La sola controffensiva è la pace. Siamo a fare, con
questi esperti, calcoli sull'esito più o meno favorevole della controffensiva
che Zelensky si appresterebbe a lanciare basandosi sui fondi di magazzino dei
Paesi NATO. La domanda chiave dell'analisi da loro elaborata è: “Come può una
nuova offensiva con risultati contrastanti e maggiori perdite mettere l'Ucraina
in una posizione più forte a un tavolo di negoziato attualmente inesistente?” La
proposta alternativa di questi esperti è: “dichiariamo di avere già vinto
con le conquiste militari dello scorso autunno, come ci suggerisce di fare il
generale Mark Milley”.
Sono ragionamenti che ci stanno benissimo nella testa di generali, strateghi e
affini. Ma noi dovremmo partire da un'altra premessa: la guerra è una cosa
troppo seria perché la si possa lasciare nelle mani degli addetti ai lavori nel
complesso militare-industriale. Bisogna anzi smetterla di giocare a questo
gioco. La maggior parte dell'umanità è colpita ed attonita. È questo il punto
di vista che dobbiamo rappresentare ed esprimere. Ammesso e non concesso che
l'opinione pubblica "occidentale" sia compatta nel volere che Putin
sia punito duramente per la sua decisione aggressiva, dobbiamo ora fare mente
locale sul fatto che USA ed Europa insieme rappresentano solo una minoranza
della popolazione mondiale, diciamo un decimo. Non possiamo continuare a
spacciare il nostro punto di vista particolare come se fossero i parametri
dell'intera umanità. La Russia non sta affatto simpatica al resto del mondo di
asiatici e africani, che però non sopporta i due pesi e le due misure applicati
dagli "occidentali". Gli Stati che rappresentano i nove decimi della
popolazione mondiale hanno bene presente che gli USA hanno invaso l'Iraq
raccontando con Powell una bugia colossale sulle armi di distruzione di massa
nella sede delle Nazioni Unite. La memoria è quella di una guerra devastante
che non ha fatto espandere democrazia e diritti umani, ma ha destabilizzato
tutto il Medio Oriente.
Per un arabo l'occupazione israeliana di Cisgiordania e Gerusalemme vale
l'annessione che Putin sta facendo del Donbass. Il resto del mondo non vede le
cose come Biden e la Von Der Leyen. Non accetta la visione manichea per cui le
potenze coloniali e neocoloniali rappresentano il Bene democratico mentre
altrove c'è solo degrado autoritario. Ecco perché all'ONU cresce l'influenza
dei BRICS di cui la Russia oltretutto è un membro.
Il fronte degli Stati che ha dato vita al TPAN in questo contesto potrebbe
giocare un ruolo più globale facendo pesare il disarmo nucleare sulla necessità
del disarmo generale. La società civile con ICAN potrebbe farsi motore di
iniziative in questa direzione ed appunto lavorare perché le istituzioni
dell'ONU, come propone Luigi Ferrajoli, si assumano la responsabilità che gli
compete. Pace e guerra, energia, decarbonizzazione e disinquinamento, economia
sociale: sono i tipici problemi complessi che non vanno affidati ad esperti
tuttologi che non esistono ma che devono essere affrontati con il dialogo e la
partecipazione democratica. La stessa pandemia, pur se questione più
circoscritta e focalizzata, non andava bene come roba esclusiva di virologi. Forse
solo nella formazione di una squadra di calcio è bene che decida solo Mourinho
e non l'ultimo tifoso del Bar Sport.
Sono ragionamenti che ci stanno benissimo nella testa di generali, strateghi e
affini. Ma noi dovremmo partire da un'altra premessa: la guerra è una cosa
troppo seria perché la si possa lasciare nelle mani degli addetti ai lavori nel
complesso militare-industriale. Bisogna anzi smetterla di giocare a questo
gioco. La maggior parte dell'umanità è colpita ed attonita. È questo il punto
di vista che dobbiamo rappresentare ed esprimere. Ammesso e non concesso che
l'opinione pubblica "occidentale" sia compatta nel volere che Putin
sia punito duramente per la sua decisione aggressiva, dobbiamo ora fare mente
locale sul fatto che USA ed Europa insieme rappresentano solo una minoranza
della popolazione mondiale, diciamo un decimo. Non possiamo continuare a
spacciare il nostro punto di vista particolare come se fossero i parametri
dell'intera umanità. La Russia non sta affatto simpatica al resto del mondo di
asiatici e africani, che però non sopporta i due pesi e le due misure applicati
dagli "occidentali". Gli Stati che rappresentano i nove decimi della
popolazione mondiale hanno bene presente che gli USA hanno invaso l'Iraq
raccontando con Powell una bugia colossale sulle armi di distruzione di massa
nella sede delle Nazioni Unite. La memoria è quella di una guerra devastante
che non ha fatto espandere democrazia e diritti umani, ma ha destabilizzato
tutto il Medio Oriente.
Per un arabo l'occupazione israeliana di Cisgiordania e Gerusalemme vale
l'annessione che Putin sta facendo del Donbass. Il resto del mondo non vede le
cose come Biden e la Von Der Leyen. Non accetta la visione manichea per cui le
potenze coloniali e neocoloniali rappresentano il Bene democratico mentre
altrove c'è solo degrado autoritario. Ecco perché all'ONU cresce l'influenza
dei BRICS di cui la Russia oltretutto è un membro.
Il fronte degli Stati che ha dato vita al TPAN in questo contesto potrebbe
giocare un ruolo più globale facendo pesare il disarmo nucleare sulla necessità
del disarmo generale. La società civile con ICAN potrebbe farsi motore di
iniziative in questa direzione ed appunto lavorare perché le istituzioni
dell'ONU, come propone Luigi Ferrajoli, si assumano la responsabilità che gli
compete. Pace e guerra, energia, decarbonizzazione e disinquinamento, economia
sociale: sono i tipici problemi complessi che non vanno affidati ad esperti
tuttologi che non esistono ma che devono essere affrontati con il dialogo e la
partecipazione democratica. La stessa pandemia, pur se questione più
circoscritta e focalizzata, non andava bene come roba esclusiva di virologi. Forse
solo nella formazione di una squadra di calcio è bene che decida solo Mourinho
e non l'ultimo tifoso del Bar Sport.