Pagine

sabato 27 maggio 2023

CALO DEMOGRAFICO E MIGRAZIONE
di Giorgio Riolo


L’incapacità di programmare.
 
Un altro riferimento alla congenita mancanza di piano e di programmazione. È ormai ampiamente assodato che l’Italia, come molti paesi europei e occidentali, è in calo demografico e con l’invecchiamento progressivo della popolazione. Alcuni settori del capitalismo italiano e dei gruppi dirigenti politici ed economici parlano apertamente di necessità di manodopera straniera per ovviare a questa tendenza. C’è chi parla di almeno 500 mila lavoratori. Anche in presenza della tendenza storica al labour saving, al “risparmio di lavoro”, con le nuove tecnologie e con i nuovi processi di produzione. Occorre nuova forza-lavoro, occorre nuova linfa vitale. A suo tempo, dopo il 2011 e dopo l’arrivo di profughi siriani soprattutto, assieme a migranti di altre provenienze, il ministro degli interni tedesco Thomas De Maizière, entro il governo Merkel, disse apertamente che la Germania abbisognava nei due decenni successivi di almeno 10 milioni di lavoratori stranieri, a misura del grave calo demografico tedesco. Programma quindi della durata di 20 anni. E indicava le misure affinché questo assorbimento fosse ordinato e profittevole. Ordinato e profittevole, ovviamente, per il capitalismo tedesco. Non impulso solidaristico, non filantropia. Piuttosto la maniera teutonica della programmazione, del modo ordinato di condurre le cose. Scuole di tedesco per questa forza-lavoro (la lingua è il primo divario da colmare per un migrante), abitazioni, assistenti sociali, accordi tra imprese e sindacati ecc. Un programma, un piano insomma. La cosiddetta “integrazione” non ci piace. Ma è sempre meglio del far west all’italiana. Anche se si ha bisogno di forza-lavoro migrante, questa dinamica deve risultare ancor più profittevole. Forza-lavoro senza diritti, senza pretese. Nessuna programmazione. Il migrante serve come manodopera nei famosi lavori “5 p” (precari, pesanti, pericolosi, poco pagati e penalizzati socialmente). Il calco è quello classico. Mi servi, ho bisogno di te, ma non debbo considerati un vero interlocutore, una persona depositaria di dignità e di umanità. Debbo disumanizzarti, debbo toglierti l’umanità. Il modello è sempre lo Untermensch (sottouomo) descritto da Primo Levi. Così ti posso sfruttare meglio, senza remore, come lavapiatti, muratore, bracciante agricolo, badante, manovale, lavoratore della logistica ecc. Anche nel lavoro specializzato. È il classico (Marx) “lavoro in pelle nera” che mi serve anche per incalzare e per ricattare “il lavoro in pelle bianca”.
Con l’opportuna e manipolatoria campagna culturale e mediatica onde evitare la pericolosa solidarietà tra questi due mondi del lavoro. Il migrante è sempre da considerarsi indesiderato, clandestino. Anche se nella realtà la gran parte arriva in Italia non con i barconi e via mare.
Tutto ciò accade nel paese che nella storia, tra Ottocento e Novecento, è secondo, dietro la popolosa Cina, come numero di popolazione migrante nel mondo. Noi ci ostiniamo a non fare i debiti conti con la nostra triste storia di emigrazione.

 

“Il vero è l’intero”, diceva Hegel. L’invito è pertanto sempre di guardare oltre il contingente e oltre il breve periodo. Oltre la nostra limitata esperienza e il nostro limitato orizzonte. Crisi sociale e crisi ecologico-climatica si tengono assieme. Le soluzioni non possono mai essere di breve periodo, nella contingenza, nella soluzione dell’emergenza.
Per la soluzione della povertà e delle gravi diseguaglianze, su scala nazionale e su scala mondiale, e per la soluzione, qualora fossimo a tempo, della grave crisi ecologico-climatica occorrono molti decenni. Occorrono programmazione e pianificazione. Parole molto indigeste, perché pongono regole e vincoli, per il neoliberismo e per il capitalismo in generale. Parole “bolsceviche”. Ma se non si inizia i 30-50 anni si spostano sempre più in là. Con il pericolo serio per la civiltà umana e per la vita nel pianeta.
Ma adesso destra e centrosinistra, assieme agli immancabili apparati di persuasione di massa, sono molto occupati a servire Usa e Nato. Altro che crisi sociale e crisi climatica. Altro che programmazione. Solerti nell’isteria di guerra e nella produzione e nell’uso delle armi. Giustizieri mondiali, assieme ai guerrafondai Usa e Nato. Naturalmente senza il consenso della maggioranza del popolo italiano.