ELOGIO DEI PRIMINI
di Girolamo Dell’Olio
Firenze. Liceo Classico Galileo
Sono
ancora vivi. Poi la scuola li pialla. Ne ero convinto già molti anni fa, quando
ho continuato a scegliere le classi dei piccolini appena sfornati dalle medie:
più problematiche, ma vive, ricettive, coi sogni ancora dentro gli occhi.
Un
po’ la stessa scena stamattina. I grandicelli accampati in piccoli gruppi sul
marciapiede sull’altro lato della strada, o nella vicina via dei Biffi
dirimpetto al liceo. Lampi di malcelata curiosità, ma sovrana indifferenza! Il
gruppetto che sosta accanto al portone d’ingresso già da un buon quarto d’ora
prima della campanella, quarta ginnasio, e cioè prima classe del quinquennio, è
fatto invece di ragazze e ragazzi coi quali è possibile scherzare, ragionare,
spiegare.
Vedono
me che porgo ai prof quello stesso volantino che loro si son letti con
apparente attenzione.
‘Prego…’
Ma
il prof va a diritto. Manco ti guarda. L’aria un po’ schifata. ‘Naturalmente è
un prof, quindi lui non può leggere, non può leggere!’, commento. ‘I professori
non leggono, non devono leggere! I professori devono avere gli occhi
foderati di sano prosciutto!’. Mi guardano. Capiscono. ‘E meno male che
dovrebbero essere gli educatori, loro’, aggiungo. ‘Se c’è una persona che
distribuisce qualcosa fuori dalla vostra scuola, loro dovrebbero proteggervi,
dovrebbero voler vedere cosa c’è scritto. E invece, visto? scappano!’. Perché è
proprio questo che fa specie: vedere gli adulti che abdicano al ruolo di
adulti, gli educatori che abdicano al ruolo di educatori. Tutti, eseguono:
eseguono gli ordini impartiti dai piani superiori. Sono diventati una sola cosa
con gli ordini! Abbiamo visto ieri come si atteggia un preside di un
prestigioso istituto fiorentino. E così si procede lungo tutta la catena di comando,
su su fino a Palazzo Chigi, e all’Europa, e a chi le detta l’agenda. Ma tutti
pronti, beninteso, a sfilare compatti alla prima occasione di manifestazione antifascista!
Firenze. Liceo Classico Galileo |