Servizi segreti e criminalità organizzata. La
“criminalità organizzata” odierna è qualcosa di profondamente diverso
dall’“Onorata Società”, sorta segretamente a Palermo come risposta popolare
alla protezione offerta ai ricchi dalla “massoneria”. Le originarie richieste
di difesa che erano ritenute necessarie per spingere i “picciotti” a occupare
il rango più basso delle cosche mafiose hanno ceduto il passo, nella società
contemporanea, a ben altro. I criminali organizzati hanno scoperto il lucro che
può loro derivare da escavazioni abusive, dal saccheggio di beni archeologici,
dal traffico illegale dei rifiuti, di animali esotici e di galli da
combattimento, dall’abusivismo edilizio. La trasformazione più
profonda della Mafia si è avuta, però, quando il Messico, la
Colombia, il Venezuela e, in misura minore, altri Paesi sudamericani hanno
iniziato a produrre sempre di più papaveri da oppio per rispondere alla domanda
di eroina proveniente dagli Stati Uniti d’America. In tale contesto, secondo
quanto denunciato da scrittori, giornalisti, sceneggiatori, registi
cinematografici e televisivi la CIA avrebbe stretto rapporti con i trafficanti
di droghe varie, assumendo in qualche modo la direzione di tutte le operazioni
svolte nel mondo occidentale dalla criminalità organizzata e ricavandone enormi
profitti per autofinanziarsi. In altre parole, la partecipazione della
criminalità organizzata sarebbe divenuta “mercenaria” (come quella dei
battaglioni neo nazisti Azov e Wagner) costituendo di fatto, una milizia a
servizio di interessi cosiddetti “superiori”, ufficialmente ignoti ma
ricollegabili a chi nella società occidentale detiene le vere chiavi del
Potere: gli agenti dello Stato profondo espressi, con suggerimenti cogenti
alle autorità pubbliche, dalle lobbies finanziarie. L’omertà delle
origini è stata sostituita dalla consueta segretezza delle azioni di tutte le
società occulte e clandestine. In conclusione per le azioni di cosiddetta
“intelligence” che non consistono in azioni individuali ma richiedono
interventi più cospicui di presenze, come i fatti di terrorismo, gli
attentati, le cosiddette strategie della tensione è la
criminalità organizzata a offrire ormai i suoi servigi. Quando si
sospetta, dunque, la presenza di delinquenti organizzati come
responsabili di eventi delittuosi, le “motivazioni” del loro operato dovrebbero
razionalmente ricercarsi sempre e solo nei vertici dei Deep State dei
Paesi più coinvolti e sedicenti “garanti” del mantenimento di un certo
“ordine” internazionale. E ciò anche perché solo essi possono garantire
l’impunità dei delitti in attentati terroristici commessi in uno Stato. Non v’è
dubbio, infatti, che per non incorrere in errori, processi
ineccepibilmente eseguiti devono essere celebrati per garantire condanne
esemplari dei responsabili per tenere tranquilla l’opinione pubblica; salvo poi
intervenire per garantire l’impunità dei colpevoli o con la fuga agevolata
in altri Stati e/o con il divieto sotterraneo a questi ultimi, imposto di
concedere l’estradizione. La delinquenza gestita dai servizi d’intelligence,
civili e militari (talvolta anche nei confronti delle stesse Autorità
pubbliche) è una novità di cui è impossibile non tenere conto nelle indagini da
chiunque le conduca sia sul piano concreto e operativo sia su quello
intellettuale e razionale. E ciò senza dire che l’infiltrazione di agenti
segreti non risparmia di certo neppure l’ordine dei magistrati, requirenti e
giudicanti. È vero il detto di Jorge Luis Borges, secondo cui, alla fine
delle vicende giudiziarie, si ritiene “verità storica” ciò che in
effetti non è conforme alla realtà, perché noi riteniamo
avvenuto ciò che ci è stato raccontato.