicana
afferma il principio dello Stato di diritto che prevede la separazione dei
poteri e la supremazia della legge su tutti gli altri poteri pubblici, ma lo
vivifica sottolineando il carattere democratico della Repubblica e affermando
il primato della Costituzione che è il manifesto dei principi e dei diritti
fondamentali. La Repubblica, che si basa unicamente sul consenso popolare,
riconosce il lavoro come principio basilare della società nel senso dello Stato
sociale e on conferisce più alcun valore al censo, ossia al possesso di
ricchezze, soprattutto quelle ereditariamente acquisite, o ai privilegi di
nascita o di casta, ma favorisce tutte le iniziative necessarie per garantire
l’eguale dignità sociale e affermare il diritto del lavoro per tutti. Da questo
punto tutto il resto che è stato abbondantemente messo da parte nel corso degli
anni.