Un po’ di cronaca. Il ministro della difesa Crosetto
il 2 maggio scorso aveva scritto un tweet dicendosi disposto ad un confronto
con Pax Christi, con il fisico Carlo Rovelli e con chiunque altro, sui temi
della difesa e della guerra. Sui fatti e non sui pregiudizi, scriveva
il ministro. A stretto giro Claudio Pace, esponente di spicco del gruppo di
fede e scienza “Assisi nel Vento”, accoglie la richiesta e scrive alla
segreteria del ministro accettando l’invito con “spirito veramente costruttivo”.
Aggiunge che già nel marzo dello scorso anno si
propone la città di Assisi, capitale mondiale della pace, come sede delle
trattative di Pace per il conflitto in Ucraina. Il dottor Pace manda la sua
disponibilità non solo al ministro, ma a Pax Christi, a Carlo Rovelli e al
sottoscritto. A me in qualità di scrittore da sempre impegnato sul disarmo come
concreta proposta realmente pacifista, e come promotore dell’istanza che
abbiamo consegnato al prefetto di Milano qualche mese fa e trasmessa al
presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio e ai ministri del
Governo in carica. In quella istanza anche noi di “Uomini e donne di pace di
Piazza della Scala” indicavamo la città di Assisi come luogo di un necessario
negoziato per porre fine al massacro russo-ucraino, e spronavamo il Governo ad
una iniziativa diplomatica concreta che avrebbe dato prestigio al nostro Paese
e stemperato il pericoloso clima di apocalisse che si sta determinando. Basta
invio di armi e convocazione ad Assisi di delegazioni russe e ucraine ai
massimi livelli per riprendere le trattative.
Claudio Pace
Come il dottor Pace, anch’io sono dispostissimo ad un confronto senza pregiudizi
e costruttivo, e sono pronto a partire per Roma in qualsiasi momento. Ma
intanto sui fatti qualche parola va detta subito. Le nazioni che si sono
dotate di armi di sterminio perseguono scientemente la distruzione del genere
umano perché ne conoscono bene gli effetti. Che il disarmo è la più saggia e
umana delle politiche e mostra al mondo che si possono risolvere le
controversie con il dialogo e la nonviolenza. Che un conflitto, per quanto
limitato esso sia, produce devastazione, morte, profughi, rovine, miseria,
perdita irreparabile del patrimonio storico, artistico, ambientale. Produce
odio e risentimento per generazioni. Dunque è più saggio e umano rinunciarvi.
Che il negoziato richiede pazienza, ma non sacrifica vite e beni. Che un anno
di negoziato è meglio di un giorno di guerra. Che impiegare il danaro per
migliorare le condizioni di vita, di salute, di istruzione, di lavoro dei
propri popoli e per la tutela e la cura dell’ambiente, è più saggio e umano che
impiegarlo nella produzione e nell’acquisto di armi. Che nell’era nucleare non
è possibile difesa alcuna, se per difesa si intende la salvaguardia della vita
di donne, uomini, bambini e dei beni di un Paese. Ecco, questi sono fatti,
e si potrebbe allungare notevolmente la lista. Tutto il resto è pregiudizio,
non ha nulla di costruttivo e porta direttamente alla cancellazione del
genere umano. Crosetto dovrebbe costruttivamente impegnarsi per trasformare
il ministero della difesa in ministero della Pace. Non manderemmo armi in giro
per il mondo, non provocheremmo lutti e devastazioni, non metteremmo in
pericolo la vita dei soldati. Potremmo, invece, impiegare le loro competenze
nel drammatico compito di urgenza climatica-ambientale-sanitaria. Se ciò avvenisse,
non solo diventeremmo punto di riferimento mondiale, ma produrremmo un notevole
cambiamento culturale anche nelle pratiche politiche e ci libereremmo,
finalmente, del più ottuso e pervicace pregiudizio: la guerra. Che si
potrebbe davvero mettere fuori dalla storia.